Dossier Dossiers |
Progetto "Cinema e identità
sessuali e di genere" Le identità transgender nel cinema Seconda parte |
"Cinema and sexual and
gender identities" project Transgender identities on film Part 2 |
Sommario Prima parte 1. Introduzione: alcune questioni fondamentali 2. Una precisazione dei termini 3. L'"invisibilità" delle persone transgender (e poche eccezioni) nel XX secolo 4. Transgender nei film: alcuni fili conduttori nei generi cinematografici 5. Il ruolo e lo status del pubblico 6. Il travestitismo nelle commedie 6.1. Primi esempi 6.2. Caratteristiche tipiche del travestitismo nelle commedie 6.3. La quintessenza del travestitismo nella Hollywood classica: A qualcuno piace caldo (di Billy Wilder, USA 1959) 6.4. La "Nuova Hollywood" e oltre 6.5. Il travestitismo come espediente comico nei film per adolescenti 7. Vecchie (e nuove) visioni del transgender nei thriller e nei film horror 7.1. Quattro film "cult". 7.2. Film horror per adolescenti 7.3. Visioni distopiche: manipolare sesso e genere 8. Il gender crossing come performance nelle commedie musicali Seconda parte 1. (Re)Introduzione 2. Transizione sessuale e di genere nei film drammatici adolescenziali 3. Le questioni transgender nei film drammatici e nella commedie per adulti 4. Conclusione |
Contents Part 1 1. Introduction: some basic issues 2. A clarification of terms 3. The "invisibility" of transgender (and a few exceptions) in the 20th century 4. Transgenders in movies: some common threads in film genres 5. The role and status of audiences 6. Transvestism in comedies 6.1. Early examples 6.2. Typical features of cross-dressing in comedies 6.3. Quintessential cross-dressing in classical Hollywood: Some like it hot (by Billy Wilder, USA 1959) 6.4. The "New Hollywood" and beyond 6.5. Cross-dressing as a comedy device in teen movies 7. Old (and new) visions of transgender in thrillers and horror films 7.1. Four "cult" movies 7.2. Teen horror movies 7.3. Dystopic visions: manipulating sex and gender 8. Gender crossing as performance in musical comedies Part 2 1. (Re)Introduction 2. Sex and gender transition in teen drama 3. Transgender issues in adult drama and dramedy 4. Conclusion |
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Notes: - A pdf version of this Dossier is available. - The symbol means that the video is only available directly on YouTube. |
Da/From pixabay.com L = lesbica/lesbian; G = gay; B = bisessuale/bisexual; T = transgender; Q = queer o/or questioning (nessun gruppo o insicuri/no group or unsure) Altri gruppi/Other groups: I = intersessuali/intersexual (people with both male and female characters); A = asessuali/asexual (nessuna attrazione/no attraction); P = pansessuali/pansexual (nessuna preferenza per genere o orientamento sessuale/no preference for gender or sexual orientation); K = kink (pratiche sessuali non convenzionali/non-conventional sexual practices); + = più altri eventuali gruppi/plus other possible groups) |
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1. (Re)Introduzione |
1. (Re)Introduction |
"Sono aumentate le rappresentazioni su film, DVD e Internet di
transessuali che hanno subito o vorrebbero subire un certo grado di
riassegnazione chirurgica del proprio sesso, un fatto che riflette sia
il profilo più alto dei transessuali nei media in generale, sia la prova
di un fascino e di un'ansia continui che si focalizzano sempre di più
sulle sempre maggiori possibilità e permutazioni scientifiche della
trasformazione fisica. Altre rappresentazioni occupano il posto tutto
negativo del thriller, oppure trovano espressione nell'inquietante
commistione di commedia e dramma, manifestazione delle reazioni
ambivalenti al transgender che abbiamo individuato nel corso della
storia. Nel complesso, abbiamo visto come le immagini cinematografiche
dominanti del transgender dagli anni '50 alla fine degli anni '90
abbiano alla fine teso a rafforzare il pensiero stereotipato
sull'argomento." (Nota 1) |
"Filmic, DVD and Internet portrayals of transsexuals who have undergone
or would like to undergo a degree of surgical reassignment have
increased, a fact that both reflects the higher profile of transsexuals
in the media generally, and is evidence of a continuing fascination and
anxiety which are focused more and more on the ever greater scientific
possibilities and permutations of physical transformation. Other
representations occupy the entirely negative vehicle of the thriller, or
else find expression in the uneasy mix of comedy and drama, manifestation of the ambivalent reactions to
transgender that we have identified throughout history. Overall, we have seen how
the dominant filmic images of transgender from the 1950s to the end of
the 1990s have in the end tended to reinforce stereotypical thinking on
the subject." (Note 1) |
Priscilla, la regina del deserto/The adventures of Priscilla, queen of the desert (di/by Stephan Elliott, Australia 1994) |
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Nella Prima parte di questo Dossier abbiamo
visto come le persone transgender, nonostante alcune notevoli
eccezioni, siano state praticamente invisibili per gran parte del XX
secolo. Abbiamo anche evidenziato come, a partire dagli anni '80, una
tale minoranza abbia cominciato ad apparire sullo schermo, ma o nelle
commedie come travestiti (quindi non transessuali "veri" ma come
travestimenti funzionali e temporanei che utilizzavano il travestitismo
per altri scopi) o nei thriller e nei film dell'orrore (incluso l'horror
per adolescenti) come pericolosi criminali, spesso psicopatici, in cui
la questione del genere portava lla violenza e all'omicidio. I musical e
le commedie musicali erano un caso particolare, con la caratteristica
della "performance" al centro della narrazione principale. La rappresentazione seria, onesta e realistica delle persone transgender è iniziata a cavallo del secolo, con film che affrontavano il tema dell'identità sessuale e di genere in personaggi a tutto tondo, le cui personalità non erano semplicemente al servizio di una determinata trama, ma funzionavano come fulcro dei problemi incontrati da persone che hanno lottato per la propria realizzazione, ritraendo spesso un contesto sociale e culturale caratterizzato da stigma, repressione, pregiudizio e persino violenza. Le sezioni successive tratteranno, in primo luogo, di film incentrati su adolescenti e giovani adulti che cercano di affrontare la questione transgender, in un momento in cui l'ambiguità sessuale e, più in generale, i problemi di "formazione" o "coming-out", sono spesso parte integrante di un difficile periodo di "transizione"; e in secondo luogo, di film che descrivono persone adulte che a volte hanno già attraversato il processo di riassegnazione del sesso o, più spesso, sono ancora alle prese con i problemi di una crisi sessuale e di genere. 2. Transizione sessuale e di genere nei film drammatici adolescenziali Boys don't cry (di Kimberly Peirce, USA 1999) Basato su una storia vera, questo è stato uno dei primi film a concentrarsi sull'incrocio di genere da donna a uomo (vedi i trailer nei Video qui sotto). Brandon (Hilary Swank) è una ragazza androgina che cerca di passare per un ragazzo, e così facendo seduce una ragazza, Lana (Chloe Sevigny), che si innamora di lei (come "lui"). Nei suoi sforzi per comportarsi da ragazzo, Brandon deve affrontare non solo il suo dramma interiore, ma anche la violenza di un contesto sociale che non accetta facilmente la "diversità", e sopporta anche tutte le difficoltà di comportarsi come un ragazzo in un società repressa e omofoba, finché il suo sesso non viene brutalmente esposto - Brandon viene violentata e infine uccisa. Il film si propone quindi di denunciare sia gli stereotipi di genere, attraverso una cultura "machista" che impedisce agli uomini di mostrare un po' più di sensibilità "femminile", sia l'atteggiamento nei confronti delle differenze di genere in generale, basato sulla paura e sull'ignoranza che non consente nessun riconoscimento, per non parlare dell'accettazione, della "diversità". Il caso di Brandon è particolarmente toccante e doloroso in quanto, da un lato, è un ragazzo eterosessuale, attratto dalle ragazze, in un corpo da ragazza, ma dall'altro, per gli "altri" intorno a lui, lei è una ragazza lesbica, che finge di essere un ragazzo per abusare di altre ragazze - denunciando così la violenta giustapposizione tra aspirazioni individuali e norme socio-culturali, contrasto che diventa pienamente visibile in termini di violenza omofobica. La rappresentazione delle questioni transgender in questo film si allarga quindi ad una messa in discussione di concetti di base (e dei loro equivalenti linguistici) come maschi vs femmine ed etero vs homo. (Hilary Swank nei panni di Brandon ha vinto un Oscar come migliore attrice.) |
In Part 1 of this Dossier we saw how transgender people, despite some notable
exceptions, were practically invisible for most part of the 20th
century. We also pointed out how, starting from the 1980s, such a
minority began to appear on the screen, but either in comedies as
transvestites (therefore not "real" transsexuals but as functional,
temporary disguises which used cross-dressing for other purposes) or in
thrillers and horror films (including teen horror) as dangerous
villains, often psychopaths where the gender issue led to violence and
murder. Musicals and musical comedies were a particular case, with the
"performance" feature being the focus of the main narrative. Serious, honest and realistic representation of transgender people began at the turn of the century, with films that dealt with the issue of sexual and gender identity in full-bodied characters, whose personalities were not simply at the service of a particular storyline, but worked as the focus of the problems encountered by people who fought for their own realization, often portraying a social and cultural context featuring stigma, repression, prejudice and even violence. The following sections will deal, firstly with films centred on teenagers and young adults trying to cope with the transgender issue, at a time when sexual ambiguity, and, more generally, problems in "coming-of-age" or "coming-out", are often part and parcel of a difficult "transition" period; and secondly, with films describing adult people who have sometimes already gone through the process of sex-reassignment, or are, more often, still struggling with the problems of a sex and gender crisis. 2. Sex and gender transition in teen drama Boys don't cry (di Kimberly Peirce, USA 1999) Based on a true story, this was one of the first films to focus on female-to-male gender crossing (see the trailers in the Videos below). Brandon (Hilary Swank) is an androgynous girl who tries to pass for a boy, and in doing so, seduces a girl, Lana (Chloe Sevigny), who falls in love with her (as "him"). In her efforts to behave as a boy, Brandon has to face, not just her interior drama, but also the violence of a social context which does not easily accept "diversity", and also endures all the troubles of acting like a boy in a repressed, homophobic society, until her sex is brutally exposed, she is raped and finally killed. The films thus sets out to expose both gender stereotyping, through a "macho" culture that prevents men to show a bit more of "feminine" sensitivity, and the attitudes to gender differences in general, based on fear and ignorance that does not allow for any recognition, let alone acceptance, of "diversity". Brandon's case is particularly poignant and painful as, on the one hand, he is an heterosexual boy, being attracted to girls, in a girl's body, but on the other hand, for the "others" around him, she is a lesbian girl, pretending to be a boy in order to abuse other girls - exposing the violent juxtaposition between individual aspirations and socio-cultural norms, the contrast becoming fully visible in terms of homophobic violence. The representation of transgender issues in this film therefore widens into a questioning of basic concepts (and their linguistic equivalents) like males vs femle and hetero vs homo. (Hilary Swank as Brandon won an Academy Award as Best Actress.) |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Breakfast on Pluto (di Neil Jordan, GB/Irlanda
2005) Ambientata in Irlanda negli anni '60, questa è la storia di un ragazzo, Patrick (Cillian Murphy) (vei i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto) che viene abbandonato alla nascita davanti alla casa di suo padre. Suo padre (Liam Neeson) è un prete e non lo riconosce, quindi viene affidato ad una poco amorevole madre adottiva. Man mano che Patrick cresce, scopre presto di identificarsi come ragazza, ma, nonostante i suoi amici intimi lo accettino, i pregiudizi della gente del posto nel suo piccolo villaggio non gli rendono le cose facili. Patrick si dichiara transgender, si ribattezza Kitten (usando anche il nome di Patricia) e poi decide di trasferirsi a Londra (la "swinging London" degli anni '60) alla ricerca della madre che non ha mai conosciuto. Trova lavoro come cantante e ballerina, ma, durante un attacco terroristico dell'IRA, la polizia scopre che Kitten è transgender e irlandese, quindi viene arrestata come sospetta terrorista. Viene rilasciata dopo poco tempo e finisce per lavorare in un peepshow, dove una notte riceve la visita di suo padre, che, senza mostrare il volto, gli dice dove trovare la madre Eily, perduta da tempo (Video 3). Dopo aver scoperto un fratellastro minore il cui nome è pure Patrick, Kitten torna a casa per prendersi cura della sua amica incinta Charlie e riconciliarsi con il padre prete. La città reagisce contro la madre nubile e il suo amico transgender che vivono con lei bombardando la casa parrocchiale. Kitten e Charlie fuggono a Londra. Nella scena finale, incontrano Eily incinta e il piccolo Patrick nello studio del dottore, dove Charlie sta ricevendo cure postnatali. Kitten è cordiale, ma continua a non rivelare chi è (Nota 2). Breakfast on Pluto è una commedia drammatica, ambientata sullo sfondo di un periodo politico e sociale travagliato, dove la ricerca di Patrick/KIitten del suo vero io, nonostante lo stigma e la repressione che la circondano, non sfocia in tragedia ma in una sorta di paradosso ottimistico - Kitten riesce a identificarsi come donna, ma la pressione sociale non la abbandona mai, e porta a un finale semi-lieto. |
Breakfast on Pluto (by Neil Jordan, GB/Ireland 2005) Set in Ireland in the 1960s, this is the story of a boy, Patrick (Cillian Murphy)(see the trailers in Videos 1 and 2 below) who is abandoned at birth in front of his father's house. His father (Liam Neeson) happens to be a priest and does not recognize him, so he is placed with an unloving foster mother. As Patrick grows up, he soon discovers that he identifies himself as a girl, but, despite his close friends accept him, the prejudices of the local people in his small village do not make things easy for him. Patrick comes out as transgender, renames herself Kitten (also going by Patricia) and then decides to move to London (the "swinging London" of the '60s) in search of the mother she has never met. She finds a job as a singer and dancer, but, during an IRA terrorist attack, police discover that Kitten is transgender and Irish, so she is arrested as a suspected terrorist. She is soon released and ends up working in a peepshow, where one night is visited by his father, who, without showing his face, tells him where to find her long lost mother Eily (Video 3). After she discovers a younger half-brother whose name is also Patrick, Kitten goes home to tend to his pregnant friend Charlie and reconcile with her priest father. The town reacts against the unwed mother and her transgender friend living with him by firebombing the parish house. Kitten and Charlie flee to London. In the final scene, they run into pregnant Eily and little Patrick at the doctor's office, where Charlie is getting post-natal care. Kitten is friendly, but still doesn't reveal who she is (Note 2). Breakfast on Pluto is really a comedy-drama, set against the background of a troubled political and social period, where Patrick/KIitten's search for his true self, in spite of the stigma and the repression that surround her, does not end up in tragedy but in a sort of optimistic paradox - Kitten is able to identify as a woman, but the social pressure never leaves her, and leads to a semi-happy ending. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3 |
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Tomboy (di Céline Sciamma, Francia 2011) L'ambiguità nel suo aspetto fisico porta una giovane ragazza, Laure (Zoé Héran), una "nuova arrivata in città", a passare per un ragazzo (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto) e come tale attira presto l'attenzione di una ragazza, Lisa (Jeanne Disson), che sviluppa una cotta per lei. Tuttavia, Laure, che ora si fa chiamare Mickaël, desidera continuare a travestirsi da ragazzo e inizia a unirsi ad altri ragazzi nelle loro attività del tempo libero, compresi gli sport (Video 3) (e quando viene invitato a nuotare, Mickaël taglia uno costume da bagno intero in slip da bagno maschili e crea un pene di argilla da inserire all'interno). Tuttavia, quando Mickaël è coinvolto in una rissa con altri ragazzi, sua madre lo costringe a indossare un vestito da ragazza e porta Laure nell'appartamento del ragazzo che Laure ha colpito, e anche nell'appartamento di Lisa. Lisa è sbalordita nel vedere Mickaël con un vestito e scappa senza una parola. Più tardi, i ragazzi inseguono e catturano Mickaël e dicono che ora vedranno se Mickaël è davvero una ragazza. Incalzata dai ragazzi, Lisa guarda con riluttanza nei pantaloncini di Mickaël, con Mickaël in lacrime ma che glielo permette. Lisa è scioccata e Mickaël devastato. Qualche tempo dopo, poiché la madre di Laure ha avuto un bambino, Laure ha ancora paura di uscire. Tuttavia, quando vede dalla finestra Lisa che aspetta, esce per vederla. Dopo un lungo silenzio, Lisa chiede a Laure come si chiama. "Mi chiamo Laure", risponde Laure, e sorride (Video 4)(Nota 2). I motivi per cui Laure ama farsi passare per un ragazzo non sono esplicitati: forse è preoccupata per il suo aspetto da ragazza e/o potrebbe voler godere dei "benefici" dell'essere un ragazzo. La sua famiglia tutto sommato non è repressiva, ma il confronto con le pressioni sociali sull'identità di genere è sempre più pesante. Il film, quindi, non mette in scena tanto un "incrocio di generi" in quanto esperienza traumatica, quanto piuttosto un quadro dei problemi e delle incertezze che una giovane ragazza preadolescente soffre nel processo di crescita, di avvicinamento al risveglio sessuale, e di progressiva maturazione nei termini della sua identità in formazione. |
Tomboy (by Céline Sciamma, France 2011) The ambiguity in her physical appearance leads a young girl, Laure (Zoé Héran), a "new kid in town", to pass for a boy (see the trailers in Videos 1 and 2 below) and as such she soon draws the attention of a girl, Lisa (Jeanne Disson), who develops a crush on her. However, Laure, who now calls himself Mickaël, is keen on continuing in his disguise as a boy, and starts joining other boys in their free time activities, including sports (Video 3)(and when invited to go swimming, Mickaël cuts a one-piece swimsuit into male swim briefs, and makes a clay penis to put inside). However, when Mickaël is involved in a fight with other boys, his mother forces him to wear a dress and takes Laure to the apartment of the boy that Laure hit, and also to Lisa's apartment. Lisa is stunned to see Mickaël in a dress and runs off without a word. Later, the boys chase and capture Mickaël and say they're going to see if Mickaël is really a girl. Pressed by the boys, Lisa reluctantly looks in Mickaël's shorts, with Mickaël in tears but letting her. Lisa is shocked and Mickaël devastated. Some time after this, as Laure's mother has had a baby, Laure is still afraid of going out. However, when he sees Lisa waiting outside the window, he goes out to see her. After a long silence, Lisa quietly asks for Laure's name. "My name is Laure", Laure responds, and smiles a little (Video 4)(Note 2). The reasons why Laure loves to pass for a boy are not made explicit - she is perhaps worried about her appearance as a girl, and/or may want to enjoy the "benefits" of being a boy. Her family is, all in all, not repressive, but the confrontation with the social pressures about gender identity is increasingly felt by her. Thus, the film is not so much on "crossing genders" as a traumatic experience as rather a picture of the problems and uncertainties that a young pre-adolescent girl suffers in the process of growing up, of approaching sexual awakening, and of coming to terms with her unfolding identity. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3 Video 4 |
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3 Generations
- Una famiglia quasi perfetta (di Gaby Dellal, USA 2015) Ramona (Elle Fanning) è una ragazza di sedici anni che sente il bisogno di diventare un ragazzo e insiste per farsi chiamare Ray (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto). Sua madre Maggie (Naomi Watts), single, è molto favorevole, ma ha bisogno che il suo ex partner dia il suo consenso ai necessari trattamenti di riassegnazione del sesso per Ray. Tuttavia, Maggie deve anche confrontarsi con la sua prepotente madre Dolly (Susan Sarandon), che da molto tempo ha una relazione lesbica con Frances (Linda Emond). Dolly ha sempre lottato per la libertà nelle scelte sessuali, ma ha più di un dubbio sul nipote Ray ("Le piacciono le donne, non potrebbe semplicemente essere lesbica?", chiede). Ray ha preso la sua decisione definitiva e riesce a rintracciare il padre assente: in una scena commovente (Video 3) incontra la nuova famiglia del padre, deve rispondere alla curiosità della sorellastra e ammette tranquillamente di essere "nata in un corpo femminile" ... Vediamo le "tre generazioni" dal dottore, che ricevono le istruzioni finali sulla transizione di genere di Ray (Video 4). Dolly decide finalmente che è ora che i quattro abbiano un uomo in casa. Ora sostiene la transizione di Ray verso un uomo, il padre dà il suo consenso e questo sarà probabilmente il primo passo verso la felicità di Ray. Il film offre un ritratto intrigante di una famiglia "particolare", dove, attraverso le generazioni, sono in gioco diversi filoni di questioni sessuali e di genere, e dove il "transgender" è visto nel contesto di una più ampia esplorazione del sesso e delle identità di genere. |
3 Generations (by Gaby Dellal, USA 2015) Ramona (Elle Fanning) is a sixteen-year-old girl who feels the need to become a boy, and insists on being called Ray (see the trailers in Videos 1 and 2 below). Her unmarried mother Maggie (Naomi Watts) is very supportive, but needs her ex-partner to give his consent to the necessary sex-reassignment treatments for Ray. However, Maggie also needs to confront her own domineering mother Dolly (Susan Sarandon), who has had a lesbian relationship with Frances (Linda Emond) for a long time. Dolly has always fought for freedom in sexual choices, but has more than a doubt about her grandchild Ray ("Is she likes women, couldn't she simply be a lesbian?", she asks). Ray has made her final decision and manages to locate her absent father: in a touching scene (Video 3) she meets her father's new family, has to answer the curiosity of her step-sister, and quietly admits that she "was born in a female body" ... We see the "three generations" at the doctor, getting final instructions on Ray's gender transition (Video 4). Dolly finally decides it is time for the four to have a man in the house. She now supports Ray's transition to a man, the father gives his consent, and this will probably be the first step towards Ray's happiness. The film gives an intriguing portrait of a "particular" family, where, across generations, several strands of sexual and gender issues are at play, and where "transgender" is seen in the context of a wider exploration of sex and gender identities.
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Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3 Video 4 |
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Just Charlie - Diventa chi sei (di Rebekah
Fortune, GB 2017) Altri film recenti hanno fornito storie incentrate su adolescenti alle prese non solo con la propria identità sessuale e di genere, ma anche, in termini più generali, con la propria maturazione e quindi con il processo a volte doloroso di crescere e trovare la propria identità, nel contesto di (e spesso nonostante) pressioni sociali e ambienti non favorevoli. Charlie (Harry Gilby - vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto) è un giovane calciatore di grande talento (con una possibile carriera da professionista) che custodisce un segreto: ha un'identità femminile, "in trappola", come si dice spesso, "in un corpo maschile". Quando un giorno il padre lo trova travestito da ragazza, Charlie si rende conto che non può più nascondere la sua vera natura e inizia un doloroso viaggio verso una nuova identità. Mentre trova sostegno dalla madre e dalla sorella, oltre che dal suo migliore amico e dal suo allenatore di calcio, suo padre non riesce ad accettare la situazione e se ne vergogna. Nel Video 3, vediamo Charlie che deve indossare un completo, chiaramente imbarazzato, soprattutto quando vede gli abiti indossati dalle ragazze vicine. Il culmine arriva quando, dopo che Charlie si è integrato con successo in una squadra femminile, viene brutalmente aggredito da una banda di ragazzi. Nel Video 4, Charlie va con sua madre a parlare con un medico e, come in 3 Generations, ha la possibilità, non solo di esprimere le sue preoccupazioni e i suoi dubbi sul trattamento cross-gender, ma anche di dare sfogo a ciò che la sua esperienza ha significato per lui in un contesto sociale sempre pronto a mettere pressione su di lui e sui suoi legittimi modi di sentire e di comportarsi. |
Just Charlie (by
Rebekah Fortune, GB 2017) Other recent films have provided stories centred on teenagers struggling, not just with their sexual and gender identity, but also, in more general terms, with their own "coming-of-age" and thus with the sometimes painful process of growing up and finding one's own identity, in the context (and often in spite of) social pressures and unsupportive environments. Charlie (Harry Gilby - see the trailers in Videos 1 and 2 below) is a very talented young footballer (with a possible career as a professional) who holds a secret: he has a female identity, "trapped", as is often said, "in a male body". When one day his father finds him cross-dressing as a girl, Charlie realizes that he can no longer hide his true nature and begins a painful journey towards a new identity. While he finds support from his mother and sister, as well as from his best friend and his football coach, his father cannot accept the situation and feels ashamed about it. In Video 3, we see Charlie having to wear a suit, clearly embarrassed, especially when he sees the glamourous dresses worn by nearby girls. The climax comes when, after Charlie has successfully integrated into a female team, he is brutally assailed by a gang of boys. In Video 4, Charlie goes with his mother to talk to a doctor, and, as in 3 Generations, he has a chance, not only to express his worries and doubts about the cross-gender treatment, but also to give vent to what his experience has meant for him in a social context which is always ready to put pressure on him and his legitimate ways of feeling and behaving. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3 Video 4 |
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Girl (di Lukas Dhont,
Belgio 2018) Un'esperienza diversa, ma ugualmente toccante, è raccontata in Girl (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto), in cui la quindicenne Lara (Victor Polster) si allena con tutta la sua dedizione e determinazione per diventare una ballerina, e non risparmia al suo corpo nessun sacrificio per perseguire la sua passione, quello stesso corpo che la sta intrappolando. Lara è in realtà una ragazza nata nel corpo di un ragazzo, e deve quindi affrontare una doppia sfida: realizzare la sua ambizione di diventare una ballerina professionista (proprio come Charlie e le sue ambizioni calcistiche) e, allo stesso tempo, cambiare il suo corpo di conseguenza. In questo film seguiamo il processo di transizione verso la sua nuova identità: è seguita sia da un medico che da uno psicologo, deve prendere degli ormoni (che le provocano frequenti sbalzi d'umore), e si sta avvicinando all'operazione finale. Viene aiutata in questo difficile periodo di transizione da un padre molto solidale (vedi Video 3), pronto ad accettare le sue scelte sessuali - se solo Lara potesse dire se le piacciono i ragazzi o le ragazze! Segue dolorosamente il lungo percorso che la porterà ad impossessarsi del nuovo corpo di cui ha così drammaticamente bisogno (nel Video 4 si sforza di non fare la doccia con le sue compagne, finché non è quasi costretta a farlo). Tuttavia, le intense sessioni di balletto la portano a uno stato di esaurimento fisico e l'intervento chirurgico viene quindi ritardato. Sempre più ansiosa di arrivare alla fine del processo, una mattina Lara chiama i servizi di emergenza e mutila il suo pene con un paio di forbici. Ma questo colpo di scena drammatico è seguito da un finale più sereno: nella scena finale, una Lara guarita, con i capelli più corti, cammina decisa per la strada ... Molto più (e molto meglio) che in altri film simili, Girl fornisce una sottile descrizione delle tipiche preoccupazioni adolescenziali (la vita quotidiana a scuola, le sessioni di balletto, il tempo solitario che trascorre nella sua camera da letto e il rapporto con un ragazzo) ma il vero focus è sul corpo di Lara, che viene mostrato sia come il "contenitore " di cui sta cercando di sbarazzarsi, ma anche come caratteristica essenziale delle sue ambizioni di ballerina. La lotta psicologica che Lara deve affrontare nella sua ricerca di una nuova identità sessuale è accompagnata dalla stessa lotta fisica che le impone il suo impegnativo allenamento di danza classica. (È interessante notare che l'eccezionale interpretazione di Victor Polster ha ricevuto il premio sia per il miglior attore che per la migliore attrice al Festival di Cannes.) |
Girl (by Lukas Dhont,
Belgium 2018) A different, yet equally touching, experience is told in Girl (see the trailers in Videos 1 and 2 below), in which fifteen-year-old Lara (Victor Polster) trains with all her dedication and determination to become a ballerina, and spares her body no sacrifice in the pursuit of her passion - that same body which is trapping her in. Lara is actually a girl born in a boy's body, and she thus has to face a double challenge: to realize her ambition to become a professional dancer (just like Charlie and his football ambitions) and, at the same time, to change her body accordingly. In this film, however, we follow the process of transition to her new identity: she is followed by both a physician and a psychologist, has to take hormones (which cause her frequent mood changes), and is approaching the final surgery. She is helped in this difficult transition period by a very supportive father (see Video 3), who is ready to accept her sexual choices - if only Lara could say whether she likes boys or girls! She painfully follows the long route that will lead her to take possession of the new body she so dramatically needs (in Video 4, she tries hard not to shower with her teammates, until she is nearly forced to). However, the intensive ballet sessions lead her to a state of physical exhaustion, and the surgery is therefore delayed. More and more anxious to come to the end of the process, one morning Lara calls emergency services and mutilates her penis with a pair of scissors. But this dramatic twist is followed by a more serene ending: in the final scene, a recovered Lara, with shorter hair, walks determinedly down a street ... Much more (and much better) than in other similar movies, Girl provides a subtle description of the typical teenage concerns (the daily life at school, the ballet sessions, the lonely time she spends in her bedroom, and the relationship with a boy) but the real focus is on Lara's body, which is shown both as the "container" which she is trying to get rid of, but also as the essential feature of her ballet ambitions. The psychological struggle which Lara has to face in her search for a new sexual identity is matched by the very physical struggle that her demanding ballet training imposes on her. Interestingly, Victor Polster's exceptional performance was awarded the prize for both best actor and best actress at the Cannes Film Festival. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3 Video 4 |
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3. Le questioni transgender nei film drammatici e nella commedie per
adulti Rispetto ai teen drama, i drama "adulti" e i "dramedies" (una sorta di sottogenere che è un misto di commedia e dramma) offrono storie di persone transgender che stanno aspettando che la loro transizione di genere sia completa, o si sono già "convertite" al loro nuovo genere e stanno ora vivendo una nuova vita, non necessariamente felice, poiché i problemi psicologici e sociali legati allo "scambio di genere" continuano spesso a colpire le persone coinvolte in questo importante cambiamento. Tutto ciò crea trame che offrono una prospettiva diversa rispetto al "coming out" e al "coming-of-age" dei film sugli adolescenti, e che spesso consentono di mitigare l'elemento drammatico con toni più leggeri, come suggerisce il termine "dramedy". Inoltre, queste storie transgender implicano spesso uno specifico contesto socioculturale, attraverso il quale le singole storie possono essere filtrate e meglio apprezzate. The crying game - La moglie del soldato (di Neil Jordan, GB 1992) Uno dei primi film a proporre una persona transgender come uno dei personaggi principali della trama e ad affrontare le questioni rilevanti in modo onesto e realistico è stato The crying game (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto), che, già nel 1992, ha messo in scena uno scontro diretto tra un uomo eterosessuale e un giovane transgender, con alcune sottili implicazioni per entrambi. Un terrorista dell'IRA, Fergus (Stephen Rea) deve fare la guardia a Jody (Forest Whitaker), un soldato britannico nero, che è stato catturato dall'organizzazione. Lentamente i due uomini diventano amici e, prima di morire, Jody chiede a Fergus di promettere che andrà a cercare la sua ragazza Dil (Jaye Davidson), che vive a Londra. Fergus mantiene la sua promessa, incontra Dil, una persona di razza mista, in un pub (vedi Video 3) e si innamora di lei. Tuttavia, ha una reazione violenta quando scopre che Dil è un ragazzo, ma, per salvarla dai suoi compagni dell'IRA, chiede a Dil di tagliarle i capelli e vestirsi da ragazzo. Quando, durante un fallito attacco terroristico, Dil spara all'ex amante di Fergus (Miranda Richardson), Fergus si lascia arrestare al suo posto. Nella scena finale (Video 4) vediamo Dil, di nuovo vestita da donna, visitare Fergus in prigione, promettendogli di aspettarlo. È durante questa visita che Dil racconta a Fergus la favola dello scorpione e della rana (*), che Fergus aveva già sentito da Jody. E infatti è Fergus, piuttosto che Dil, ad essere colpito da questo strano incontro. Dil è molto "femminile" nell'aspetto e nel comportamento e non mostra alcuna caratteristica associata a un transessuale maschio-femmina; sembra abbastanza stabile, anche se non felice, nel suo stato transgender (si noti che "Dil" in irlandese significa "caro" o "amato", e può essere usato sia per un ragazzo che per una ragazza) (Nota 3). Al contrario, le certezze di Fergus sul suo ruolo e status sessuale e di genere vanno in frantumi quando incontra Dil, che si innamora di lui e al cui affetto non può davvero resistere. Questo, insieme alla crisi delle sue convinzioni politiche, colpirà profondamente Fergus, che è imbarazzato quando Dil lo chiama "tesoro", ma non può allo stesso tempo negare il forte legame che si è sviluppato tra loro. In effetti, il rapporto speciale tra Fergus e Dil sfugge a qualsiasi semplice categorizzazione: Fergus non può tollerare di vedere questo rapporto come "una coppia romantica", non tanto per il timore di identificarsi come gay, quanto piuttosto per la difficoltà a conciliare la sua attrazione per Dil, che si aspettava fosse una donna, con il suo affetto per lei e, allo stesso tempo, la sua repulsione per la sua "anatomia di uomo" - e in effetti, questa ambiguità sessuale ed erotica, che attraversa il film, è al tempo stesso inquietante ed eccitante. Alla fine, tocchi di ironia e umorismo nero non impediscono a questo film di trasformarsi in uno strano ma commovente melodramma, che però unisce questioni di genere e sessualità con probemi etnici e politici - sebbene l'attraversamento di tutti questi confini si dimostri gravido di ossibili conseguenze negative. (*) "Uno scorpione vuole attraversare un fiume ma non sa nuotare, quindi chiede a una rana di trasportarlo. La rana esita, temendo che lo scorpione possa pungerla, ma lo scorpione promette di non farlo, facendogli notare che annegherebbe se uccidesse la rana in mezzo al fiume. La rana considera ragionevole questo argomento e accetta di trasportare lo scorpione. A metà del fiume, lo scorpione punge comunque la rana, condannando così entrambi. La rana morente chiede allo scorpione perché l'ha punta pur conoscendo la conseguenza, e lo scorpione risponde: "Mi dispiace, ma non ho resistito all'impulso. È nella mia natura." (Nota 2) |
3. Transgender issues in adult drama and dramedy Compared with teen drama, "adult" dramas and "dramedies" (a sort of subgenre which is a mixture of comedy and drama) offer stories about transgender people who are either waiting for their gender transition to be complete, or have already "crossed" their gender and are now living a new life - not necessarily a happy one, since the psychological and social problems associated with gender crossing often continue to affect the people involved in this important change. All this makes for storylines that offer a different perspective than the "coming out" and "coming-of-age" of teen dramas, and that often allow for the dramatic element to be tempered by lighter tones, as the term "dramedies" suggests. Besides, these transgender stories often imply a specific sociocultural context, through which the individual stories can be filtered and better appreciated. The crying game (by Neil Jordan, GB 1992) One of the first films to offer a transgender person as one of the main characters in the plot, and to deal with the relevant issues in an honest and realistic way was The crying game (see the trailers in Videos 1 and 2 below), which, as early as 1992, staged a direct confrontation between an heterosexual man and a transgender youth, with some subtle implications for both. An IRA terrorist, Fergus (Stephen Rea) has to stand guard over Jody (Forest Whitaker), a black British soldier, who has been captured by the organisation. Slowly the two men become friends, and, before dying, Jody asks Fergus to promise that he will go and seek out his girlfriend Dil (Jaye Davidson), who lives in London. Fergus keeps his promise, meets Dil, a mixed-race person, in a pub (see Video 3) and falls for her. However, he has a violent reaction when he discovers that Dil is a boy - but, to save her from his fellow IRA people, he asks Dil to cut her hair and dress as a boy. When, during a failed terrorist attack, Dil shoots Fergus's former lover (Miranda Richardson, Fergus allows himself to be arrested in her place. In the final scene (see Video 4) we see Dil, again dressed as a woman, visit Fergus in jail, promising to wait for him. It is during this visit that Dil tells Fergus the fable of the scorpion and the frog (*), which he had already heard from Jody. And indeed it is Fergus, rather than Dil, to be affected by this strange encounter. Dil is very "feminine" in her looks and behaviour and does not show any features associated with a male-to-female transsexual; she seems quite stable, although not happy, in her transgender state (note that "Dil" is Irish for "dear" or "beloved", and may be given to a boy or a girl)(Note 3). In contrast, Fergus's certainties about his sex and gender role and status are shattered when he meets Dil, who falls in love with him, and whose affection he cannot really resist. This, along with the crisis in his political beliefs, will deeply affect Fergus, who is embarrassed when Dil calls him "honey", but cannot at the same time deny the strong bond that has developed between them. Indeed, the special relationship between Fergus and Dil defies any simple categorization: Fergus cannot tolerate to see this relationship as "a romantic couple", not so much for the fear of identifying himself as gay, as rather for the difficulty in reconciling his attraction for Dil, whom he had supposed to be a woman, with his affection for her and, at the same time, his repulsion for her anatomy as a man - and indeed, this sexual and erotic ambiguity, which runs through the film, is both disturbing and exciting. Eventually, touches of irony and black humour do not prevent this movie from turning into a strange, yet touching melodrama, which, however, joins together gender and sexuality with ethnicity and politics - although the crossing of all these borders is shown to have possible negative consequences. (*) "A scorpion wants to cross a river but cannot swim, so it asks a frog to carry it across. The frog hesitates, afraid that the scorpion might sting it, but the scorpion promises not to, pointing out that it would drown if it killed the frog in the middle of the river. The frog considers this argument sensible and agrees to transport the scorpion. Midway across the river, the scorpion stings the frog anyway, dooming them both. The dying frog asks the scorpion why it stung despite knowing the consequence, to which the scorpion replies: "I am sorry, but I couldn't resist the urge. It's in my nature." (Note 2) |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Soldier's girl (di Frank Pierson, USA 2003) Una storia simile è raccontata in Soldier's girl (vedi il trailer nel Video 1 qui sotto), in cui Barry (Troy Garrity), un soldato in una base americana, incontra per caso una "drag queen", Calpernia (Lee Pace) in un club durante una serata con i suoi commilitoni (Video 2), e se ne innamora. Questo ovviamente ha dure conseguenze sia nei rapporti con i suoi amici che da parte delle autorità militari. Tuttavia, Barry non rinuncia alla sua relazione con Calpernia, che sta ancora cercando di risparmiare i soldi per l'intervento chirurgico che completerà il suo cambio di sesso, e gradualmente accetta il suo "stato di transizione". Tuttavia, lo stress cresce in lui fino a quando non crolla e fa "quello che un soldato non dovrebbe mai fare", cioè inizia a piangere (Video 3), quando Calpernia vuole che vada a vederla esibirsi a un concorso locale. e non si sente pronto per farlo. Questa storia d'amore è destinata ad una tragica fine, quando, nella stessa notte del concorso, Barry viene picchiato a morte nel sonno da un soldato adolescente violento e omofobo - e quando Calpernia torna a casa, può solo apprendere della morte di Barry dalla radio (Video 4). Sebbene manchi della rappresentazione intrigante e sottile delle relazioni personali mostrata in The crying game, Soldier's girl è un film toccante, che evidenzia, più che i problemi affrontati dalle persone transgender ancora "in transizione", le pressioni tradizionali, patriarcali e omofobe che possono influenzare la vita di una coppia che non aderisce agli standard normalmente accettati. |
Soldier's girl (by Frank Pierson, USA 2003) A similar story is told in Soldier's girl (see the trailer in Video 1 below), where Barry (Troy Garrity), a soldier in an American base, happens to meet a "drag queen", Calpernia (Lee Pace) in a club during a night-out with his fellow soldiers (Video 2), and falls in love with her. This obviously has hard consequences both in the relationship with his friends and from the military authorities. However, Barry does not give up his relationship with Calpernia, who is still trying to save money for the surgery that will complete her sex reassignment, and gradually accepts her "transitional state". However, the stress builds up in him until he breaks down and does "what a soldier is never supposed to do", i.e. start crying (Video 3), when Calpernia wants him to go and see her perform at a local 4th of July pageant and he does not feel ready to do this. This love story meets a tragic end, when, on the same night of the pageant, Barry is beaten to death in his sleep by a violent, homophobic teenage soldier - and when Calpernia comes home, she can only learn of Barry's death on the radio (Video 4). Although lacking the intriguing, subtle depiction of personal relationships shown in The Crying game, The soldier's girl is still a touching movie, highlighting, more than the problems faced by transgender people still "in transition", the traditional, patriarchal, homophobic pressures that can affect the life of a couple who does not adhere to normally accepted standards. |
Video 1: Trailer Video 2 |
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Video 3 Video 4 Il film completo, in inglese con sottotitoli, è disponibile qui/The full film is available here. |
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Priscilla, la regina del deserto
(di Stephan Elliott, Australia 1994) Una conferma che le rappresentazioni realistiche delle persone transgender e dei loro problemi possono trovare espressione nelle "commedie drammatiche" e persino in un film semi-musicale è fornita da Priscilla (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto), che racconta il viaggio attraverso il deserto australiano di tre "drag queen", gli omosessuali Tick (Hugo Weaving) e Adam/Felicia (Guy Pearce) e la transgender Bernadette (Terence Stamp). Insieme, viaggiano su un pullman verso Alice Springs, dove dovrebbero esibirsi nell'hotel-casinò dell'ex moglie (bisessuale) di Tick. Il viaggio attraverso l'"outback" australiano è ricco di incidenti di vario genere: i tre amici non sempre si trovano d'accordo su vari argomenti e ogni tanto litigano (Video 3 e 4), e viaggiare nelle parti più tradizionali del Paese non è facile, dal momento che incontrano stigma, violenza e atteggiamenti omofobici (Video 5 e 6) - scoprendo così che gli aborigeni sono molto più tolleranti e aperti della popolazione bianca (oltre a parlare un ottimo inglese e ad amare le canzoni degli ABBA, il gruppo svedese già diventato un'icona gay). Priscilla si rivela così anche una sorta di "road movie", un viaggio nei contesti socioculturali e nei problemi personali, esistenziali: Bernadette ha perso da poco il "marito" e Tick è ansioso e preoccupato di incontrare la sua ex moglie e ancora di più suo figlio. Le splendide performance del trio (che spesso proseguono "fuori scena") vanno di pari passo con un messaggio non troppo implicito di tolleranza e accettazione della diversità in tutte le sue forme, comprese le nuove tipologie di "famiglia" che stavano emergendo al momento della realizzazione del film. In effetti, il figlio di Tick, Benji, essendo cresciuto in una famiglia non convenzionale e non nucleare, è piuttosto aperto e solidale nell'accettare la sessualità del padre, come si può vedere da questo dialogo: FELICIA: Sai cosa fa tuo padre per vivere? BENJI: Sì. FELICIA: Quindi suppongo che tu sappia che non gli piacciono le ragazze? BENJI: Sì, ha un ragazzo al momento? FELICE: No. BENJI: Nemmeno la mamma. Aveva una ragazza ma l'ha lasciata. "Priscilla è un interessante esempio di cinema australiano emergente: una tragi-commedia musicale ben recitata e diretta, sceneggiata in modo arguto ma sensibile; la narrazione affronta i problemi dell'omofobia tra i bianchi poveri nell'entroterra australiano, i diritti dei gay alla genitorialità, le relazioni dei transessuali con uomini eterosessuali, la misoginia all'interno della comunità gay e la situazione dei gruppi marginali in generale.bIn contrasto con il trattamento dei transgender nella commedia mainstream di Hollywood, lo humour in Priscilla non è così incentrato sulla figura travestita (tranne che nel senso ironico dell'eccesso 'drag-queen') come sul susseguirsi di situazioni bizzarre in cui i tre protagonisti ritrovano se stessi e le reazioni degli altri all'improbabile accostamento di 'drag-queen' e di 'deserto'." (Nota 4) |
The adventures of Priscilla, queen of the desert (by
Stephan Elliott, Australia 1994) A confirmation that realistic portrayals of transgender people and their problems can find expression in "dramedies" and even in a semi-musical film is provided by Priscilla (see the trailers in Videos 1 and 2 below), which tells about the journey across the Australian desert of three "drag queens", the homosexuals Tick (Hugo Weaving) and Adam/Felicia (Guy Pearce) and the transgender Bernadette (Terence Stamp). Together, they travel on a coach towards Alice Springs, where they are supposed to perform in Tick's former (bisexual) wife's hotel-casino. The journey across the Australian "outback" is full of incidents of various kinds: the three friends do not always agree on various topics and occasionally have verbal fights (Videos 3 and 4), and travelling into the most traditional parts of the country is not easy, since they meet with stigma, violence and homophobic attitudes (Videos 5 and 6) - thus finding out that the aboriginal people are far more tolerant and accepting than the white population (besides speaking excellent English and loving ABBA's songs, the Swedish group having already become a gay icon). Thus Priscilla turns out to be a sort of "road movie", too, a journey into sociocultural contexts as well as into personal, existential problems: Bernadette has recently lost her "husband" and Tick is anxious and worried about meeting his ex-wife and even more his son. The gorgeous performances of the trio (which often continue "off-stage") go hand-in-hand with a not-too-implicit message of tolerance towards and acceptance of diversity in all its forms, including the new types of "family" that were emerging at the time the film was made. Indeed, Tick's son Benji, having grown up in an unconventional, non-nuclear family, is quite open and supportive in his acceptance of his father's sexuality, as can be seen from this dialogue: FELICIA: You know what your father does for a living? BENJI: Yes. FELICIA: So I suppose you know he doesn’t like girls? BENJI: Yes, does he have a boyfriend at the moment? FELICIA: No. BENJI: Neither does mum. She used to have a girlfriend but she got over her. "Priscilla is an interesting example of emergent Australian cinema - a well-acted and directed musical tragic-comedy, wittily but sensitively scripted, the narrative addresses issues of homophobia among poor whites in the Australian outback, the rights of gays to parenthood, the relationships of transsexuals with straight men, misogyny within the gay community, and the plight of marginal groups in general. In contrast to the treatment of transgender in mainstream Hollywood comedy, the humour in Priscilla is not centred so much on the cross-dressed figure (except in the ironic sense of ‘drag-queen’ excess) as on the succession of bizarre situations in which the three protagonists find themselves and the reactions of others to the unlikely juxtaposition of ‘drag-queen in desert’." (Note 4) |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Tutto su mia madre (Todo sobra mi madre,
di Pedro Almodovar, Spagna 1999) Il tema della recitazione e della performance, dell'interpretazione di un ruolo, della vita come commistione di realtà e finzione, della vita che imita l'arte (o viceversa?), è centrale in Tutto su mia madre di Almodovar (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto), unitamente ai diversi modi in cui può essere espresso (cinema, teatro, televisione). "Manuela (Cecilia Roth), madre single e infermiera in un centro di trapianti di organi, dopo la morte in un incidente stradale del figlio diciassettenne Estéban (Eloy Alzorin), che correva dietro all'attrice Huma (Marisa Paredes) per chiederle un autografo, si trasferisce da Madrid a Barcellona, alla ricerca del padre di suo figlio, anche lui chiamato Estéban: scoprirà che lui, dopo aver cambiato sesso, è ora prostituto e contagiato dall'AIDS (che ne causerà la morte)( Video 5); si metterà in contatto anche con Huma, che la assumerà come sua segretaria, e che una sera sostituirà anche in uno spettacolo teatrale; e aiuterà anche un travestito, Agrado (Antonia San Juan) come pure una suora, Rosa (Penélope Cruz) che si prende cura delle prostitute. Rosa, rimasta incinta durante un rapporto con Estéban, è anch'essa contagiata dall'AIDS, e Manuela, dopo la morte di Rosa, si prenderà cura del suo bambino (che sarà chiamato, ancora una volta, Estéban) - un bambino che nasce miracolosamente senza l'infezione. Tutto su mia madre avrebbe potuto benissimo intitolarsi "Tutto sulle donne", visto che si tratta di una galleria di ritratti femminili: gli uomini sono travestiti, o transessuali, e/o muoiono comunque durante il racconto; e le identità sessuali e di genere sono ancora una volta denunciate. Anche le donne hanno ruoli diversi: sono attrici, prostitute, madri che perdono i figli e si prendono cura di altre donne (come fanno Manuela e Rosa). Si tratta dunque di figure femminili che hanno tutte a che fare con la maternità come rigenerazione (Nota 5): dal trapianto di organi, rinnovamento di una vita, alla nascita del terzo Estéban del racconto. Viene ricreata la famiglia stessa come istituzione: come disse lo stesso Almodóvar, "[Una] varietà di famiglie ... sono possibili in questi tempi. Se c'è qualcosa che caratterizza la fine del ventesimo secolo è la rottura della famiglia tradizionale. Adesso si possono formare famiglie con altri membri, altri legami, altri rapporti biologici che devono essere rispettati. La cosa più importante è che i membri della famiglia si amino" (Nota 6). E la stessa identità fisica femminile viene ridisegnata: quando una sera la rappresentazione di "Un tram che si chiama Desiderio" viene annullata, Agrado sale sul palco (Video 3 e 4) e improvvisa un esilarante monologo in cui racconta al pubblico quanto sono state costose le operazioni chirurgiche che ha dovuto subire per diventare donna, concludendo con: "Una donna è tanto più autentica quanto più assomiglia a ciò che sogna di essere". Agrado rappresenta nel modo più esplicito le trans-identità: tra maschile e femminile, tra realtà e finzione, tra natura e artificio, incarna una ridefinizione della sessualità che sottolinea la natura indefinita del "genere", la sua instabilità e la sua trasgressione . L'identità non è né fissa e assoluta né "binaria": per questo Almodóvar ha sempre rifiutato di essere considerato un "regista gay", sottolineando sempre di non essere interessato alla semplice (e fin troppo facile) dicotomia tra "eterosessualità" e "omosessualità"." (Nota 7) |
All about my mother
(Todo sobra mi madre, by Pedro Almodovar, Spain 1999) The theme of acting and performance, of playing a role, of life as a mix of reality and fiction, of life imitating art (or viceversa?), is of central importance in Almodovar's All about my mother (see the trailers in Videos 1 and 2 below), together with the different ways in which it can be expressed (cinema, theatre, television). "Manuela (Cecilia Roth), a single mother and a nurse in an organ transplant centre, after the death in a car accident of her seventeen-year-old son Estéban (Eloy Alzorin), who was running after actress Huma (Marisa Paredes) to ask her for an autograph, moves from Madrid to Barcelona, looking for her son's father, also named Estéban: she will find out that he, after changing sex, is now a prostitute and infected with AIDS (which will cause his death)(Video 5); she will also get in touch with Huma, who will employ her as her secretary, and whom she will even replace in a theatre performance one night; and she will also help a transvestite, Agrado (Antonia San Juan) as well as a nun, Rosa (Penélope Cruz) who takes care of prostitutes. Rosa, who got pregnant during an intercourse with Estéban, is infected with AIDS as well, and Manuela, after Rosa's death, will take charge of her baby (who will be named, once again, Estéban) - a baby who is miraculously born without the infection. All about my mother could just as well have been given the title of "All about women", since it is a gallery of female portraits: men are transvestites, or transsexual, and/or they die anyway during the story; and sexual and gender identities are once again exposed. Women, too, play a range of roles: they are actresses, prostitutes, mothers who lose their children and who take care of other women (as Manuela and sister Rosa do). Thus we are dealing with female figures who all have to do with maternity as regeneration (Note 5): from the organ transplant, renewing a life, to the birth of the third Estéban in the story. The family itself as an institution is re-created: as |
Video 1: Trailer italiano Video 2: Original trailer with English subtitles |
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Video 3: Italiano Video 4: Spanish with English subtitles |
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Video 5 |
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Normal (di Jane
Anderson, USA 2003) Normal (vedi il trailer nel Video qui sotto) si concentra sul difficile periodo di transizione da un punto di vista insolito, quello di una famiglia "normale" che si trova improvvisamente di fronte a una questione transgender - quindi il film racconta molto non solo della persona coinvolta nella transizione, ma anche (e forse anche di più) delle reazioni della sua famiglia e della comunità di cui fanno parte. Roy (Tom Wilkinson), subito dopo il suo 25° anniversario di matrimonio con la moglie Irma (Jessica Lange), rivela di essersi sempre sentito una donna nel corpo di un uomo. Questa scioccante rivelazione è solo l'inizio di un incubo: Irma prima cerca di negare la cosa, poi si arrabbia, poi molto lentamente e gradualmente fa del suo meglio per cercare di capire e sostenere Roy. Tuttavia, sebbene la loro figlia sembri accettare questa situazione insolita, suo fratello maggiore semplicemente non può tollerarla e litiga con Roy. Inoltre, la comunità religiosa a cui appartiene la famiglia li mette sotto pressione: Roy viene espulso dal coro della chiesa, e anche sul lavoro deve affrontare l'ostracismo dei colleghi, soprattutto quando inizia a vestirsi da donna. Il contesto sociale e culturale è descritto in dettaglio, così come la decisione traumatica ma incrollabile di Roy di intraprendere una transizione completa. Non c'è una facile via d'uscita, e il film segue Roy e Irma mentre si riavvicinano gradualmente, con il messaggio finale che è l'amore, qualunque forma possa assumere, che può aiutare le persone "normali" ad affrontare ciò che a prima vista sembra puntare alla distruzione di un'intera famiglia e di una rete di relazioni. |
Normal (by
Jane Anderson, USA 2003) Normal (see the trailer in the Video below) focusses on the difficult transition period from an unusual point of view, that of a "normal" family who is suddenly faced with a transgender issue - thus the film tells a lot not just about the person involved in the transition, but also (and perhaps even more) about his family's reactions and those of the community they are part of. Roy (Tom Wilkinson), just after his 25th marriage anniversary with wife Irma (Jessica Lange), reveals that he has always felt like a woman in a man's body. This shocking revelation is just the beginning of a nightmare: Irma first tries to deny the thing, then gets angry, then very slowly and gradually does her best to try to understand and support Roy. However, although their daughter seems to be accepting this unusual situation, her older brother simply cannot tolerate it, and even gets into a fight with Roy. Besides, the religious community the family belongs to puts pressure on them: Roy is kicked out of the church choir, and at work, too, he has to face his colleagues' ostracism, especially when he starts dressing like a woman. The social and cultural context is described in detail, as well as Roy's traumatic yet unwavering decision to go for a complete transition. There is no easy way out, and the film only follows Roy and Irma as they gradually get closer again, with the ultimate message that it is love, whatever form it may take, that can help "normal" people to face what at first seems to point to the destruction of a whole family and a network of relationships. |
Trailer - Il film completo, in inglese con sottotitoli, è disponibile qui/The full film is available here. |
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Bad education (La
mala educacion, di Pedro Almodovar, Spagna 2004) In molti dei suoi film Almodovar continua a tornare sui suoi principali interessi (e ossessioni), che spesso includono una preoccupazione per l'identità - basata sul sesso e sul genere, ma anche sociale e politica. Bad education (vedi il trailer nel Video 1 sotto) è un film complesso, ambientato in parte nel passato e in parte nel presente, con frequenti flashback, trame multiple, narratori diversi e una serie di questioni che complicano ulteriormente la trama. Non si tratta solo, come lascia intendere la piastrella, di educazione nelle scuole cattoliche di un passato non troppo lontano (con i suoi riti repressivi, ipocriti, accompagnati da implicite e persino esplicite omosessualità al limite della pedofilia - vedi Video 2), ma anche di come le relazioni passate influenzano le persone mentre crescono e affrontano identità che cambiano (Video 3). Non è un caso che i personaggi principali abbiano a che fare con la "performance" - o come regista, o come attore, o come prete trasformato in uomo d'affari, oltre al travestimento e agli atti di "drag queen" ( vedi Video 4) - tutti sembrano sentire il bisogno di "trasvestirsi", anche letteralmente, per crearsi un ruolo e un'immagine. E sebbene il film non tratti direttamente le questioni transgender, il sesso e l'incrocio di genere è uno dei fili conduttori della trama. Lo stesso Almodóvar ha descritto uno dei personaggi principali, Juan, come una "femme fatale" del film noir americano degli anni '40 e '50: "La femme fatale è un "enfant terrible" interpretato da Gael Garcia Bernal, che segue in le orme di Barbara Stanwyck, Jane Greer, Jean Simmons, Joan Bennet.... e altre maledizioni sotto forma di donne" (Nota 8) (Per un'analisi dettagliata di questo film, vedi Pedro Almodóvar: questioni di identità - Terza parte) |
Bad education (La mala educacion, by Pedro
Almodovar, Spain 2004) In many of his films Almodovar keeps coming back to his main interests (and obsessions), which often include a concern with identity - sex- and gender-based, but social and political as well. Bad education (see the trailer in Video 1 below) is a complex film, set part in the past and part in the present, with frequent flashbacks, multiple storylines, different narrators and a range of issues which further complicate the plot. It is not just about, as the tile may imply, education in Catholic schools of a not-so-distant past (with its repressive, hypocritical rituals matched by implicit and even explicit homosexuality verging on paedophilia - see Video 2), but also about how past relationships affect people as they grow up and face changing identities (Video 3). It is not by chance that the main characters have to do with "performance" - either as a film director, or as an actor, or as a priest turned into a businessman, plus the cross-dressing and the "drag queen" acts (see Video 4) - they all seem to feel the need to "cross dress", even literally, in order to create a role and image for themselves. And although the film does not deal directly with transgender issues, the sex and gender crossing is one of the main threads in the storyline. (For a detailed analysis of this film, see |
Video 1: Trailer Video 2 |
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Video 3 Video 4 |
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Transamerica (di Duncan Tucker, USA 2005) Una storia toccante ma realistica e, a volte, persino divertente, di un uomo transgender che sta per attuare lo "scambio del sesso" è raccontata in Transamerica (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto), in cui il transessuale Bree (Felicity Huffman) scopre improvvisamente di avere un figlio, ora adolescente, Toby (Kevin Zegers), che si prostituisce. Bree inizia un lungo viaggio attraverso l'America (da cui l'ambiguo titolo del film) con suo figlio (Video 4) - e il film si trasforma in un peculiare "road movie", un lungo periodo durante il quale padre e figlio si scambiano opinioni e sentimenti, dolori e traumi: la verità su Bree verrà rivelata a poco a poco, man mano che i due imparano ad accettarsi e ad amarsi. Nel frattempo, i flashback gettano luce sulle esperienze passate di Bree, incluso il difficile e doloroso processo di affrontare trattamenti e interventi chirurgici, così come i problemi del cambiamento di atteggiamenti e non solo di attributi fisici, e lo stigma che inevitabilmente segue coloro che sono abbastanza coraggiosi da seguire il loro nuovo percorso di vita. Nel Video 3, ad esempio, Bree, che ha bisogno di un consenso medico per l'operazione finale, viene intervistata da un medico che, dopo essere stato informato dei vari trattamenti che Bree ha dovuto subire, dice: "Sembri molto autentico", a cui Bree risponde: "Cerco di mimetizzarmi, mantenere un profilo basso, credo che la terminologia gergale sia 'vivere sottotono'". E quando le viene chiesto: "Ti consideri una persona felice?", Bree risponde: "Sì ... No, lo sarò". Il medico spiega poi che l'American Psychiatric Association considera ancora la disforia di genere come un disturbo mentale molto grave - a cui Bree risponde, in modo molto assertivo, "Dopo la mia operazione nemmeno un ginecologo sarà in grado di rilevare nulla di straordinario nel mio corpo ... sarò una donna ...non trovi strano che la chirurgia plastica possa curare un disturbo mentale?". Quindi il film è abbastanza audace nello svelare sia i problemi più intimi affrontati dalle persone transgender sia gli stereotipi e i preconcetti che ancora circondano la transizione di genere e il diritto di chiunque di essere accettato e apprezzato per ciò che realmente è (o intende essere). |
Transamerica (by Duncan Tucker, USA 2005) A touching yet realistic and even, at times, amusing story of a transgender man just about to cross genders is told in Transamerica (see the trailers in Videos 1 and 2 below), where transsexual Bree (Felicity Huffman) suddenly learns that he has a son, now a teenager, Toby (Kevin Zegers), a male prostitute. Bree starts a long drive across America (whence the ambiguous title of the movie) with her son (Video 4) - and the film turns into a peculiar "road movie", a long time during which father and son exchange their views and feelings, their pains and traumas: the truth about Bree will be revealed little by little, as the two of them learn to accept and love each other. In the meantime, flashbacks throw light on Bree's past experiences, including the difficult, painful process of facing treatments and surgery, as well as the problems of changing attitudes and not just physical attributes, and the stigma that inevitably follows those who are brave enough to follow their new path in life. In Video 3, for example, Bree, who needs a medical consent for the final operation, is interviewed by a physician who, after being told about the various treatments Bree has had to go through, says, "You look very authentic", to which Bree replies, "I try to blend in, keep a low profile, I believe that the slang terminology is living still". And when she is asked, "Do you conside yourself to be a happy person?", Bree replies, "Yes ... No, I will be". The physician then explains that the American Psychiatric Association still considers gender dysphoria as a very serious mental disorder - to which Bree replies, very assertively, "After my operation not even a gynaecologist will be able to detect anything out of the ordinary about my body ... I will be a woman ...don't you find it odd that plastic surgery can cure a mental disorder?". So the film is quite bold in unveiling both the most intimate problems faced by transgender people and the stereotypes and preconceptions that still surround gender crossing and the right of anybody to be accepted and appreciated for what one really is (or intends to be). |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3 Video 4 |
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Laurence anyways (di Xavier Dolan, Canada/Francia
2012) Il regista Xavier Dolan, "bambino prodigio" del cinema canadese (e mondiale), ha diretto a soli ventidue anni uno dei film più toccanti e stimolanti sulla transessualità, Laurence anyways (vedi i trailer nei Video 1 e 2 squi otto). Il film registra il processo stressante che un insegnante di lettere, Laurence (Melvil Poupaud), decide di iniziare, quando compie trentacinque anni, rivelando che vuole cambiare sesso. Laurence ha un'appassionata storia d'amore con una ragazza eccentrica e determinata, Fred (Suzanne Clémen), che in un primo momento sembra accettare questa decisione - ma questo è solo l'inizio di un lungo e doloroso percorso che i due amanti dovranno seguire. Fred ha bisogno di capire cosa stia realmente accadendo, tanto più che siamo tutti incerti sulle forme che può assumere la sessualità: così in un confronto feroce, ma molto commovente (Video 3 e 4) accusa prima Laurence di essere omosessuale - e Laurence si sforza di spiegare cosa si sente veramente di essere: "Non mi piacciono gli uomini, il fatto è che non sono fatto per essere un uomo ... Vivo così da 35 anni ed è un crimine ... sto rubando la vita di qualcun altro ... la vita che ho dovuto vivere quando sono nato...". Fred è confusa e non riesce a cogliere la nuova realtà: "Quindi quello che abbiamo vissuto finora non ha valore, tutto va reinterpretato? ... Ti sei travestita? Ti sei truccata? Hai provato la mia biancheria intima?", che Laurence nega, anche se ammette di aver provato un reggiseno, ma "Non ho ucciso nessuno, Fred" - "La nostra vita non è reale ... mentre aspettiamo la nostra vita reale ". Anche Fred dovrà affrontare una transizione molto difficile: prima deciderà di abortire senza dirlo a Laurence, poi sentirà il bisogno di un nuovo partner... finchèm l'appassionata relazione tra i due li spingerà di nuovo di nuovo l'uno verso l'altro ... Il film si trasforma così in un intenso melodramma, con un tocco di storia d'amore quasi classica, in cui però i sentimenti più intimi sono condivisi in un diario toccante ma realistico di un processo doloroso. E verso la fine (Video 5), vediamo Laurence entrare nella sua classe vestito da donna, seguito da momenti di silenzio teso, fino a quando uno degli alunni fa semplicemente una domanda sul lavoro... un segnale che l'accettazione sta arrivando ... Successivamente vediamo Laurence camminare in modo deciso lungo i corridoi della scuola, con gli studenti che lo fissano, confusi, imbarazzati, divertiti ... finché Laurence parla con un suo collega, dicendo: "È una rivoluzione", segnando, per una volta, il trionfo della diversità e della libertà sullo stigma e sugli stereotipi. |
Laurence anyways (by Xavier Dolan, Canada/France 2012) Director Xavier Dolan, "child prodigy" of Canadian (and world) cinema, directed when he was just twenty-two one of the most touching and thought-provoking movies about transsexuality, Laurence anyways (see the trailers in Videos 1 and 2 below). The films records the stressful process that a literature teacher, Laurence (Melvil Poupaud) decides to start, as he turns thirty-five, by revealing that he wants to change sex. Laurence has a passionate love story with an eccentric, determinate girl, Fred (Suzanne Clémen), who seems at first to accept this decision - but this is just the start of a long, painful path that the two lovers will have to follow. Fred needs to understand what is really happening, and all the more so since we are all uncertain about the forms that sexuality can take: thus in a fierce, yet very moving confrontation (Videos 3 and 4) she first accuses Laurence to be homosexual - and Laurence tries hard to explain what he really feels he is: "I don't like men, the fact is that I'm not made to be a man ... I've been living like this for 35 years and it's a crime ... I'm stealing somebody else's life ... the life I had to live when I was born ...". Fred is confused and unable to grasp the new reality: "So what we've lived so far has no value, everything must be re-interpreted? ... Did you cross-dress? Did you use make-up? Did you try on my underwear?", which Laurence denies, although he admits that he has tried on a bra, but "I haven't killed anybody, Fred" - "Our life isn't real ... while we wait for our real life". Fred, too, will have to go throgh a very difficult transition: she will first decide to have an abortion without telling Laurence, then will feel the need for a new partner ... until the passionate relationship between the two of them will eventually draw them towards each other again ... The film thus turns into an intense melodrama, with a touch of an almost classical love story, in which, however, the most intimate feelings are shared in a touching yet realistic diary of a painful process. And towards the end (Video 5), we see Laurence entering his classroom dressed like a woman, followed by moments of tense silence, until one of the pupils simply asks a question about their work ... a signal that acceptance is on its way ... Next we see Laurence walking in a determined way along the corridors of the school, with the students staring at him, confused, embarrassed, amused ... until Laurence talks to a colleague of his, saying, "It's a revolution", marking, for once, the triumph of diversity and freedom over stigma and stereotypes. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Video 3: Italiano Video 4: Original version with subtitles |
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Video 5 |
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Dallas Buyers Club (di Jean-Marc Vallée, USA 2013) Basato su una storia vera della metà degli anni '80 (il periodo dell'epidemia di AIDS, questo film (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto) racconta la vita di Ron (Matthew McConaughey), un giovane rigorosamente eterosessuale e molto omofobo a cui, dopo essere stato diagnosticato l'AIDS con solo un mese di vita, viene negato un nuovo farmaco sperimentale. Corrompendo un'infermiera riesce ad ottenere il farmaco, ma peggiora rapidamente per un'overdose dello stesso. In ospedale incontra Rayon (Jared Leto) (Video 3), una donna trans sieropositiva e tossicodipendente, alla quale inizialmente è molto ostile. Mentre la sua salute peggiora, incontra un americano, il dottor Vass, la cui licenza medica è stata revocata perché il suo lavoro con i malati di AIDS aveva violato le normative statunitensi. Vaas gli prescrive un cocktail di farmaci che include una proteina non ancora ufficialmente approvata e, quando il nuovo trattamento sembra migliorare rapidamente le condizioni di Ron, Ron decide di fondare il "Dallas Buyers Club" con l'aiuto di Rayon, che può fornirgli tanti soci. Il club inizia a vendere i cocktail proteici, che Ron importa illegalmente, che costituiranno una risorsa importante per tutti i malati di AIDS, ma provocheranno anche la reazione della FDA americana (la Food and Drug Asministration) e delle grandi aziende farmaceutiche. Il film non è particolarmente incentrato sulle questioni transgender, sebbene Rayon sia un personaggio centrale, ma sulla crisi dell'AIDS, sulle implicazioni sociali ed economiche, oltre che etiche, della fornitura di cure ai malati di AIDS, e sulle battaglie legali coinvolte. Quindi è anche un film sulla diversità sessuale, lo stigma sociale e il valore della vita umana in tutte le sue forme - e tutto questo attraverso il personaggio di Ron, che seguiamo nello sviluppo dei suoi atteggiamenti nei confronti delle persone LGBTQA+: dalla sua forte omofobia iniziale alla sua graduale accettazione della diversità attraverso l'esperienza dolorosa della malattia. In una scena emblematica (Video 4), lo vediamo difendere Rayon e costringere un ragazzo a stringergli la mano... L'eccezionale interpretazione di McConaughey e Leto è stata premiata con due Academy Awards (come miglior attore protagonista e come miglior attore non protagonista, rispettivamente ). |
Dallas Buyers Club (by Jean-Marc Vallée, USA 2013) Based on a true story in the middle 1980s (the period of the AIDS epidemic), this film (see the trailers in Videos 1 and 2 below) tells about the life of Ron (Matthew McConaughey), a strictly heterosexual and very homophobic young man who, after been diagnosed AIDS with only a month left to live, is denied an experimental new drug. By corrupting a nurse, he manages to obtain the drug, but quickly gets worse owing to an overdose of the same. At the hospital he meets Rayon (Jared Leto) (Video 3), a drug-addicted, HIV-positive trans woman to whom he is initially very hostile. As his health worsens, he meets an American, Dr. Vass, whose medical license was revoked because his work with AIDS patients had violated US regulations. Vaas prescribes him a cocktail of drugs which includes a protein not yet officially approved, and, when the new treatment seems to quickly improve Ron's condition, Ron decides to establish the "Dallas Buyers Club" with the help of Rayon, who can provide him with lots of members. The club starts selling the protein cocktails, which Ron imports illegally, and will constitute an important resource for all AIDS patients, but will also cause the reaction of the American FDA (the Food and Drug Asministration) as well as of the Big Pharma companies. The film is not particularly focussed on transgender issues, although Rayon is a central character, but on the AIDS crisis, the social and economic, as well as ethical, implications of providing treatments to AIDS patients, and the legal battles involved. Thus it is also a film about sexual diversity, social stigma, and the value of human life in all its forms - and all this through Ron's character, whom we follow in the development of his own attitudes towards LGBTQA+ people: from his initial strong homophobia to his gradual acceptance of diversity through the painful experience of the disease. In an emblematic scene (Video 4), we see him defending Rayon and forcing a guy to shake his/her hand ... The exceptional performance of McConaughey and Leto was recognized with two Academy Awards (for Best Actor in a main role and for Best Actor in a supporting role, respectively). |
Video 1: Trailer italiano Video 2: International trailer |
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Video 3 Video 4 |
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Una nuova amica (Une nouvelle amie, di
François Ozon, Francia 2014) In parte commedia mista a satira, in parte dramma con intuizioni psicologiche - un esempio standard di quelle che sono state chiamate "dramedies" - Una nuova amica (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto) è una delle esplorazioni del regista francese Ozon sulla sessualità e la diversità, temi centrali nella sua filmografia. Anche questo film racconta l'esperienza cross-gender di un uomo, David (Romain Duris), che ha recentemente perso la moglie ed è stato lasciato con il loro bambino a cui badare: nel Video 3 lo vediamo allattare il bambino, poi andare a vedere i vestiti di sua moglie - questo, come dice in voce fuori campo, fa scomparire improvvisamente il suo dolore, preso da una nuova sensazione di completezza, come se sua moglie fosse lì, come se gli stesse parlando: lei "è in lui". All'improvviso, la migliore amica di sua moglie, Claire (Anais Demoustier), gli fa visita per aiutarlo (Video 4) e lo trova vestito con gli abiti di sua moglie. È sorpresa ma non veramente scioccata e si scusa persino per la sua scoperta. Questo è solo l'inizio di una relazione rinnovata, e se la prima parte del film è incentrata sui cambiamenti vissuti da David, le parti successive si concentrano proprio sulle reazioni di Claire: affrontando una realtà diversa, non solo imparerà ad accettare David nella sua nuova identità, ma anche, e soprattutto, rivaluterà gradualmente la sua lunga amicizia con la moglie di David e gli atteggiamenti intolleranti del suo rigido fidanzato e alla fine imparerà a mettere a punto la sua nuova relazione con David. Il processo di Claire è una scoperta di sé e una ridefinizione dei ruoli e dello status tradizionali delle donne. Il messaggio che il film suggerisce è quindi che la diversità può essere apprezzata anche attraverso il doloroso processo di un uomo che attraversa i sessi, e questo porta anche a una ridefinizione dell'amicizia (e forse dell'amore) su nuovi terreni, dove una sessualità incerta sostituisce la patriarcale virtù del sesso "normale", standard e i ruoli di genere. Una delle scene finali (Video 5) mostra Claire con la sua nuova "amica" che fa shopping in un centro commerciale ... |
The new girlfriend (Une nouvelle amie, by
François Ozon, France 2014) Part comedy mixed with satire, part drama with psychological insights - a standard example of what have been called dramedies - The new girlfriend (see the trailers in Videos 1 and 2 below) is one of French director Ozon's explorations of sexuality and diversity, central themes in his filmography. This film, too, deals with the cross-gender experience of a man, David (Romain Duris), who has recently lost his wife and has been left with their baby to care after: in Video 3 we see him feeding the baby, then going to see his wife' clothes - this, as he says in voice-over, suddenly makes his grief disappear, taken over by a new feeling of completeness, as if his wife were there, as if she were talking to him: she "was in him". Suddenly, his wife's best friend, Claire (Anais Demoustier) calls at his house to help him (Video 4) and finds him dressed up in his wife's clothes. She is surprised but not really shocked, and even apologizes for her discovery. This is just the beginning of a renewed relationship, and if the first part of the movie is focussed on the changes that David experiences, the later parts actually centre on Claire's reactions: by facing a different reality, she will not only learn to accept David in his new identity, but will also, and most importantly, gradually re-appraise her long-standing friendship with David's wife and her rigid boyfriend's intolerant attitudes, and will eventually learn to fine-tune her new relationship with David. Claire's process is one of self-discovery as well as a re-definition of female traditional roles and status. The message the film implies is thus that diversity can be appreciated even through the painful process of a man crossing genders, and this also leads to a re-definition of friendship (and perhaps love) on new grounds, where an uncertain sexuality replaces the patriarchal virtues of "normal", standard sex and gender roles. One of the final scenes (Video 5) shows Claire with her new "girlfriend" shopping at a mall ... |
Video 1: Trailer italiano Video 2: French trailer with English subtitles |
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Video 3 Video 4 |
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The Danish girl (di Tom
Hooper, GB/USA 2015) Ispirato alla storia vera dell'artista danese Wegener, il primo uomo transessuale a subire un intervento chirurgico per diventare donna negli anni '20 del secolo scorso, questo film (vedi i trailer nei Video 1 e 2 qui sotto) racconta il difficile processo di transizione di genere seguito da Einar (Eddie Redmayne), ma il focus principale è sulla relazione con sua moglie Gerda (Alicia Vikander), che, nonostante l'esperienza inquietante e stressante che devono affrontare come coppia sposata, gioca un ruolo fondamentale con il suo atteggiamento di supporto e cura. Sia Einar che Gerda sono artisti e quando a lei viene chiesto di scegliere soggetti diversi per dare impulso alla sua carriera, convince Einar a travestirsi da donna e dipinge il suo ritratto come "Lily" (Video 3). Tuttavia, quello che sembra essere un "trucco" temporaneo e casuale ha profonde conseguenze per Einar, che si rende conto che il travestitismo è solo l'elemento superficiale del suo "sentirsi" donna piuttosto che uomo. Inizia così a travestirsi, sia a casa che in pubblico, ma mentre sviluppa gradualmente l'idea precisa di cambiare sesso, Gerda inizia a sentire che questo non è più un "gioco", che il suo rapporto sta cambiando, con la dolorosa consapevolezza che sta perdendo Einar: "Ho bisogno di parlare con mio marito, ho bisogno di stringere mio marito ..." (Video 4 e 5). Tuttavia, Gerda alla fine arriva ad accettare la decisione di Einar di cambiare sesso, ma questo processo è ancora doloroso - come vediamo nel Video 6, quando, alla vigilia dell'operazione di cambio di sesso, dopo che Einar ha ricevuto ripetute rassicurazioni dal chirurgo, i due devono separarsi per la notte, e dopo che Gerda se n'è andata, Einar scoppia a piangere... la decisione è stata presa, ma l'impatto emotivo è ancora più grande che mai ... finché, nelle scene finali (Video 7), vediamo Gerda ed Einar, ancora scioccati da quello che hanno passato, ma pronti ad accettare le sfide che ancora li attendono nella loro nuova esperienza di vita... Sebbene la performance di Eddie Redmayne sia stata sbalorditiva, l'Oscar è andato ad Alicia Vikander come migliore attrice in un ruolo "di supporto" - e in effetti, il suo atteggiamento "di sostegno" nel film è forse ciò che porta avanti l'intera storia. |
The Danish girl (by Tom
Hooper, GB/USA 2015) Inspired by the true story of the Danish artist Wegener, the first transsexual man to undergo surgery to become a woman in the 1920s, this film (see the trailers in Videos 1 and 2 below) chronicles the difficult process of gender-crossing followed by Einar (Eddie Redmayne), but the main focus is on the relationship with his wife Gerda (Alicia Vikander), who, despite the disturbing and stressing experience which they have to face as a married couple, plays a basic role with her supportive amd caring attitude. Both Einar and Gerda are artists, and when she is prompted to choose different subjects to boost her career, she persuades Einar to cross-dress as a woman, and paints his portrait as "Lily" (Video 3). However, what seems to be a temporary, casual "trick", has deep consequences for Einar, who realizes that cross-dressing is just the surface element in his "feeling" as a woman rather than a man. Thus he starts cross-dressing, both at home and in public, but while he gradually develops the definite idea of crossing genders, Gerda begins to feel that this is no longer a "game", that her relationship is changing, with the painful realization that she is losing Einar: "I need to talk to my husband, I need to hold my husband ..." (Videos 4 and 5). However, Gerda eventually comes to accept Einar's decision to change sex, but this process is still painful - as we see in Video 6, when, on the eve of the sex-change surgery, after Einar has received repeated reassurances from the surgeon, they have to part for the night, and after Gerda has left, Einar bursts out crying ... the decision has been made, but the emotional impact is still as great as ever ... until, in the final scenes (Video 7), we see Gerda and Einar, still shocked by what they have gone through, but ready to accept the challenges that still await them in their new life experience ... Although Eddie Redmayne's performance was stunning, the Academy Award went to Alicia Vikander as Best Actress in a "supporting" role - and indeed, her "supportive" attitude in the film is perhaps what carries forward the whole story. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Video 3 |
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Video 4 Video 5 |
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Video 6 Video 7 |
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4. Conclusione In questo Dossier si sarà notato che, sebbene le tematiche transgender siano entrate nelle trame cinematografiche, anche nei film "mainstream" e "commerciali", l'accento è posto, in generale, sui problemi psicologici e sociali incontrati dai personaggi transgender sia con se stessi che nelle loro relazioni familiari e comunitarie. Pochi film toccano o addirittura accennano alle implicazioni socio-culturali e politiche più generali di tali esperienze, per non parlare della lotta che le persone transgender devono affrontare, anche all'interno della popolazione LGBTQA+, per far valere i propri diritti ad un livello pubblico e socialmente riconoscibile. Questo, in un certo senso, rispecchia quanto accaduto con gli omosessuali, che però hanno presto trovato il modo di far rappresentare sullo schermo le loro ambizioni pubbliche e politiche (vedi il Dossier L'omosessualità nella storia del cinema, in particolare La Seconda e Terza parte). Le questioni relative alla transizione sessuale sono evidentemente ancora più problematiche dell'omosessualità per la loro rappresentazione sullo schermo: "Nonostante i cambiamenti nella rappresentazione, si giunge rapidamente alla conclusione che la maggior parte delle immagini di persone trans minimizza ripetutamente le implicazioni sociali, culturali e politiche della vita delle persone trans e si concentra invece su esperienze di livello micro e su dettagli personal. Ad esempio, questioni come la sessualità, la chirurgia per la riassegnazione del sesso e i membri della famiglia che non accettano sono sovrarappresentati nelle rappresentazioni dei media.Tuttavia, questioni come la discriminazione, il sistema di genere binario e le iniziative per i diritti civili, che sono state al centro del movimento transgender, sono raramente rappresentate. Le immagini dei media hanno il notevole potere di plasmare la percezione e formare le coscienze; sono una vera e propria spada a doppio taglio in quanto possono riflettere, creare e sfidare stereotipi e categorie di identificazione." (Nota 9) |
4. Conclusion Throughout this Dossier you will have noticed that, although transgender issues have entered film plots, also in "mainstream" and "commercial movies", the emphasis is, generally speaking, on the psycological and social problems encountered by transgender characters both with themselves and with their family and community relationships. Few, if any, films touch or even hint at the more general socio-cultural and political implications of such experiences, not to mention the struggle that transgender people have to face, even within the LGBTQA+ population, to assert their rights on a public and socially recognizable level. This, in a way, mirrors what happened with homosexuals, who, however, soon found the way to have their public and political ambitions portrayed on screen (see the Dossier Homosexuality in film history, especially Parts 2 and 3). The issues surrounding crossing genders are evidently even more problematic than homosexuality for their screen represenation: "Despite shifts in representation, one quickly comes to the conclusion that the majority of images of trans people repeatedly downplays the social, cultural and political implications of trans people’s lives, and focus instead on micro-level experiences and salacious personal details. For example, issues such as sexuality, sex reassignment surgery, and non-accepting family members are overrepresented in media depictions. However, issues such as discrimination, the binary gender system and civil rights initiatives, which have been a focus of the transgender movement, are rarely depicted. Media images have the remarkable power of shaping perception and informing consciousness; they are a veritable double-edged sword in that they can reflect, create and challenge stereotypes and categories of identification." (Note 9) |
Note/Notes
(1) Phillips J. 2006. Transgender on screen, Palgrave Macmillan, Basingstoke and New York, p. 165.
(2) Adattato da/Adapted from www.wikipedia.org
(3) Phillips 2006, p. 119.
(4) Phillips 2006, pp. 133-134.
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