Dossier  Dossiers

Billy Wilder, un regista tra due culture:
dietro l'apparenza, sotto l'allusione
(Seconda parte)




Billy Wilder, a director between two cultures:
behind appearances, beneath allusions
(Part 2)
Note:
- E' disponibile una versione pdf di questo Dossier.

- Alcuni video da YouTube, segnalati dal simbolo forniscono sottotitoli generati automaticamente. Clicca qui per dettagli su come visualizzarli.
Notes:
- A pdf version of this Dossier is available.
- Some YouTube videos, featuring the icon, provide automatically generated subtitles. Click here to see how to visualize them.
   

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6. "Essere umano" vs "Essere un uomo"

"La gente farà di tutto per il denaro - eccetto alcune persone che faranno quasi tutto per il denaro" - Billy Wilder (Nota 5, p.106)

Lo svelamento delle apparenze nei film di Wilder non riguarda solo i singoli individui, ma coinvolge anche i ruoli che spesso la società impone ai suoi membri, e la tensione che ne consegue tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che i contesti e le situazioni ci impongono di essere. Questo conflitto è stato reso magistralmente in L'appartamento, in cui il protagonista, l'impiegato C.C.Baxter (Jack Lemmon) ci viene presentato come un piccolissimo elemento di un gigantesco ingranaggio costituito dalla società di assicurazioni per cui lavora. Raramente la critica all'etica capitalistica del lavoro, e la conseguente alienazione che ne consegue per gli individui, è stata rappresentata con tanta ferocia sotto la patina della commedia.
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6. "Human being" vs "Being human"

"People will do anything for money - except some people who will do almost anything for money" - Billy Wilder (Note 5, p.106)

The unveiling of appearances in Wilder's movies does not concern only individuals, but also involves the roles that society often imposes on its members, and the following tension between what one would like to be and what contexts and situations oblige one to be. This conflict is masterly portrayed in
The apartment, in which the protagonist, C.C.Baxter (Jack Lemmon) is described as a tiny element in a giant mechanism represented by the insurance company where he works. Rarely has the critique of the capitalist ethics of work, and the individual workers' corresponding alienation, been represented with such fierceness under the disguise of comedy.
 
 
L'appartamento/The apartment (1960)

Qual è il "piccolo problema nel ramo appartamenti" che C.C.Baxter deve affrontare, al punto che non può rientrare a casa prima di una certa ora? Semplice: presta la sua casa ai suoi superiori per agevolare le loro scappatelle extra-coniugali, ottenendo in cambio delle promesse di promozione. Il poveretto cerca di destreggiarsi tra le numerose richieste di "prestito", ottenendo finalmente la promozione (che implica anche il possesso della chiave della toilette dei dirigenti!), finchè non gli capita di innamorarsi di un'addetta agli ascensori, Fran Kubelik (Shirley MacLaine). Quando il suo massimo superiore. Mr. Sheldrake (Fred MacMurray) gli chiede di nuovo la chiave del suo appartamento, dove vuole portare proprio Fran, C.C.Baxter deve fronteggiare un terribile conflitto - arrendersi ancora una volta al ricatto dei superiori o rifiutarsi di assecondarli, perdendo così la promozione. A questo punto la sua scelta è chiara: ricordando quello che gli aveva detto un suo vicino di casa tedesco, che lo aveva invitato a cambiare vita diventando finalmente un Mensch (cioè un vero uomo), C.C.Baxter darà sì al suo capo una chiave, ma sarà quella della toilette dei dirigenti - in tal modo giocandosi definitivamente l'agognata promozione.

What is the "small problem about flats" that C.C. Baxter has to face, up to the point that he can't enter his own home before a certain time? It's just that he lends his flat to his bosses to make their extra-marital affairs easier, in exchange for their promises for his professional advancement. Poor C.C.Baxter desperately tries to manage the conflicting requests from his bosses, and thus eventually gets its promotion (which also implies, as an extra benefit, having the key to the managers' toilet!), until he happens to fall in love with an elevator girl, Fran Kubelik (Shirley MacLaine). When his top boss, Mr. Sheldrake (Fred MacMurray) once again asks him to lend his home, where he intends to take Fran, C.C.Baxter must face a terrible conflict: surrender, once again, to his boss's blackmail or refuse his request, thus losing his promotion. At this point his choice is clear: remembering what his German neighbour had once told him, when he had invited him to change his way of life and become a Mensch (i.e. a real man), C.C.Baxter will give his boos a key - but that is the key to the managers' toilet, which will mean definitely losing his long-awaited promotion.
 
L'appartamento/The apartment (1960)

Quella a cui C.C.Baxter ha sopportato per tanto tempo era una forma di prostituzione morale, impostagli da un sistema cinico in cui rapporti tra gli individui sono mercificati e passano per lo sfruttamento, il ricatto e il conformismo. Alla fine il nostro protagonista si affranca da questo sistema, scegliendo non più di esistere come semplice essere umano, ma di diventare Mensch (un termine che Wilder prende dalla sua lingua madre, sottolineando così i valori non dimenticati della sue origini europee), ossia di diventare umano, recuperando quell'integrità morale che è alla base della dignità della persona.

7. Essere e apparire dentro i meccanismi hollywoodiani

A distanza di quasi trent'anni, Wilder realizzò due film ambientati nel mondo di Hollywood, l'ambiente che più di ogni altro poteva servirgli per denunciare ancora una volta il dissidio tra "essere" e "apparire", tra persona reale e ruolo che interpreta, tra vita privata e immagine pubblica. E nel contempo, questo stesso ambiente genera figure di donne/attrici ossessionate dal passare del tempo, dall'offuscarsi della loro fama come star, e in definitiva dalla perdita della loro identità, che senza la presenza sullo schermo si riduce fin quasi a sparire.

E' il caso dell'attrice del cinema muto Norma Desmond (Gloria Swanson), che, in Viale del tramonto, vive da anni seclusa nella sua villa decadente, dopo che l'avvento del sonoro ha decretato la fine della sua carriera. Norma vive in un suo mondo immaginario, convinta che "Io sono grande - sono i film che sono diventati piccoli!" e nella illusoria certezza di poter presto tornare sul set e ridiventare una star. Questa sua illusione è sostenuta dal suo fedele e devoto maggiordomo, suo ex-marito, che le fa recapitare ogni giorno false lettere dai suoi ammiratori. E arriva al punto di assoldare uno sceneggiatore (William Holden), che ne diventa il mantenuto e poi l'amante. Quando scopre che l'uomo ha una ragazza, prima tenta il suicidio, poi finisce per ucciderlo.

Wilder ha costruito un melodramma noir cupo e crudele, reso ancor più toccante dagli interpreti scelti, tutti personaggi un tempo famosi nel mondo del cinema: dalla vera star del muto Gloria Swanson, nella parte di Norma Desmond, al regista Erich von Stroheim, che l'aveva veramente diretta in alcuni film, a Buster Keaton (altra celebre star del muto) e Hedda Hopper, famosa giornalista specializzata in gossip hollywoodiano, in parti minori.

Il film dipinge la progressione verso la follia di Norma, che, dopo l'assassinio del suo amante, all'arrivo della polizia e dei fotografi, si crede tornata su un set cinematografico, alla presenza di quello che ritiene essere il "suo" regista, Cecil B. DeMille (che era stato veramente suo regista). Il confine tra realtà e finzione, tra sanità mentale e follia è ormai saltato, e Norma si prepara a scendere le scale per la sua ultima, grande apparizione.
What C.C.Baxter had to endure for such a long time was a form of moral prositution, imposed upon him by a cynical system where individual relationships are reduced to business deals and imply exploitation, blackmail and conformism. C.C.Baxter eventually frees himself from this system, by choosing to exist not just as a mere human being and instead becoming a Mensch (a term which Wilder takes from his mother tongue, thus underlining the values of his European origin which he had never forgotten) - i.e. becoming a human creature and by so doing reasserting the moral integrity on which a person's dignity is based.

7. Being and appearing on the Hollywood stage

Within a thirty-year span, Wilder shot two movies set in Hollywood, the setting that most could serve him to expose once again the conflict between "being" and "appearing", between the real person and the role that she/he plays, between private life and public image. At the same time, this setting generates figures of women/actresses obsessed with the passing of time, with their fading fame as stars, and ultimately with the loss of their own identity, which without their presence on the screen gradually fades out until it disappears.

This is the case of silent movie star Norma Desmond (Gloria Swanson), who, in
Sunset Boulevard, has been living secluded for years in her decadent villa, after the advent of sound film has led to the end of her career. Norma lives in an imaginary world, insisting that "I am big - it's the pictures that got small!", and in the illusion  that soon she will get back to a movie set and become a star again. This illusion is sustained by her faithful and devoted butler, her former husband, who every day sends her lots of false letters from her admirers. Norma even decides to hire a scriptwriter (William Holden), who becomes her gigolo and her lover. When she finds out that he has a girlfriend, first she attempts suicide, and then eventually kills him.

Wilder built a dark, cruel noir-melodrama, which is even more moving thanks to the actors, who are mostly once famous cinema stars: from the real silent movie star Gloria Swanson, playing Norma Desmond, to the director Erich von Stroheim, who had really directed her in several movies, to Buster Keaton (another silent movie star) and Hedda Hopper, a famous journalist specialising in Hollywood gossip

The film portrays Norma's gradual downward spiral to madness. After killing her lover, when nthe police and photographers arrive at her villa, she believes she has gone back to a studio set, meeting what she thinks is "her" director, Cecil B. DeMille (who had really directed her). The border between reality and fiction, between soundness and madness has broken, and Norma starts descending the stairs for her last great film act.
 
 
Viale del tramonto/Sunset Boulevard (1950)

All'anteprima del film, il magnate del cinema Louis B. Mayer (co-fondatore della Metro-Goldwyn-Mayer), protestò vivacemente per il modo in cui era stato descritto l'ambiente di Hollywood: "Questo Billy Wilder andrebbe rispedito in Germania! Sputa nel piatto in cui mangia!". Wilder, che era lì accanto, rispose, "Wilder sono io .. e lei perchè non va a farsi fottere?".

Quasi trent'anni dopo Viale del tramonto, nel 1978 Wilder torna a raccontare una storia hollywoodiana in Fedora (Hildegard Knef), famosa attrice ritiratasi da tempo a Corfù, dove vive segregata nella sua villa, mantenendo apparentemente e misteriosamente la sua bellezza originaria. Quando un produttore (ancora William Holden) si reca a trovarla per proporle di girare un nuovo film, dovrà affrontare un mistero ancora più sconvolgente, quando scoprirà che la Fedora che riceve dalle mani di Henry Fonda (nella parte di se stesso) un Oscar alla carriera, è in realtà la figlia della vera Fedora, ritiratasi presto dalle scene dopo un'operazione di chirurgia estetica che l'aveva sfigurata. La figlia Antonia (Marthe Keller), legata alla madre da un rapporto morboso, ha da tempo accettato di sostituirla in pubblico, al punto che è ora schiava della sua immagine e ormai impossibilitata ad essere se stessa. Per lei il destino ha in serbo una sorte tragica, quando, innamorata perdutamente e vanamente di un attore (Michael York), finirà per gettarsi sotto un treno (vedi il trailer inglese, sottotitolato in francese, qui).

Ancora una storia di mascheramento e finzione, di decadenza e glamour, di ossessione e inganno, che però nello stesso tempo si lega a Viale del tramonto non solo per la tematica, ma soprattutto per la riflessione sui meccanismi hollywoodiani dello star system, dei sistemi di produzione dei film, dell'immagine e del successo (e dell'oblio) che l'accompagna (Fedora perde il suo ruolo proprio quando il suo volto da star viene distrutto). Non a caso questi due film sono stati girati in momenti particolari della carriera di Wilder, specialmente il secondo, che a ragione può essere considerato un po' il suo testamento spirituale, "appassionante e imperfetto, rischiosissimo tentativo (e per questo ancora più apprezzabile) di affrontare un argomento così ricco di affinità con la sua situazione di regista settantenne" (Nota 6).

Due film molto personali, dunque, dove ancora una volta Wilder svela il suo status ambivalente di personaggio comunque sempre "in esilio", al contempo dentro e fuori del sistema hollywoodiano. In Fedora, Wilder esprime in particolare la sua sensazione di estraneità nei confronti di un cinema che, con la caduta dello studio system a partire dagli anni '60, stava ormai volgendosi, da un lato, a partire da Lo squalo (di Steven Spielberg, USA 1975) e da Star Wars (di George Lucas, USA 1977), verso lo sviluppo del moderno blockbuster, e dall'altro, vedeva il progressivo affermarsi di giovani registi portatori di una visione diversa della società e del modo di rappresentarla nei film (la "New Hollywood"). Wilder era ben consapevole di questo suo inarrestabile declino, facendo dire a Fedora, riguardo al cinema europeo "d'autore": "quello che passa oggi come intrattenimento - il cinema-verità, la nuda verità, quanto più brutta tanto meglio" e al produttore nel film Fedora, "i ragazzi con la barba hanno preso il potere ... non hanno bisogno di una sceneggiatura - dà loro solo una camera a mano e un obiettivo zoom" (riferendosi chiaramente ai "ragazzi con la barba" come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola).

8. Un nuovo e diverso Sherlock Holmes

Uno degli ultimi film di Billy Wilder, uno dei meno conosciuti e forse anche dimenticati, è Vita privata di Sherlock Holmes (1970), in cui, dietro il racconto di un'avventura del celebre detective e del fido Dottor Watson, in realtà Wilder rivisita questo personaggio, dandone un'interpretazione originale, ma anche utilizzandolo per proporre ancora una volta la sua visione dell'identità sessuale e di genere. Con la fine ufficiale del sistema censorio appena avvenuta (1968), Wilder è ora in grado di affrontare più in profondità la questione, pur utilizzando sempre gli strumenti a lui tanto cari dell'allusione e dell'apparenza. Raramente Wilder è stato così esplicito nel definire il suo obiettivo nel realizzare un film:

"Avrei dovuto essere più audace. Io ho questa teoria. Volevo fare di Holmes un omosessuale che non lo ammette a nessuno, forse nemmeno a se stesso. Il peso di tenere questa cosa segreta era la ragione per cui si drogava" - Billy Wilder (Nota 7)

Sin dall'inizio si entra nel vivo della questione della sessualità di Holmes (Robert Stephens): invitato ad un ricevimento (video qui sotto a sinistra), gli fanno incontrare un ballerina russa non più giovane, che desidera "utilizzare" Holmes per avere un figlio (ovviamente nella speranza che erediti le doti del padre). Holmes rifiuta subito la proposta, sia pure con le formalità del caso, ma, dietro l'insistenza della donna, non trova di meglio che insinuare che lui e il Dottor Watson (Colin Blakely) sono amanti ... e in tal modo se la cava.

Senonché, la notizia della "particolarità" di Holmes si diffonde rapidamente al ricevimento, e il Dottor Watson, che si era messo con gusto a ballare insieme ad un gruppo di ballerine, si ritrova, quasi senza accorgersene, ad essere via via affiancato da ballerini maschi ... (video qui sotto a destra)

At the film's première, the cinema tycoon Louis B.Mayer (co-founder of Metro-Goldwyn-Mayer) protested against the way the Hollywood setting had been portrayed: "This Billy wilder should be sent back to Germany! He bites the hand that feeds him"!. Wilder, who stood nearby, answered, "It's me, Wilder ... why don't you fuck off?".

Nearly thirty years after
Sunset Boulevard, in 1978 Wilder tells another Hollywood story in Fedora (Hildegard Knef), a famous actress who has for a long time confined herself to Corfu, where she lives, secluded in her villa, while apparently (and mysteriously) maintaining her original beauty. When a producer (once again, William Holden) goes to visit her in order to offer her a role in a new film, he will have to face an even moe intriguing mystery - he will eventually find out that the Fedora who receives from Henry Fonda's (playing himself in the movie) hand a lifetime achievement Academy Award, is actually the daughter of the real Fedora, who retired to private life after a plastic surgical operation which left her disfigured. Her daughter Antonia (Marthe Keller), bound to her mother by a morbid relationship, had decided to replace her in public, up to the point that she is now a slave to her image and can no longer be herself. Fate has in store a tragic end for her, when, having fallen in (unrequited) love with an actor (Michael York, playing himself), she will eventually jump in front of a train (see the English trailer, subtitled in French, here).

Once again, Wilder stages a story made of masquerade and fiction, decadence and glamour, obsession and deceit, which at the same time has clear links with
Sunset Boulevard, not just for the overall topic, but above all for the bitter comments on Hollywood's star system and production management, as well as on the images of success it creates and how these sink into oblivion (it is not by chance that Fedora loses her role when her star face is disfigured). Wilder shot these two movies at particular times in his career - especially Fedora, which can be considered, in a way, his spiritual legacy, "thrilling and yet imperfect, a very risky (and for this very reason even more notable) attempt at dealing with a topic so very close to his own situation as a seventy-year-old director" (Note 6).

These are two very personal movies, in which Wilder, once again, unveils his ambivalent status as a perpetual "exile", at the same time within and without the Hollywood system. Particularly in
Fedora, Wilder expresses his sense of being "an outsider" towards a cinema which, with the disappearance of the studio system in the '60s, was now taking different directions: on one side, films like Jaws (by Steven Spielberg, USA 1975) and Star Wars (by George Lucas, USA 1977) were taking the first steps towards the modern blockbuster; on the other side, the gradual emergence of young directors signalled a new and different vision of society and the way it can be portrayed in film (the "New Hollywood"). Wilder wasd acutely aware of his own inexorable decline, when he made Fedora say, with respect to the European "auteur" cinema, "what is now taken as entertainment - cinema-vérité, naked truth, the uglier the better" , as well as when he made the producer in Fedora say, "The bearded kids have now the power ... they don't need a script - just give them a hand-held camera and a zoom" (clearly referring to the "bearded kids" like Martin Scorsese and Francis Ford Coppola).

8. A new and different Sherlock Holmes

One of Wilder's last movies, which is also one of the lesser known and maybe even forgotten, is
The private life of Sherlock Holmes (1970). In this movie, behind the telling of an adventure of the famous detective and his faithful friend Dr. Watson, Wilder is actually revisiting this character and providing an original interpretation, but also using him to reflect, once again, on his vision of sexual and gender identity. With the end of censorship two years earlier, Wilder is now in a position to deal with the question in its deeper implications, while still using his well-defined tools of allusion and appearance. Rarely has Wilder been so explicit in defining his purpose in producing this movie:

“I should have been more daring. I have this theory. I wanted to have Holmes
homosexual and not admitting it to anyone, including maybe even himself.
The burden of keeping it secret was the reason he took dope" -
Billy Wilder (Note 7)

Right from the start we are faced with the question of Holmes (Robert Stephens)'s sexuality: as he is invited to a party (video below left), he is asked to meet a not-so-young Russian ballerina, who wishes to "use" Holmes to have a child (obviously hoping that the child would inherit the father's endowments). Holmes immediately refuses the proposal, although with the proper farmalities that the case requires, but, to face the woman's insistence, he find no better motive than insinuating that he and Dr. Watson (Colin Blakely) are lovers ... and in this way he gets away with it.

However, the rumour of Holmes's "peculiarity" immediately spreads through the party, and Dr. Watson, who had happily started dancing with a group of ballerinas, finds himself, almost without realizing it, that the women are gradually replaced by male dancers ... (video below right).


   
Vita privata di Sherlock Holmes/The private life of Sherlock Holmes (1970)

Ma la scena più interessante si volge poco dopo, a casa di Holmes/Watson, dove Watson, infuriato dalla voce che Holmes ha sparso sul suo conto, prima dice "Ci potremmo sposare", al che Holmes prontamente ribatte, "Allora sì che ci parlerebbero addosso!". E Watson: "Allora non possiamo vivere sotto lo stesso tetto, dobbiamo separarci"- Holmes: "Ovviamente possiamo continuare a vederci clandestinamente ... incontrarci su una panchina a Hyde Park o nella sala d'attesa di qualche stazione periferica ..." - Watson: "Ridicolo, non abbiamo nulla da nascondere!" - Holmes: "Ma comunque tu hai un curriculum invidiabile in fatto di bel sesso ..." - Watson: "Certo, potrei chiamare donne da tre continenti a testimoniare, e anche tu potresti farlo ...". A questo punto, Watson si interrompe, fulminato da un sospetto ... sentiamo l'inizio di una musica inquietante e romantica ... e Watson che chiede: "O no?", al che Holmes gli augura la buona notte. Ma Watson lo incalza: "Spero di non essere arrogante, ma ci sono state donne nella tua vita?" e Holmes: "La risposta è sì". Watson tira un sospiro di sollievo. Ma subito dopo Holmes continua: "Sì, sei arrogante", facendo piombare Watson nuovamente nel dubbio e nella costernazione ...

However, the most interesting sequence comes a bit later, in Holmes and Watson's flat, where Watson, furious about the rumours that Holmes has spread around about him, first comes out with, "We could get married", to which Holmes promptly retorts, "Then they'd really talk!". And Watson: "Obviously ... we cannot continue to live under the same roof, we must move apart" - Holmes: "Of course, we could still see each other clandestinely ... on a bench in Hyde Park or in the waiting rooms of suburban railway stations ...". Watson: "Ridiculous! We've got nothing to hide! - Holmes: "But you've got an enviable record with the fair sex ..." - Watson: "I could get women from three continents to testify for me, and you can get women about you too...". At this point, Watson stops, struck by a sudden suspicion ... we hear romantic music in the background ... and Watson asking, "Can you, Holmes?", which is followed by Holmes wishing him good night. But Watson urges him: "I hope I’m not being presumptuous, but there have been women in your life?”- Holmes: “The answer is yes." Watson's sigh of relief is immediately stifled when Holmes continues, "Yes, you’re being presumptuous”, thus plunging Watson again into doubt and dismay ...

Vita privata di Sherlock Holmes/The private life of Sherlock Holmes (1970)

Più avanti nel film, Holmes deve affrontare un nuovo caso: una donna misteriosa (Geneviève Page) lo incarica di ritrovare il marito scomparso. Ad un certo punto, per svolgere le sue indagini è necessario trasferirsi in Scozia, ma per nascondere la propria identità, si decide che Holmes e la donna viaggeranno come marito e moglie, mentre il povero Watson fungerà da maggiordomo. Così Holmes e la donna si ritrovano a viaggiare nello stesso compartimento-letto ... e nella conversazione che segue Holmes ammette di essere ferocemente misogino: "La donna più affettuosa che abbia conosciuto era un'assassina ... Le donne ... tutte cleptomani, ninfomani, piromani ... La mia fidanzata per esempio ... Già stavamo per sposarci, fissata la cerimonia ... e proprio il giorno prima del matrimonio è morta di influenza ... questo conferma la mia tesi che le donne sono imprevedibili, e che non ci si può mai fidare ...".

Ancora una scena che si svolge in un vagone letto, in una situazione imbarazzante (come in Frutto proibito e come in A qualcuno piace caldo, quando i due travestiti passano la notte organizzando un festino con tutte le donne dell'orchestra femminile, compresa Marilyn ...). E, ancora una volta, Holmes ci spiazza, lasciandoci nel dubbio circa il suo vero interesse per le donne ...
Later on in the movie, Holmes has to solve a new case: a mysterious woman (Geneviève Page) asks him to find her husband, who has disappeared. At a certain point, to carry out the investigation they have to move to Scotland, but, in order to conceal their identity, they decide that Holmes and the woman will travel as husband and wife, while poor Watson will act as their butler. Thus Holmes and the woman end up travelling in a sleeping car, in the same compartment ... and in the conversation which follows Holmes admits that he is fiercely misogynous: "The most affectionate woman I'be known was a murderer ... Women are all kleptomaniacs, nymphomaniacs, pyromaniacs ... My girlfriend, for example ... We were going to get married, the ceremony arranged ... and just the day before the wedding she died of flu ... This confirms my thesis that women are unpredictable, and that you can never trust them ...".

Once again, we have a sequence set in a sleeping car compartment, in an embarrassing situation (as in
The Major and the Minor and Some like it hot, when the two musicians dressed as women spend the night organizing a party with all the girls of the orchestra, including Marilyn ...). And, once again, Holmes shocks us, leaving us to doubt his true interest for women ...

Vita privata di Sherlock Holmes/The private life of Sherlock Holmes (1970)

Con un'ironia tra il divertito e il malinconico, Wilder ci regala un ritratto di Holmes che serve soprattutto a smascherare le apparenze, per far intravvedere l'essenza di un uomo che rimane, come ha detto lo stesso regista, ambigua persino per se stesso. Ma questa avventura di Holmes smonta anche molte delle false sicurezze del famoso detective: non solo cadrà nella trappola (sentimentale?) della donna (in realtà, una spia tedesca), ma non risolve nemmeno il caso, e tutta la sua razionalità, alla base del suo famoso metodo logico-deduttivo, mostrerà tutti i suoi limiti.

9. Conclusione: La "filosofia cinematografica" di Billy Wilder

Nelle numerose interviste che ha concesso, alcune delle quali sono rintracciabili su Internet (vedi la sezione Want to know more? al termine di questo Dossier), Billy Wilder non si è mai soffermato a lungo sui significati che intendeva attribuire ai suoi film. Eppure abbiamo visto che, sotto i toni da commedia di molte sue opere, si celano in realtà una critica a volte feroce delle convenzioni e delle ambizioni della società americana, insieme ad uno smascheramento delle mille apparenze che uomini e donne adottano per nascondere, agli altri ma spesso anche a se stessi, la loro vera, più intima identità. Ma, a detta di Wilder, il suo scopo principale, in fondo, è sempre stato molto semplice:

"Vede, io ho sempre cercato di parlare al maggior numero di persone possibile. Non ho mai pensato di rivelare chissà quali profonde verità, nè ho mai ambito a scrivere un testo come Aspettando Godot. Non era quello che mi interessava. A me interessava cambiare il gusto della gente comune, anche solo di poco. Molti film si dimenticano appena usciti dal cinema. Se invece, dopo aver visto un mio film, la gente si ferma a parlarne per quindici minuti, seduta al bar o prendendo un caffè col vicino di casa, per me è una gran bella soddisfazione. Non chiedo di più" (Nota 2, p. 222-223).

"Fra tutti i registi della mia epoca, intendo fra i registi di una certa fama, credo di essere stato quello che forse ha cambiato più spesso l'ambientazione e il tono dei propri film. Ho girato sia commedie sia film drammatici. Non ho mai neppure tentato di approdare a uno stile, a meno di non considerare tale la serietà con cui ho affrontato indifferentemente la tragedia e la farsa. Ah, dimenticavo. Ho spesso fatto centro. (Cameron Crowe: Ma la sua attrazione per i personaggi che fingono di essere quello che non sono ...) ... Erano espedienti narrativi necessari, ma non un imperativo ... Il mio solo imperativo è stato non annoiare il pubblico. Se un travestimento, un inganno, servivano a sviluppare l'intreccio di un film non me ne privavo. Ho sempre avuto un'unica religione, la qualità" (Nota 2, p. 325-326).
With an irony straddling between amusement and melancholy, Wilder offers us a portrait of Holmes which is mainly meant to unveil appearances, barely concealing the essence of a man who remains, as the director himself said, ambiguous even to himself. But this adventure also challenges the famous detective's false certainties: not only will he fall into the (sentimental?) trap of the mysterious woman (actually a German spy), but he will also fail to solve the case, and his well-known rationality and logical-deductive method will show all their limits. (Watch the full film here).

9. Conclusion: Billy Wilder's "cinematic philosophy"

In his frequent interviews, some of which can be found on the Internet (see the section Want to know more? at the end of this Dossier), Billy Wilder never talked at length about the meanings he wanted to convey in his movies. And yet we have seen that, beneath the light tones which are a feature of most of his films, lie a sometimes fierce criticism of conventions and ambitions of American society, as well as an exposure of the appearances that men and women adopt to hide, from others but also from themselves, their true, intimate identity. However, Wilder himself clearly stated that his main aim has always been a very simple one:

"You see, I've always tried to speak to the greatest possible number of people. I have never through I would reveal any deep truths, and I have never had the ambition to write a text like Waiting for Godot. That wasn't what interested me. I was interested in changing ordinary people's taste, even if in a minor way. We forget many films as soon as we get out of the theatre. If, on the contrary, after seeing one of my movies, people stop to discuss it for fifteen minutes, sitting at a bar or having coffee with their next door neighbour, that is a great satisfaction to me. I don't ask for anything more" (Note 2, p. 222-223).

"Among the directors of my time, I mean among the somehow well-known directors, I think I've been the one who has most often changed the settings and tone of one's movies. I've shot both comedies and dramatic films. I've never even tried to reach a style, unless by style we mean the seriousness with which I've dealt  with both tragedy and farce. Ah, I nearly forgot. I've often hit the nail on the head. (Cameron Crowe: But your attraction for characters who pretend to be what they are not ...) ... Those were necessary narrative devices, but not a rule ... My only rule has been not to bore the audience. If cross-dressing or deceit were useful to develop the plot of a movie I didn't give them up. I've always had one religion, quality" (Note 2, p. 325-326).




Notes
(2) Crowe C. 1999. Conversations with Wilder, Random House.

(5) Horton R. (a cura di/ed.) 2001. Billy Wilder Interviews, University of Mississippi Press, Jackson.
(6) Courson J.P., Tavernier B. 1991. 50 ans de cinéma américain, Nathan, Paris.



Per saperne di più ...

* Dal sito cinekolossal.com:
   - Billy Wilder: cenni biografici, filmografia, premi, collegamenti
* Dal sito wikipedia.org:
   -
Billy Wilder

* Video dal sito di La Stampa:
   - Billy Wilder - Nessuno per 15 anni dalla morte del regista
* Video dal sito
ovovideo.com:
   - Billy Wilder
* Dal canale YouTube di
Emanuele Rauco:
   - Chiedi chi era Billy Wilder


Want to know more?

* From The Independent website:
   - Billy Wilder and his best movies by Graeme Ross
* From the Encyclopaedia Britannica website:
   - Billy Wilder
* From the Senses of Cinema website:
   - Billy Wilder - filmography, bibliography, articles, web resources
* From the Reel Classics website:
   - Billy Wilder - with many further links
* From the indiewire.com website:
   - The films of Billy wilder: A retrospective by Oliver Lyttelton
* From the FilMagicians YouTube channel:
   - Portrait of a 60% Perfect Man: Billy Wilder interview (1982)
* From Kevin Kavanagh's YouTube channel:
   - Billy Wilder: His 20 Greatest Films
* From the Writers Guild Foundation YouTube channel:
   - The writer speaks: Billy Wilder
* From the midnighttiptoes YouTube channel:
   - Jack Lemmon on Billy Wilder
* From the Eyes On Cinema YouTube channel:
   - Billy Wilder talks about filmmaking (audio interview, 1978)
* From adam20xx You Tube channel:
   - Nobody's perfect" - The making of "some like it hot" with Monroe, Curtis and Lemmon - TV documentary
* From the Hillsdale YouTube channel:
   - Leonard Maltin: The legacy of Billy Wilder

* From Gill R. Godfrey's YouTube channel: Billy Wilder Tapes - "Billy, how did you do it?", in conversation with Volker Schloendorff:
   - Tape 1
   - Tape 2
   - Tape 3


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Come visualizzare sottotitoli nei videoclip di YouTube

Molti videoclip su YouTube forniscono sottotitoli generati automaticamente. Ecco come procedere per visualizzarli:

1. Se i sottotitoli sono disponibili, in basso a destra compare l'icona . In fase di riproduzione, cliccare questa icona. Normalmente appaiono i sottotitoli in inglese.

2. Se si desidera cambiare lingua, cliccare sull'icona accanto, "Impostazioni" . Comparirà questo menu:



3. Cliccare su "Sottotitoli". Comparirà questo altro menu:



4. Cliccare su "Inglese (generati automaticamente)". Comparirà questo menu:



5. Cliccare su "Traduzione automatica" e nell'elenco delle lingue cliccare sulla lingua desiderata:

How to visualize subtitles in YouTube video clips

Several YouTube videos clips provide automatically generated subtitles. This is how to proceed to visualize them:

1. If subtitles are available, while in "play" mode click this icon below right. Normally, English subtitles appear.

2. If you wish to change the language, click the nearby icon "Settings" . You will get this menu (according to the language you chose for your account):




3. Click "Subtitles" and you will get this menu:



4. Click "English (auto-generated). This menu will appear:



5. Click "Auto-translate" and in the list of languages click the desired language:


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