Le immagini degli insegnanti nel cinema hollywoodiano
(Seconda parte)
Images of teachers in Hollywood cinema
(Part 2)
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1. Re-introduzione Come abbiamo sottolineato nella
Prima parte,
questo
Dossier si basa sulla
convinzione che "il cinema
assume un ruolo pedagogico nella vita di molte persone. L'intento
di un cineasta può anche non essere di insegnare alcunchè agli
spettatori, ma ciò non significa che non si imparino delle lezioni"
(Nota 1) e che "narrazioni popolari potenti possono modellare il modo in
cui gli spettatori come individui ... comprendono il mondo attorno a noi
e le sue possibilità e limiti. La narrazione, specialmente nei film,
cambia in risposta alle preoccupazioni e agli interessi sociali,
culturali e politici del momento, e allo stesso tempo modella
quell'ambiente. I film di maggiore impatto ci rimandano un'immagine del
mondo e quindi possono diventare un campo di battaglia sulle [nostre]
interpretazioni del mondo sociale" (Nota 2).
Nel caso degli insegnanti, poi, non bisogna dimenticare che le loro
figure fanno parte della nostra vita quotidiana, perchè tutti siamo o
siamo stati studenti (e magari anche proprio insegnanti), e abbiamo
parenti e amici che sono studenti e insegnanti: esiste dunque una specie
di intertestualità tra le immagini mentali degli insegnanti che
ognuno di noi si è fatto, nel corso delle proprie esperienze, e le
rappresentazioni offerte da un film: non si può dire quanto le prime
influenzino le seconde, e viceversa.
Partendo da questri presupposti, abbiamo esaminato come Hollywood ha
visto il "buon insegnante" per buona parte della sua storia. Ma che ne è
del "cattivo" insegnante?
Prima di continuare la nostra esplorazione, occorre ricordare che le
immagini che il cinema ci fornisce degli insegnanti sono spesso
unidimensionali: le personalità degli insegnanti mancano spesso di
profondità e sottigliezza psicologica, nonostante le loro ambizioni
professionali ci possano risultare chiare; i loro interessi appaiono
limitati e confinati al puro ambiente scolastico; persino la loro vita
sentimentale è assente o poco visibile, e tutto sommato ci appaiono come
figure isolate, senza legami o supporti su cui possano contare. Ma
soprattutto, quello che non viene mostrato è, paradossalmente, cosa
fanno in classe per insegnare, a parte le loro dichiarazioni di
principio e le relazioni interpersonali con gli studenti, che vengono
descritte a volte con intensità. Se si pensa, come si dovrebbe, agli
insegnanti come professionisti, e li si paragona ad altre figure
professionali che sono spesso protagoniste di film, la differenza è
evidente: mentre finanzieri, medici, avvocati, per non parlare di
ispettori e detective, li vediamo agire concretamente durante
il loro lavoro, la didattica dell'insegnante è assente o solo abbozzata
(nonostante le dovute eccezioni, come abbiamo visto nella Prima parte).
Certamente, la routine quotidiana di un insegnante in classe
non è molto spettacolare, e non si presta forse a farne la base di
quello sviluppo drammatico della storia che è una caratteristica del
cinema hollywoodiano classico.
2. Il "cattivo" insegnante"
A differenza dei loro colleghi "buoni", i "cattivi" insegnanti non
compaiono frequentemente come protagonisti nei film hollywoodiani, ma spesso
giocano ruoli di secondo piano, non di rado come personaggi secondari,
antagonisti dei "buoni", di cui fanno esaltare maggiormente le virtù. In
un certo senso, questi insegnanti possono essere definiti declinando
al contrario le caratteristiche del "buon" insegnante: non
intrattengono coi loro studenti relazioni personali, ma anzi ne sono
annoiati, o ne hanno paura, o desiderano dominarli. In questo senso, non
trovano spesso motivo di antagonismo coi colleghi o i dirigenti, in
quanto fanno parte integrante dell'istituzione e dei suoi obiettivi di
controllo degli studenti. E riguardo al curricolo, si concentrano
totalmente sulla loro disciplina e sulla valutazione della qualità dei
risultati tangibili degli alunni: il loro è un ruolo di efficiente
"trasmissione e valutazione di saperi" più che di educatori in senso più
ampio. In questo senso sono completamente in sintonia con una visione
dell'apprendimento "scientifica" o "tecnica" in senso restrittivo: il
lavoro degli studenti si basa su attività che portino al raggiungimento
di obiettivi accuratamente specificati, spesso in termini
comportamentali, senza considerare nè le differenze individuali, nè gli
aspetti più profondamente cognitivi, affettivi e sociali
dell'apprendimento.
In questi ultimi decenni il cinema di Hollywood ha affiancato, alla
tradizionale rappresentazione di insegnanti "buoni", anche, e sempre più spesso,
la raffigurazione di insegnanti non all'altezza del loro ruolo o addirittura
nefasti per i loro studenti. Queste rappresentazioni hanno spesso come
sfondo scuole disfunzionali, riflettendo così una parte consistente
dell'opinione pubblica, che considera gli insegnanti inefficienti e il
sistema delle scuole pubbliche costoso, burocratizzato e improduttivo.
Gli insegnanti che popolano molti film a partire dagli anni '80 non
propongono così soltanto persone impegnate e disposte persino a
sacrificarsi per i loro studenti, ma anche persone dagli atteggiamenti
negativi se non esplicitamente violenti, oppure (ed è l'altro lato della
stessa medaglia) personaggi comici, oggetto di uno sguardo ironico se
non sarcastico.
3. Apatia, autoritarismo, ironia, sarcasmo
1. Re-introduction
As we stressed in
Part 1, this Dossier is based on
the belief that "cinema assumes a pedagogical role in the lives of many people. It may not
be the intent of a film-maker to teach audiences anything, but that does not mean that lessons are not
learned”
(Note 1) and that "strong popular narratives can shape the way viewers as individuals ...
understand the world around us and its possibilities or restrictions.
Storytelling, especially in film, changes in response to the social,
cultural and political concerns and interests of the time, as it also
shapes that environment. The most powerful films reflect the world back
to us and therefore they can become a battleground over interpretations
of the social world" (Note 2).
As for teachers, then, we should not forget that their figures are part
of our daily life, since all of us are or have been students (and maybe
even teachers), and we have relatives or friends who are students or
teachers: there is thus a sort of
intertextuality between the mental images of teachers that each
of us has acquired, during her/his experiences, and the representations
provided by a movie: we cannot say how much the former affect the
latter, and viceversa.
Starting from such premises, we have examined how Hollywood has
represented the "good teacher" during a long stretch of its history. But
what about the "bad" teacher?
Before resuming our exploration, we should remember that the images of
teachers provided by movies are often monodimensional: teachers'
personalities often lack depth and psychological subtlety, despite the
fact that we may understand their professional ambitions; their
interests appear limited and strictly confined to the school context;
even their sentimental life is absent or scarcely visible - all in all,
they appear as isolated figures, without any relationships or supporting
figures they can rely on. But above all, what is
not shown is, paradoxically, what they
do in their classrooms, apart from their declarations of principles and
their interpersonal relationships with students, which are often
described in detail. If we think, as we should, of teachers as
professionals, and if we compare them with other professional figures
who often feature in movies, the difference is crystal clear: while
finance tycoons, medical doctors, lawyers, not to mention inspectors or
police detectives, are shown as they are actually engaged in their work,
the teacher's actual teaching is absent or just sketched out (with due
exceptions, as we saw in Part 1). Obviously, a teacher's daily routine
in the classroom has nothing glamorous, and does not lend itself to form
the basis of that dramatic development of the story which is one of the
main features of classical Hollywood cinema.
2. The "bad" teacher
In contrast to their "good" colleagues, "bad" teachers rarely feature as
main characters in Hollywood movies, but often play supporting roles,
often as secondary characters, or "antagonists" to their "good"
colleagues, whose virtues they help to highlight. In a way, the "bad"
teachers can be defined by turning the positive features of "good"
teachers into negative ones: they do not establish personal
relationships with their students, but are often bored or annoyed by
them, or are afraid of them, or wish to dominate them. In this sense,
they rarely find reasons to fight with their colleagues or principals,
since they are part and parcel of the institution and of its aims to
control students. As for the curriculum, they totally concentrate on
their subject-matter and on assessing the quality of their pupils'
tangible results: their role is to efficiently transmit and assess
knowledge rather than to act as educators in a wider sense. Thus they
share a "scientific" or "technical" vision of learning, in its most
restrictive sense: students' work is based on activities which should
take them to reach carefully specified objectives, often in behavioural
terms, with no consideration for either individual differences or the
deeper cognitive, affective and social aspects of learning.
In the past few decades Hollywood cinema has switched from an almost
exclusive representation of "good" teachers to the depiction of teachers
who are not up to their role or even plainly disruptive for their
students. These representations often offer a background of
dysfunctional schools, thus reflecting a consistent part of public
opinion, which sees teachers as inefficient and the public school system
as expensive, beaurocratic and unproductive. The teachers featuring in
many movies starting from the '80s are not just committed people, even
ready to sacrifice themselves for their students, but also people with negative, if not explicitly
violent, attitudes, or (and it is the other side of the same coin)
comical characters, described in terms of irony if not sarcasm.
3. Apathy, authoritarianism, irony, sarcasm
Una pazza giornata di vacanza/Ferris Bueller's day off
(di/by John Hughes, USA 1986)
Nella sequenza da
Una pazza giornata di vacanza (video sulla sinistra),
il professore espone la sua disciplina con un tono pomposo e
annoiato, mentre i suoi alunni ascoltano (?) pensando ad altro,
dormendo, sognando ad occhi aperti ... E' chiaro che all'insegnante non interessa nè come
i suoi studenti recepiscono la sua "conferenza", nè tantomeno di
instaurare con loro un rapporto personale. Anche nel video sulla
destra, l'insegnante fa l'appello con un tono monotono e
semi-assente, ripetendo diverse volte il nome di uno studente
che è evidentemente assente, e non smette di chiamarlo
neppure dopo che una ragazza gli ha fatto un'osservazione in
proposito ...
In the sequence from
Ferris Bueller's day off (video on the left), the
teacher gives his "lecture" in a bored and pompous tone, while
his students listen (?) to him, or rather, sleep, daydream or
think about something else ... It is clear that the teacher is
not interested in either how the students "receive" his lecture
or in establishing any sort of personal relationship with them.
In the video on the right, too, the teacher calls the roll in a
monotonous and absent-minded tone: he keeps repeating the name
of a student who is obviously not at his place, and does not stop
calling out his name even after a girl has made a remark about it
...
Fuori di testa/Fast times at Ridgemont High
(di/by Amy Heckerling, USA 1982)
In questa sequenza da Fuori di testa, troviamo l'insegnante che sta distribuendo
le verifiche fatte dagli studenti, che sono tutte più o meno gravemente
negative e, nel generale disinteresse e apatia degli alunni, ne
approfitta per ricordare loro alcuni fatti storici che, evidentemente,
non hanno saputo ricordare. Notando l'assenza di un ragazzo, ne
approfitta per iniziare una predica sul marinare la scuola, quando
all'improvviso il ragazzo (un giovanissimo Sean Penn) entra in classe,
adducendo come scusa del ritardo il fatto che ... aveva trovato una coda alla mensa. L'insegnante prende
spunto da questo per proseguire la sua predica, chiedendo al ragazzo
perchè insiste nel fargli perdere tempo. "Non lo
so", risponde il ragazzo, e l'insegnante scrive questa frase alla
lavagna, dicendo che la lascerà lì come risposta che d'ora in poi darà
quando gli chiederà se sarà promosso ...
In this sequence from Fast times at Ridgemont High, the
teacher is handing out the students' tests, which have all got negative
marks, and, facing his students' general lack of interest and apathy,
keeps reminding them of some historical facts that they obviously failed
to remember and quote in the tests. When he notices that a boy is
absent, he starts giving the students a lecture on playing truant, when
suddenly the boy (a very young Sean Penn) comes into the classroom,
apologizing for being late because ... there was a long queue at the
canteen. The teacher takes up this point to continue his "lecture" and
asks the boy why he insists on wasting his precious time. "I don't
know", answers the boy, and the teacher writes this on the blackboard,
telling him that he will leave it there as an answer that the student
will get whenever he asks him whether he will pass him ...
Teachers (di/by Arthur Hiller, USA 1984)
In Teachers il Prof. Jurrell fa lezione seduto in cattedra, con
i banchi degli studenti disposti all'incontrario, in modo da trovarsi
dietro di loro e a loro invisibile. Quando entrano, gli studenti
prendono dalla cattedra delle schede, le compilano e le riconsegnano al
termine alla lezione. Nel frattempo, l'insegnante legge un giornale, ma
in realtà più spesso dorme e russa. Lo vediamo poi parlare con un
collega, che gli rimprovera che i suoi studenti sono annoiati, al che il
Prof. Jurrell prontamente risponde che ha ricevuto ben tre premi
consecutivi per la classe più ordinata .. Quando un giorno gli capita di
avere un infarto, nessuno se ne accorge, gli studenti escono dall'aula
come al solito e solo dopo un po' arrivano degli infermieri, che non
possono che constatarne la morte. L'infermiera della scuola, seduta ad
un banco di fronte alla cattedra, chiede, "Davvero? E come fa a
dirlo?" ...
In Teachers, Prof. Jurrell gives his lesson sitting at his
desk, with the students' desks facing off from him, so that he sits
behind them and they never see him. When they come into the classroom,
they take handouts from the teacher's desk, fill them out and put them
back on the teacher's desk at the end of the class. In the meantime, the
teacher reads a paper, but in practice he actually sleeps and even
snores. We then see him talking to a collegue, who remarks that his
(Jurrell's) students are always bored, to which Jurrell readily answers
that he has won three consecutive awards for having the most orderly
class ... When one day he has a stroke behind his open paper, nobody in
the classroom notices it, the students go out of the classroom as usual,
and only after a while we see some nursing staff, who can only establish
that he is dead. The school nurse, sitting at a student's desk facing
Jurrell's own desk, asks, "Really? How can you tell?" ...
A beautiful mind (di/by Ron Howard, USA 2001)
In questa sequenza di A beautiful mind, biografia del
matematico John Forbes Nash, premio Nobel per l'economia, vediamo Il
Prof. Nash entrare in classe (in ritardo), guardare gli studenti e
commentare sarcasticamente, "Le avide menti di domani", e quando si
rifiuta di tenere aperte le finestre, nonostante il rumore assordante di lavori
per strada, risponde agli studenti che si lamentano del caldo, " Il
vostro benessere viene dopo la mia possibilità di udire la mia voce".
Quindi getta il manuale nel cestino e, mettendosi a scrivere un complicato problema alla
lavagna, commenta, "Personalmente, ritengo che questo corso sarà una
totale perdita del vostro e, cosa infinitamente più grave, del mio
tempo. ... Tuttavia, siamo qui, quindi ... potete frequentare o no,
potete completare il compito a vostro piacimento ...". Due mondi
che, evidentemente, non hanno nulla in comune.
In this sequence from A beautiful mind, a biography of the
mathematician John Forbes Nash, a Nobel prize for economics, we see
Prof. Nash entering the classroom (he is late, as the clock clearly
shows), looking at his students and commenting with sarcasm, "The eager
young minds of tomorrow". When he refuses to keep the windows open,
despite the deafening noise coming from street works, he answers the
students' complaints about the heat, "Your comfort comes second to
my ability to hear my own voice". Then he throws the handbook into the
waste basket and starts writing a complex problem on the blackbaord,
remarking in the meantime, "Personally, I think this class will be a
waste of your, and what is infinitely worse, my time ... However, here
we are, so ... you may attend or not, you may complete your assignments
at your whim ...". Two worlds which obviously are miles apart.
Saranno famosi/Fame (di/by Alan
Parker, USA 1980)
Anche in questa sequenza da Saranno famosi,
gli studenti della High School of Performing Arts di New York,
che affrontano un duro corso di quattro anni per imparare a
ballare, cantare, recitare e suonare strumenti musicali, devono
affrontare la terribile professoressa di lettere. La signora
Sherwood, tanto per chiarire subito l'intolleranza che la
contraddistingue e, in particolare, la sua insensibilità a
tematiche etniche e socio-culturali, sin dal momento in cui fa
l'appello ha uno scontro frontale
con un giovane afro-americano: "Questa è la mia classe, e lei
parlerà come voglio io ... senza sconcezze. Risparmi le sue
cretinate, non mi fanno ridere". Poi chiarisce con tono
autoritario, "A me non interessa che sappiate ballare bene o che
siate dei bravi attori ... Se voi non studierete le materie
letterarie con lo stesso impegno, sarete bocciati". Ancora una
volta, la contrapposizione è frontale e la motivazione degli
studenti viene stimolata attraverso chiare minacce e astraendo
il proprio insegnamento dal contesto globale in cui è inserito.
4. L'ora della violenza
Diversi film tra gli anni '80 e '90 sono andati molto oltre, e
offrono un'immagine desolante e pessimistica delle scuole
americane, spesso raffigurate come carceri in cui l'unico
obiettivo è quello di tenere sotto controllo studenti
semi-delinquenti, con cui gli insegnanti devono fare i conti non
soltanto adattando i loro metodi, ma anche (e spesso
soprattutto) cercando di difendersi da una violenza che a volte
assume toni di una vera e propria guerriglia urbana. Qui
sembrano saltare le tradizionali categorie educative-pedagogiche
e lo scontro fisico tra scuola/insegnanti e studenti raggiunge
punte estreme - si va verso film d'azione venati addirittura di
horror.
In this sequence from
Fame, the students of the High School of Performing
Arts, who are attending a hard four-year course to learn how to
dance, sing, act and play musical instruments, must face the
English teacher, Prof. Sherwood, who is quick in showing her
intolerance and lack of sensitivity to ethnic and socio-cultural
issues. As she starts calling the roll, she scolds an
African-American boy: "This is my home room, and you will speak
as I like ...". Then she goes on in an authoritarian tone, "I
don't care how you dance ... or how many colored tutus you
have ... If you don't give your academic subjects equal time,
you're out". Once again, the confrontation is open and hard, and
student's motivation is stimulated through clear threats and by
keeping one's own teaching out of tune with the contexts it
belongs to. 4. Time for violence
Several movies in the '80s and '90s have gone much farther and
offer a distressing and pessimistic view of American schools,
which are often portrayed as prisons, where the only aim is to
keep semi-delinquent students under control. Teachers have to
deal with such students and often adopt their same methods,
trying to ward off a level of violence which at times seems to
turn into an urban warfare. Here the traditional
educational-pedagogic categories no longer apply and the
physical clash between school/teachers and students reaches the
furthermost limit - we are actually watching action - or even
horror - movies.
Pump up the volume - Alza il volume /Pump up the volume
(di/by Allan Moyle, Usa-Canada 1990)
In questo film,
uno studente apparentemente tranquillo si mette a gestire una radio clandestina
notturna, che invita i ragazzi ad affrontare di petto i problemi
che hanno nella scuola e nella vita (scuola, ma anche e
soprattutto futuro, (omo)sessualità, frustrazioni e aspirazioni), con un vero e proprio
manifesto degli anni '80: "Che cosa c'è di positivo nel passare la
propria gioventù in un decennio così svuotato che non c'è nulla
da aspettarsi e nessuno da rispettare?" (Nota 3). La crisi
sembra ormai avere assunto caratteri esistenziali, ma il film
non offre vie d'uscita e nemmeno speranze: i proclami del giovane danno origine ad una
serie di violenze cui gli insegnanti non sanno come reagire ...
Ad un certo punto appare un cartello calpestato: "I got a right
to education" ("Ho diritto all'educazione"), ma si tratta di uno
slogan semplicistico destinato a cadere nel vuoto.
In this movie, an
apparently quiet student starts running a pirate radio station,
which every night invites students to face up to the problems
they have at school and in their own lives (school problems, but
also and first and foremost their future, (homo)sexuality,
frustrations and aspirations), conyeing what can be considered
as "the '80s manifesto": "What's the point of spending one's
youth in a decade so void that there is nothing to be expected
and nobody worth of respect?" (Note 3). The crisis seems to have
taken on an existential character, but the movie does not offer
any easy way-out and no hope at all: the student's speeches give
rise to a series of acts of violence which teachers do not know
how to deal with ... At a certain point there appears a poster
on the ground as people tread on it: "I got a right to
education" - but it is merely a superficial slogan which is
destined to fall on deaf ears.
Classe 1999/Class of 1999 (di/by Mark L.
Lester, USA 1990)
Classe 1984/Class of 1984 (di/by Mark L.
Lester, USA 1982)
La violenza, a
questo punto, è diventata il parametro di riferimento:
gli insegnanti sono impegnati più che altro a difendersi. Lo
vediamo nella sequenza sulla sinistra, da Classe 1999,
in cui il Prof. Hardin entra in classe con aria sicura e, nella
confusione più totale, inizia a dichiarare le sue intenzioni: il
corso di storia sarà difficile, un test ogni due settimane, due
ore di compiti a casa tutte le sere ... "Io agisco secondo un
modello che prevede un grado zero di tolleranza ... Non ci
saranno mai scuse". Per tutta risposta, in classe si scatena una
furiosa rissa. Quali altre armi possiede un insegnante in questa
situazione? Sembra nessuna, tranne di rispondere alla violenza
con la violenza. La relazione pedagogica qui è scomparsa: grazie
alle sue doti fisiche, l'insegnante mette ko due studenti e
(sembra) ristabilire l'ordine ...
Nella sequenza sulla destra, da Classe 1984, a un
giovane insegnante di musica viene raccomandato che, se vuole
sopravvivere in questa scuola, deve "voltarsi dall'altra parte".
L'insegnante per un po' cerca di fare il suo lavoro, ma la
violenza aumenta fino al punto in cui, dopo che gli studenti lo
hanno tormentato in vario modo fino al punto di violentargli la moglie, passa all'azione e li uccide uno per
uno, in un crescendo di efferata violenza.
Film come questi hanno avuto numerosi seguiti: ad esempio,
Codice omicidio 187(di Kevin Reynolds, USA 1997),L'ora della violenza(di Robert Mandel, USA 1996),
Killing Mrs Tingle (di Kevin Williamson, USA 1999), i cui toni passano dalla
commedia nera al film d'azione, dal film horror alla
fantascienza (il Prof. Hardin di Classe 1999 è in realtà un
robot, appositamente costruito per controllare gli studenti): siamo ben lontani
da poterne discutere da un punto di vista educativo-pedagogico.
Rimangono però una testimonianza di come, negli ultimi decenni
del secolo scorso, la società americana ritrovasse al cinema le
sue ansie più profonde rispetto al ruolo della scuola e degli
insegnanti, e, al di là dell'intrattenimento offerto dalle
esplosioni di violenza, manifestasse il suo pessimismo rispetto
ad un futuro visto a volte come apocalittico.
"Sembra evidente che gli spettatori, che sono o sono stati
studenti, provano piacere nel vedere il "cattivo" insegnante
messo alla berlina, usato come capro espiatorio, e persino
ucciso sullo schermo da studenti che si impegnano in una lotta
che gli spettatori hanno abbandonato o neppure cominciato. Il
ricordo di cattivi insegnanti (o genitori o dirigenti) che hanno
esercitato senza freni il potere sulle loro vite è sufficiente
per identificarsi con lo studente o il gruppo di studenti che
sullo schermo combattono contro forze oppressive rappresentate
nei film dai cattivi insegnanti ... In questi film, gli sforzi
di resistenza da parte degli studenti li spingono oltre la prima
linea con grande piacere degli spettatori, ma il più vasto
conflitto rimane irrisolto. Gli studenti, come i buoni
insegnanti che si uniscono a loro, raramente realizzano molto
nella battaglia contro le gerarchie istituzionali che sostengono
i cattivi insegnanti" (Nota 4).
5. Il futuro? Tra pessimismo e ambigue alternative
At this point, violence is going to take over: the
teachers' purpose is mainly to try and defend themselves. We can see this in the
sequence on the left, from Class of 1999, in
which Prof. Hardin comes steadily into the classroom and, among his
violent, unruly students starts spelling out his intentions: his history course
will be difficult, there will be a test every fortnight, two hours' homework
each night ... "I act following a model which includes a zero grade of tolerance
... No excuse will ever be accepted". As he says this, the students break out
into a noisy fight. What additional means can a teacher adopt in such
circumstances? Apparently there is nothing he can do, except adopting a
corresponding degree of violence. The pedagogical relationship no longer exists:
thanks to his physical strength, the teacher knocks two students out and order
seems to be restored ...
In the sequence on the right, from
Class of 1984, a young music
teacher is immediately advised to "turn a blind eye" to
everything he sees, if he wants to survive in this school. At
first the teacher tries to do his job, but violence explodes up
to the point when, after students have annoyed him in various
ways and have even raped his wife, he finally springs into
action and kills them, one by one, in a sequence of savage acts
of violence.
Movies like this have had several
sequels: for example, 187 (by Kevin Reynolds, USA
1997), The substitute(by
Robert Mandel, USA 1996), Teaching Mrs Tingle
(by Kevin Williamson, USA 1999), which turn from black
comedy to action movies, from horror to science fiction (Prof
Hardin in Class of 1999 is in
fact a robot, especially built to control students): there is no
way we can discuss them in educational or pedagogical terms.
Such movies, though, are witness to the fact that, in the last
decades of last century, American society could see its deepest
anxieties about the role of schools and teachers reflected in
films and, beyond the temporary enjoyment provided by explosions
of violence, could manifest its pessimism and its apocalyptic
vision of the future.
"It seems evident that the audience, all
of whom are students or former students, find pleasure in seeing
the bad teacher ridiculed, scapegoated, and even killed
on-screen by students who take up the fight that audience
members either left off or never entered. The recollection of
bad teachers (or parents or bosses) from their own lives who
have exerted power over them at will is enough to align an
audience with the student or group of students on-screen who
are battling oppressive forces represented in the films by the
bad teachers ... in these films, student efforts at resistance
propel them past the front line much to the delight of the
audience, but the larger conflict remains unresolved. Students,
like the good teachers who join them, seldom accomplish much in
ghe battle against the institutional hierarchies backing up the
bad teachers" (Note 4)
5. What about the
future? Between pessimism and ambiguous alternatives
Detachment - Il distacco/Detachment (di/by
Tony Kaye, USA 2011) - Italiano sulla sinistra, inglese sulla
destra/Italian on the left, English on the right
In Il distacco,
il Prof. Barthes, assunto dalla Preside in quanto segnalatole
come "il miglior supplente tra gli insegnanti disoccupati", e
avvisato subito che suo compito è di seguire strettamente il
"programma", prende servizio in una classe che, come in tanti
altri film, si presenta violenta, demotivata, preda di problemi
di tutti i tipi. Subito dopo i primi minuti in classe,
rivolgendosi alla macchina da presa e dunque a noi spettatori,
dice: "Sono completamente deconcentrati, perchè si annoiano.
Pretendere la loro attenzione su materie come la letteratura
classica è una battaglia persa se non credono che tu ... abbia
cose importanti da condividere". L'insegnante, che anche lui ha
traumi alle spalle non ancora superati, affronta con
determinazione gli studenti, ma si farà presto coinvolgere dai
loro problemi, condividendo con loro ansie, rabbie e
frustrazioni.
In Detachment, Prof. Barthes is hired, as the
principal says, since he has been described as "the best
substitute among unemployed teachers", and is warned that his
aim is to strictly follow the curriculum. He is assigned a class
which, as in many other movies, is immediately described as made
up of violent, demotivated students with lots of problems to
face. As he introduces himself to the class, turning his gaze
towards the camera, and thus towards us, the audience, he says,
"They totally lack concentration, because they are bored. Asking
them to pay attention to such subjects as classical literature
is a lost battle if they don't believe that you ... have some
important things to share with them". The teacher, who actually
shares some personal unresolved issues with his class, tries to
set his face against his students' demotivation, but he will
soon be overwhelmed by their problems, and will just be able to
share their feelings of anxiety, rage and frustration.
Detachment - Il distacco/Detachment (di/by
Tony Kaye, USA 2011) - Italiano sulla sinistra, inglese sulla
destra/Italian on the left, English on the right
Nonostante i suoi sforzi, il Prof. Barthes alla fine riuscirà
solo a condividere con i suoi studenti il tormento che lo
opprime: "Camminando per il corridoio, o che so, qui in classe,
a quanti di voi è capitato di sentire un peso che schiacciava il
petto?" e, alzando la mano, "A me sì" - e i suoi studenti
alzeranno tutti la mano insieme a lui. Poi, mentre cita La
caduta della casa degli Usher di Edgar Allan Poe, e ne
legge un brano, vediamo ancora pochi studenti in classe, e poi
una serie di immagini della scuola: corridoi vuoti e
abbandonati, stanze sottosopra, un vento che spazza via ogni
cosa ... fino all'immagine finale dell'insegnante di fronte ad
una classe vuota e devastata. Molto raramente un film hollywoodiano ha
mostrato in modo così esplicito il senso di decadenza e di
disperazione con cui si conclude un'esperienza educativa. Qui
non c'è più speranza, e il malessere sociologico si fa quasi
angoscia esistenziale.
Despite his efforts, Prof. Barthes will eventually end up
sharing his own torment with his students: "Walking down the
hallway or here in class how many of you have ever felt the
weight pressing down on you?", and , raising his hand, "I have" -
and his students raise their hands in unison with him. Then
,while he mentions The fall of the House of Usher by
Edgar Allan Poe and starts reciting a passage, we see only some
students in the classroom, then a series of images of the
school: empty, abandoned hallways, rooms with everything upside
down, a strong wind wiping everything away ... until we finally
see the teacher standing in front of an empty, ravaged
classroom. Very rarely has a Hollywood movie so explicitly shown
the sense of decadence and despair which puts an end to an
educational experience. There is no hope here, and the
uneasiness and discomfort turn from the sociological to the
existential.
Waiting for Superman (di/by Davis Guggenheim,
USA 2010)
Solo l'anno precedente (2010) il documentario Waiting for
Superman aveva denunciato l'inefficienza del sistema
pubblico di istruzione e sferrato un attacco senza precedenti
contro gli insegnanti e i loro sindacati. Prodotto con i
finanziamenti di potenti figure pubbliche (tra cui Bill Gates,
che compare in questo trailer), il film proponeva una
serie di affermazioni categoriche, come "Ogni ragazzo ha un
sogno - Ma le nostre scuole li stanno abbandonando - Per la
prima volta in America, questa generazione sarà meno istruita
di quella precedente - Un film su un sistema che è guasto -
sulle persone che stanno tentando di rimetterlo in sesto - e i
ragazzi che sono in bilico". Ai guasti del sistema pubblico,
questo discusso e inquietante film opponeva un chiaro progetto
di privatizzazione, di controllo sugli insegnanti, di
delegittimazione dei sindacati.
Only the year before (2010), the documentary film
Waiting for Superman had shown the inefficiency of the public educational system and had launched an unprecedented
attack against teachers and their unions. The documentary, which
was produced with the financial help of powerful public figures
(among whom Bill Gates, who appears in this trailer), offered a
series of categorical statements, like, "Every kid has a dream -
But our schools are failing them - For the first time in
America, this generation will be less literate than the one
before it - A film about a system that has broken - the people
trying to fix it - and the kids whose lives hang in the
balance". This extremely provocative and disquieting film
provided a solution to the problems of the public system: a
clear project of privatization, control over teachers and
de-legitimization of unions.
Una scuola per Malia/Won't back down (di/by
Daniel Barnz, USA 2012)
We the Parents (di/by James Takata, USA 2013)
E i risultati non
si fecero attendere.
Una scuola per
Malia è una singolare testimonianza di un'alternativa che
negli ultimi anni si sta facendo strada negli Stati Uniti per
affrontare il problema della (percepita) inefficienza del sistema pubblico di
istruzione. Nel film, la mamma di una bambina dislessica (che
vediamo sforzarsi penosamente di leggere una frase alla lavagna,
tra il dileggio dei compagni e l'indifferenza dell'insegnante,
occupata col suo cellulare) e un'insegnante afroamericana (madre
di una bambina con problemi di discalculia) decidono di unire le
loro forze per ottenere una scuola dove i problemi dei loro figli
vengano seriamente presi in considerazione. Il sistema
scolastico, rappresentato dagli insegnanti e dal preside, è visto
come un ostacolo, più che una risorsa, per l'apprendimento. Ma,
come si legge nel trailer, "a system can fail ... but a
parent can't" ("un sistema può fallire ... ma un genitore no").
L'opportunità che sfruttano le due madri è loro offerta da una
legge ("Parent Trigger"), approvata per la prima volta in
California nel 2010, che consente ai genitori di studenti di una
scuola che si possa considerare "non all'altezza"
(underperforming) di autogestirla se almeno il 50% dei
genitori sono d'accordo. In tal caso il personale docente e
amministrativo è licenziato e la scuola viene gestita da un
operatore privato, che deve stabilire il curriculum e gli
standard da raggiungere. I finanziamenti provengono, oltre che
dal sistema pubblico, da privati (dando così origine ad un
business che può essere redditizio), e la scuola gode della
facoltà di assumere e licenziare insegnanti e di accettare o
rifiutare le iscrizioni degli studenti, nello spirito di un
liberalismo spinto.
Le due madri nel film cominciano dunque questa battaglia,
osteggiata, come era prevedibile, dal preside della scuola,
dagli insegnanti, ma soprattutto dai sindacati degli insegnanti
stessi. Le vediamo passare casa per casa per cercare di
convincere gli altri genitori, distribuire volantini,
organizzare manifestazioni e cortei pubblici. L'insegnante
afroamericana, in un'assemblea coi colleghi, chiede loro che
cosa ha spento in loro la motivazione ad insegnare, e le
risposte che il film dà sono chiare: sono le restrizioni e i
contratti del sistema pubblico e dei sindacati ad essere
responsabili. Alla fine le due madri raggiungeranno il
loro obiettivo e potranno aprire una scuola dove le loro figlie
potranno trovare il sostegno di cui hanno bisogno.
Questa vicenda è esemplare nel rappresentare la forte tendenza
nella società americana a privatizzare vasti settori pubblici,
dal sistema postale alle telecomunicazioni, dall'istruzione alla
cura degli anziani. Le relative istituzioni, una volta liberate
dal "peso" della burocrazia e dei sindacati, possono essere
gestite con criteri di efficienza da azienda privata. Non tutto
fila liscio, però: molte "charter schools" (come sono chiamate
queste scuole privatizzate) spesso assumono insegnanti non
qualificati, che possono essere licenziati in qualsiasi momento,
ed hanno alti indici di ricambio (turnover) del personale,
spesso costretto a turni di lavoro lunghi e stressanti.
Nel 2013, il documentario We the Parents (video sopra a
destra) documentava il processo attraverso cui i genitori, uniti
nell'organizzazione Parent Revolution, hanno per la prima volta
utilizzato la legge che abbiamo citato per togliere una scuola
dal sistema pubblico californiano e farla gestire da una società
privata.
And the consequences
of such attitudes were soon apparent.
Won't back down is a peculiar testimony to an
alternative that has been taking place in the USA in the past few
years to face the problem of the (perceived) inefficiency of the
public educational system. In this movie, the mother of a
dyslexic child (who we see painfully trying to read a sentence
on the blackbord, while her schoolmates make fun of her and the
teacher is busy making phone calls) and an African-American
teacher (herself the mother of a problematic child) decide to
join their efforts to set up a school where the problems of
their children can be seriously considered. The school system,
as represented by the teachers and the principal, is seen as an
obstacle, rather than a resource, to learning. But as we read in
the trailer, "a system can fail ... but a parent can't".
The two mothers can take up the opportunity provided by a law
("Parent Trigger"), which was passed for the first time in
California in 2010, allowing the parents sending their children
to a school which can be considered "underperforming" to
self-manage the school itself if at least 50% of the parents
agree to do it. In this case the teaching and
administrative staff is fired and the school is managed by a
private organization, which must define the curriculum and the
standards to be reached. Financing comes, in addition to the
public system, from private donors (thus originating a business
system which can be very productive), and the school is allowed
to hire and fire teachers and to accept or refuse students - a
very strong form of liberalism indeed.
The two mothers in the movie start their battle, which meets the
fierce opposition of the school principals, the teachers, and
above all the teachers' unions. We see the two mothers
canvassing the area where they live, handing out leaflets,
setting up meetings and demonstrations. The African-American
teacher, during a meeting with her colleagues, asks them
what stifled their motivation to teach, and the answers she (and
the film) gets are clear: the responsibility falls upon the
public system contracts and restrictions as well as the unions'
actions. The two mothers will eventually reach their objective
and will be able to open a school where their children can find
the support they need.
This story very clearly represents a strong tendency in American
society to privatize many public sectors, from the postal system
to telecommunications, from education to elderly people's care.
The relevant institutions, once freed from the "weight" of
bureaucracy and unions, can be managed with the efficiency that
is common in private companies. Not everything goes smoothly,
though: many "charter schools" (as such privatized schools are
called) often hire under-qualified teachers, who can be fired at
any time, and display high staff turnover rates, since teachers
must often work on long, stressing shifts.
In 2013, the documentary We the Parents (see the above
video on the right) showed the process through which parents,
who had joined the Parent Revolution organization, for the first
time availed themselves of the above-mentioned law to turn a
public school in California into a privately-managed school.
(1)Hooks
B. 1996. "Making movie magic"', in Reel to real: race, sex and
class at the movies. New York,Routledge.
(2) Brown T. 2015. "Teachers on film" in Jubas K., Taber N., Brown T.
(eds.), Popular culture as pedagogy, Sense Publishers,
Rotterdam and Boston.
(3) Il Mereghetti. Dizionario dei film, Baldini & Castoldi, Milano.
(4) Dalton M.M. 2010.
The Hollywood Curriculum: Teachers in the movies,
Peter Lang, New York, p. 85.
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