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Hollywood e Broadway: una storia di sinergie
Parte terza: Dallo schermo al palcoscenico (e ritorno)
Hollywood and Broadway: a story of synergy
Part 3: From screen to stage (and back)

Luciano Mariani
info@cinemafocus.eu
© 2024 by Luciano Mariani, licensed under CC BY-NC-SA 4.0


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Notes:
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Glossario

- Tony Awards: premi alle opere teatrali di Broadway assegnati dall'American Theatre Wing e dalla Broadway League
- Laurence Olivier Awards: premi alle produzioni teatrali londinesi assegnati dalla Society of London Theatre
- Academy Awards: i premi "Oscar" alle produzioni cinematografiche americane e internazionali assegnati dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences
-
Golden Globe Awards: premi alle migliori opere cinematografiche e televisive assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association
- Emmy Awards: premi alle opere televisive americane e internazionali assegnati dalla Television Academy
- Grammy Awards: premi per le produzioni musicali assegnati dalla Recording Academy of the Unites States
- IMDb: Internet Movie Data Base, la più grande banca dati del cinema mondiale
- IBDB: Internet Broadway Data Base, la più grande banca dati sugli spettacoli di Broadway

Glossary

- Tony Awards: awards to Broadway productions presented by The American Theatre Wing and by The Broadway League
- Laurence Olivier Awards: awards to London theatre productions presented by The Society of London Theatre
- Academy Awards: the "Oscar" awards to American and international film productions presented by The Academy of Motion Picture Arts and Sciences
- Golden Globe Awards: awards to the best film and television works presented by the Hollywood Foreign Press Association
- Emmy Awards: awards to American and international television productions presented by The Television Academy
- Grammy Awards: awards for musical productions presented by The Recording Academy of the Unites States
- IMDb: Internet Movie Data Base, the biggest database of world cinema
- IBDB: Internet Broadway Data Base, the biggest database of Broadway shows


1. Introduzione: una nuova "transmedialità"

Nelle prime due parti di questo Dossier si sono visti numerosi esempi di opere teatrali diventate film, di film diventati opere teatrali, nonchè di adattamenti di romanzi per il palcoscenico e/o per lo schermo: di fatto, le opere cinematografiche, come quelle letterarie (romanzi, ma anche saggi e poesie) sono spesso basate su adattamenti o trasposizioni di opere precedenti. Si tratta di un fenomeno che è sempre esistito, perchè è nella natura stessa delle "storie", dei personaggi, dei temi diventare patrimonio culturale condiviso, anche al di là delle tradizioni culturali o nazionali. In questo senso è a volte difficile persino rintracciare le "fonti" originarie: si pensi ai racconti orientali di origine diversissima che hanno poi costituito la raccolta di "Le mille e una notte"; o alle opere di Shakespeare, basate molto spesso su fonti preesistenti; o alle tradizioni orali poi diventate motivi musicali, a loro volta incorporate in canzoni, opere liriche, "operette", e così via.

Storie, personaggi, temi hanno dunque sempre attraversato la storia incarnandosi in produzioni culturali e artistiche che, a loro volta, sono entrate a far parte di un patrimonio sempre più "globale", che costituisce una costante fonte di riferimento per nuovi prodotti culturali. In tal modo storie, personaggi, temi si rigenerano in continuazione, creando una "rete" complessa in cui non sempre è agevole rintracciare la "fonte" originaria.

Ma non solo sono i contenuti a viaggiare nello spazio e nel tempo - altrettanto variati sono i mezzi comunicativi che li supportano, o, diremmo oggi, i diversi media. Anche da questo punto di vista, la varietà dei canali comunicativi è da sempre estremamente vasta: dall'oralità alle varie forme di letteratura scritta, dal teatro all'opera lirica, dalla pittura alla scultura e perfino all'architettura: le tradizionali "arti" (compresa una delle più recenti, il cinema, chiamata presto proprio "la settima arte") hanno sempre dialogato tra loro.

Naturalmente, non bisogna dimenticare che, all'interno di questa "rete dialogante", i diversi media hanno ciascuno una propria storia estetica ed espressiva, in particolare perchè ognuno parla un "linguaggio" proprio e particolare. Proprio per questo, il passaggio da un medium ad un altro non avviene automaticamente e meccanicamente, ma necessita di un lavoro di adattamento o trasposizione (in un certo senso, di "traduzione") che renda il "testo" (nell'accezione più ampia che si possa dare a questo termine) di provenienza fruibile in nuovi contesti, dando così origine ad un "testo" di arrivo che può conservare in mille modi i contenuti e le forme espressive del primo, ma può anche modificarle, ancora in mille modi, creando così un continuum tra tradizione e novità, tra vecchio e nuovo, tra conservazione e originalità.

Se la storia culturale dell'umanità ha sempre potuto contare su una varietà di media comunicativi, l'esplosione delle nuove tecnologie negli ultimi decenni ha moltiplicato in modo inarrestabile i canali e i supporti attraverso i quali gli adattamenti e le trasposizioni di cui abbiamo appena parlato possono oggi trovare espressione. Dalla radio alla televisione, dalle registrazioni musicali (dischi in vinile, cassette, CD ...) alle infinite possibilità dei video (cassette, DVD/Blu-Ray ...), dai videogames ai fumetti e alle graphic novels, fino ad arrivare alla varietà offerta da Internet (siti web, blog, podcast, social networks, streaming di audio e di video ...): i prodotti culturali sono oggi il risultato, non solo di "professionisti" dei vari settori, ma anche degli utenti della rete, che manipolano, ricreano, riprogettano in continuazione contenuti immediatamente fruibili in rete. Di conseguenza, il passaggio da un medium ad un altro di un certo contenuto trova oggi innumerevoli possibilità di espressione, in una transmedialità che si espande all'infinito.

Da questo punto di vista, il passaggio di opere tra Hollywood e Broadway è diventato sempre più "a doppio senso" (come suggerisce il titolo della Terza parte di questo Dossier), accentuando a dismisura un fenomeno che, come abbiamo appena notato, è sempre praticamente esistito. Quello che contraddistingue gli ultimi decenni è invece la molteplicità degli adattamenti: dallo schermo al palcoscenico allo schermo è oggi, di fatto, una formula riduttiva, di fronte alla varieta degli adattamenti che un "testo" originale può subire nel corso del tempo (ma sempre più velocemente), e che comprendono, ben oltre i tradizionali "formati" di cinema e teatro, serie televisive, album musicali, concerti, e tutte i nuovi "formati" che la rete ha inventato e continua senza interruzione ad inventare (per non parlare delle applicazioni dell'Intelligenza Artificiale, oggi già ben presenti nell'industria culturale).

2. Un caso emblematico:  La "Disney factory"


Le attività produttive della Disney rappresentano in modo quasi esemplare i processi che abbiamo appena delineato. Attiva sin dai primi anni '20 del secolo scorso, ha attraversato i decenni producendo spettacoli di tutti i tipi, e soprattutto facendo tesoro dei suoi successi adattandoli ai vari media che si sono aggiunti nel tempo nel panorama dell'intrattenimento "globale": dai cartoni animati ai film "live", dai CD/DVD ai musical teatrali (per non parlare del merchandising coinvolto: parchi a tema come Disneyland, giocattoli, abiti, cibi e bevande, e così via ...), fino alle più recenti produzioni che la società non solo realizza ma anche distribuisce come una delle più importanti piattaforme di streaming. Non stupisce dunque ritrovare numerosi musical di Broadway ispirati ai grandi successi cinematografici targati Disney, come non stupisce il successivo ulteriore passaggio dai film a nuove produzioni teatrali.

La storia produttiva di Beauty and the Beast è molto istruttiva al riguardo. Il film di animazione è del 1991 (di Gary Trousdale e Kirk Wise, USA), ma fu subito chiaro che l'opera aveva grandi possibilità di essere sfruttata ulteriormente. In effetti già nel 1994 fu realizzata la trasposizione per il palcoscenico, che comprendeva, oltre alle canzoni originali, sette nuovi motivi. Ma la storia del bel principe trasformato in una brutta "bestia" e redento dall'amore di una bella fanciulla non poteva finire lì, e, molti anni dopo, il cartone animato divenne un film live action (di Bill Condon, USA 2017), con un cast di tutto rispetto che comprendeva, tra gli altri, Emma Watson, Dan Stevens, Kevin Kline, Ewan McGregor, Ian McKellen ed Emma Thompson. E i risultati furono lusinghieri, visto che il film divenne il decimo film di più grande successo al box-office di tutti i tempi.

Anche se il successo di The little mermaid come cartone animato, basato a grandi linee sulla celebre fiaba di Hans Christian Andersen, è precedente a Beauty and the Beast, risalendo al 1989 (per la regia di John Musker e Ron Clements, USA), il musical che ne fu tratto andò ufficialmente in scena a Broadway nel 2008. Anche in questo caso, a seguito del successo del cartone animato e del musical, fu realizzato un film live action (di Rob Marshall, USA 2023).



1. Introduction: a new "transmediality"

In the first two parts of this dossier there were numerous examples of stage shows that have become films, films that have become stage shows, as well as adaptations of novels for the stage and/or for the screen: as a matter of fact, the cinematographic works, just like literary ones (novels, but also essays and poems) are often based on adaptations or transpositions of previous works. It is a phenomenon that has always existed, because it is in the very nature of "stories", characters, themes to become a shared cultural heritage, even beyond the cultural or national traditions. In this sense, it is sometimes difficult to find the original "sources": we might mention the "oriental" stories of very different origin which then made up the collection of "The thousand and one nights"; or Shakespeare's works, very often based on pre-existing sources; or oral traditions which later become musical motifs, in turn incorporated into songs, lyrical works, "operettas", and so on.

Stories, characters, themes have therefore always crossed history thrugh "embodiment" into cultural and artistic productions which, in turn, have become part of an increasingly "global" heritage, itself a constant source of reference for new cultural products. In this way stories, characters, themes regenerate themselves continuously, creating a complex "network" in which it is not always easy to trace the original "source".

But not only do
contents travel in space and time - equally varied are the communicative means that support them, or, we would say today, the different media. Also from this point of view, the variety of communication channels has always been extremely wide: from orality to various forms of written literature, from theatre to opera, from painting to sculpture and even architecture: traditional "arts" (including one of the most recent, cinema, soon called "The seventh art") have always "talked" with each other.

Of course, it should not be forgotten that, within this "dialogue network", the different media each have their own aesthetic and expressive history, in particular because each of them speaks its own particular "language". Precisely for this reason, the transition from one medium to another does not take place automatically and mechanically, but needs an adaptation or transposition (in a certain sense, a "translation") which makes the
source "text" (in the wider meaning that can be given to this term) usable in new contexts, thus giving rise to a final "text" that can preserve in a thousand ways the contents and expressive forms of the former, but can also modify them, still in a thousand ways, thus creating a continuum between tradition and novelty, old and new, conservation and originality.

If the cultural history of humanity has always been able to count on a variety of communicative media, the explosion of new technologies in recent decades has  multiplied the channels and supports through which adaptations and transpositions we have just talked about can find expression. From radio to television, from musical recordings (vinyl records, cassettes, CDs ...) to the infinite possibilities of video (cassettes, DVD/Blu-rays ...), from video games to comics and graphic novels, to the variety offered by the Internet (websites, blogs, podcasts, social networks, audio and video streaming ...): cultural products are today the result, not only of "professionals" of the various sectors, but also of users of the network, who manipulate, recreate, constantly redesign content immediately accessible on the net. Consequently, the transition from one medium to another of a certain content finds countless possibilities of expression today, in a
transmediality that expands indefinitely.

From this point of view, the transfer between Hollywood and Broadway has become increasingly reciprocal, dramatically increasing a phenomenon that, as we have just noticed, has always practically existed. What distinguishes the last decades is instead the multiplicity of adaptations:
from screen to stage to screen is today a reductive formula, considering the variety of the adaptations that an original "text" can undergo over time, and which include, well beyond the traditional "formats" of cinema and theatre, television series, music albums, concerts, and all the new "formats" that the network has invented and continues to invent (not to mention artificial intelligence applications, already well at work in the cultural industry).

3. An emblematic case: the "Disney factory"

Disney's production activities represent a very clear example of the processes we have just outlined. Since the early 1920s, the "factory" has crossed the decades producing shows of all types, and above taking advantage of its successful products and adapting them to the various media that have been added over time in the panorama of "global" entertainment: from animated cartoons to "live" films, from CDs/DVDs to theatrical musicals (not to mention the merchandising involved: theme parks such as Disneyland, toys, clothes, foods and drinks, and so on ...), up to the most recent productions that the company also distributes as one of the most important streaming platforms. It is therefore not surprising to find several Broadway musicals inspired by the great Disney film hits - and the subsequent further transfer from films to new theatrical productions is not surprising either.

From this point of view, the productive history of
Beauty and the Beast is very instructive. The animated film dates back to 1991 (by Gary Trousdale and Kirk Wise, USA), but it was immediately clear that the work had great possibilities to be exploited further. As a matter of  fact, already in 1994 a stage adaptation was created, which included, in addition to the original songs, seven new ones. But the story of the beautiful prince transformed into a bad "beast" and redeemed by the love of a beautiful girl could not end there, and, many years later, the cartoon became a live action film (by Bill Condon, USA 2017), with a cast that included, among others, Emma Watson, Dan Stevens, Kevin Kline, Ewan McGregor, Ian McKellen and Emma Thompson. And the results were flattering, given that the film became the tenth biggest box-office hit of all times.

Although the success of
The Little Mermaid as a cartoon, based broadly on the famous fairy tale by Hans Christian Andersen, came before Beauty and the Beast, dating back to 1989 (directed by John Musker and Ron Clements, USA), the relevant musical premiered in Broadway only in 2008. In this case, too, following the success of the cartoon and the musical, a live action film was made (by Rob Marshall, USA 2023).

 
Beauty and the Beast on Broadway

 
The little mermaid on Broadway
Uno dei più grandi successi targati Disney, che hanno attraversato i decenni sotto varie forme, è certamente The Lion King, originariamente un cartone animato del 1994 (di Roger Allers e Rob Minkoff, USA). Il film ebbe un successo straordinario: rimane il film di animazione tradizionale più redditizio di tutti i tempi, nonchè il film con le migliori vendite nello home video (55 milioni di copie vendute), e vincitore di due Oscar e di un Golden Globe Award come miglior film musicale o commedia. Nessuna sorpresa, dunque, che nel giro di tre anni (1997) diventò un musical di Broadway, con le musiche di Elton John e le parole di Tim Rice, anche qui battendo vari record (il terzo show di più lunga tenitura nella storia e la più redditizia produzione di Broadway di tutti i tempi). Lo spettacolo in effetti poteva contare su elaborati costumi per gli animali, su marionette giganti e su sei lingue indigene africane parlate durante lo show, con i ritmi indigeni che ne fanno anche una celebrazione della tradizione africana. Ed anche in questo caso, seguendo una tradizione ormai consolidata, la Disney produsse poi un film live action (di Jon Favreau, USA 2019).

Altre volte, come abbiamo già avuto occasione di notare, possono passare decenni prima che si realizzi il passaggio dal film al palcoscenico. E' stato il caso di Mary Poppins, uno dei grandi successi Disney, realizzato nel 1964 con un misto di animazione di live action, e con la presenza di Julie Andrews, al suo debutto nel lungometraggio. Il film (diretto da Robert Stevenson, USA) fu il più grosso successo commerciale della Disney fino a quel momento, ebbe 13 nomination agli Oscar e ne vinse 5, tra cui l'Oscar per Migliore Attrice alla Andrews. Fu solo nel 2004, però, che apparve come musical sui palcoscenici del West End londinese, e due anni dopo a Broadway, e anche in questo caso ricevette 7 nomination ai Tony Awards. Nel 2018 fu realizzato un film, sequel dell'originale, Mary Poppins Returns (di Rob Marshall, USA), con Emily Blunt nel ruolo che era stato di Julie Andrews, e con molte star di Hollywood, tra cui Ben Whishaw, Angela Lansbury, Colin Firth e Meryl Streep.

One of the greatest Disney hits, which has crossed the decades in various forms, is certainly The Lion King, originally a 1994 cartoon (by Roger Allers and Rob Minkoff, USA). The film was an extraordinary success: it is still the most profitable traditional animation film of all time, as well as the film with the best sales on home video (55 million copies sold), and winner of two Oscars and a Golden Globe Award as Best Musical Film or Comedy. No surprise, therefore, that three years later (in 1997) it became a Broadway musical, with the music by Elton John and the lyrics by Tim Rice, once again breaking various records (the third longest-running show in history and the most profitable Broadway production of all time). The show could count on elaborate animal costumes, giant puppets and six African indigenous languages ​​spoken during the show, with indigenous rhythms that also make it a celebration of the African tradition. And in this case, too, following a consolidated tradition, Disney then produced a live action film (by Jon Favreau, US 2019).

At other times, as we have already had the opportunity to notice, decades can pass before the transition from film to stage is made. This was the case of
Mary Poppins, one of the great Disney hits, made in 1964 with a mixture of live action and animation, and starring Julie Andrews, at her feature debut. The film (directed by Robert Stevenson, USA) was Disney's biggest commercial success up to that moment, had thirteen Oscar nominations and won five, including the Oscar for Best Actress to Andrews. It was only in 2004, however, that it appeared as a musical on the stages of the London West End, and two years later in Broadway, and, once again, it received seven Tony Award nominations. In 2018 a film was made, as a sequel to the original, Mary Poppins Returns (by Rob Marshall, USA), with Emily Blunt in the role that had been Julie Andrews's, and with many Hollywood stars, including Ben Whishaw, Angela Lansbury, Colin Firth and Meryl Streep.
 
The Lion King on Broadway

 
Mary Poppins on Broadway
Quando venne distribuito nel 1992, Aladdin, film di animazione (di John Musker e Ron Clements, USA) basato sulla celebre storia tratta da "Le Mille e Una Notte", e con la voce di Robin Williams, diventò il più grande successo commerciale dell'anno. Parecchi anni più tardi, e dopo alcune produzioni regionali e internazionali, debuttò infine a Broadway nel 2014, ed è rimasto da allora in cartellone, diventando il decimo musical di Broadway di maggior successo, con una platea mondiale di oltre 15 milioni spettatori. Inevitabile, come abbiamo più volte già visto, una trasposizione cinematografica live action, ispirata al cartone animato originale, nel film del 2019 (di Guy Ritchie, USA).

Anche Frozen (di Chris Buck e Jennifer Lee, USA 2013), ispirato alla fiaba del 1844 di Hans Christian Andersen "The Snow Queen", divenne subito un grande successo, vincendo due Oscar come Miglior Film di Animazione e Migliore Canzone Originale, il Golden Globe Award e il BAFTA Award come Migliore Lungometraggio di Animazione e due Grammy Award. Nell'ottica del trarre il massimo profitto da un prodotto-base, il film diede origine ad un Blu-Ray campione di vendite e ad una franchise che produsse vari cortometraggi e due sequel, uno nel 2019 e uno previsto per il 2027. Dal film fu tratto un musical, che debuttò a Broadway nel 2018 (anche se penalizzato dalla pandemia) e nel West End di Londra nel 2021.

When it was distributed in 1992, Aladdin, an animation film (by John Musker and Ron Clements, USA) based on the famous story taken from "The thousand and one nights", and with the voice of Robin Williams, became the greatest commercial success of the  year. Several years later, and after some regional and international productions, it finally made its debut in Broadway in 2014, and has since remained on the bill, becoming the tenth most successful Broadway musical, with a world audience of over 15 million. Inevitably, as we have already seen several times, a live action film adaptation, inspired by the original cartoon, was made in 2019 film (by Guy Ritchie, USA).

In the same vein,
Frozen (by Chris Buck and Jennifer Lee, USA 2013), inspired by "The Snow Queen", Hans Christian Andersen's 1844 fairy tale, immediately became a great hit, winning two Oscars for Best Animation Film and Best Original Ssong, the Golden Globe Award and Bafta Award as Best Animation Feature Film and two Grammy Awards. With a view to drawing the utmost profit from a basic product, the film was followed by a best seller Blu-ray and a franchise that produced various short films and two sequels, one in 2019 and one scheduled for 2027. A musical was adapted from the film, which had its Broadway debut in 2018 (even if penalized by the pandemic) and in the London West End in 2021.

Aladdin on Broadway

 
Frozen - Official Broadway trailer
Non tutti i prodotti Disney sono comunque storie di successo. Ad esempio, Newsies, film del 1992 (di Kenny Ortega, USA), con protagonista Christian Bale, che racconta la storia dello sciopero dei ragazzini venditori di giornali nella New York del 1899, fu un deciso flop commerciale e di critica (vincendo ben cinque 5 Razzie Awards!*). Ma in seguito ebbe maggior fortuna come DVD, diventando perfino un film "di culto". Il mancato successo al botteghino non impedì di realizzarne un musical a Broadway nel 2012 con un nutrito numero di nuovi numeri musicali - tanto da avere otto nomination ai Tony Award, vincendone due, tra cui quello per la Migliore Colonna Sonora Originale.

* Golden Rasperry Awards (chiamati anche Razzies o Razzie Awards): premi, parodia dei più celebri Awards", assegnati ai peggiori fallimenti cinematografici.

However, not all Disney products are stories of success. For example, Newsies, a 1992 film (by Kenny Ortega, USA), starring Christian Bale, which tells the story of the strike of the "newspapers boys" in 1899 New York, was a definite commercial and critical flop (winning five5 Razzie Awards!*). But later Newsies had greater luck as a DVD, even becoming a "cult" film. Failing at the box office did not prevent Disney from staging a musical in Broadway in 2012 with a large number of new songs - so much so that it received eight Tony Award nominations, winning two, including the one for Best Original Soundtrack.

*
Golden Raspberry Awards (also known as the Razzies and Razzie Awards): a parody award show honouring the worst of cinematic failures.
 
Newsies on Broadway

3. "Andata e ritorno": alcuni altri esempi

Questo continuo "travaso" tra Hollywood e Broadway testimonia, da un lato, una relativa scarsità di idee originali, ma dall'altro, la capacità di queste industrie culturali di "riciclare" pressochè all'infinito storie, personaggi, temi, dando origine a prodotti sempre apparentemente "nuovi" e che possono riscuotere ampi consensi, se non sempre di critica, almeno di pubblico.

Un esempio di queste continue trasposizioni, che possono spesso coprire archi tempèorali molto ampi, è The producers, un film del che metteva in scena proprio la produzione di un musical: dunque già all'inizio, uno "spettacolo dentro lo spettacolo". Questo tipo di storia, in cui la trama consiste nella preparazione di uno show, che culmina nel successo dello spettacolo stesso (e, contemporaneamente, nel trionfo della love story tra i due personaggi principali) era molto comune a Hollywood sin dagli anni '30 (al punto da dare origine quasi ad un sottogenere dei musical classici (il cosiddetto backstage musical). In questo caso, però, l'intento satirico era evidente: uno spregiudicato produttore di Broadway raccoglie dei fondi da alcune ricche vecchie signore, allo scopo di mettere in scena uno show il più brutto possibile (si tratta addirittura di uno spettacolo su Hitler e i nazisti!), con l'intento, dopo il fallimento dell'impresa, di scappare con il malloppo dell'investimento. Ma le cose non vanno come previsto: lo spettacolo, contro ogni previsione, ha un grande successo, ed il nostro imprenditore si trova perciò nei guai ... Il film, esordio nella regia di Mel Brooks, e con Zero Mostel e Gene Wilder come protagonisti, provocò reazioni contrastanti, ma col tempo è diventato un "cult", tanto da essere adattato in un musical a Broadway nel 2001, con Matthew Broderick come protagonista, vincendo tra l'altro un record di 12 Tony Awards su 15 nomination. A sua volta, il musical venne adattato per lo schermo nel 2005, ancora con Broderick come protagonista, ma questo remake non ebbe il successo sperato.

3. "Back and forth": some more examples

This never-ending "transfer" between Hollywood and Broadway testifies, on the one hand, a relative scarcity of original ideas, but on the other, the ability of these cultural industries to "recycle" stories, characters, themes, thus producing apparently "new" products which can collect a wide consensus, if not always from critics, at leastfrom audiences.

An example of these continuous adaptations, which can often span decades, is
The Producers, a film focusing on the production of a musical (thus a sort a "show inside the show"). This type of story, with the plot based on the preparation of a show, which culminates in the success of the show itself (and, at the same time, in the triumph of the love story between the two main characters) had been very common in Hollywood since the 1930s (almost giving rise to a subgenre of the classic musical (the so -called backstage musical). In this case, however, the satirical intent was evident: an unscrupulous Broadway producer raises funds from some rich old ladies, in order to stage a show which would be as bad as possible (a show on Hitler and the Nazis!), with the intent, after the company's failure, to escape with the money. However, things do not turn out as expected: the show is a big box-office hit and the producer is therefore in trouble ... the film, Mel Brooks's directorial debut, and starring Zero Mostel and Gene Wilder, caused conflicting reactions, but in time became a "cult movie", so much so that it was adapted into a Broadway musical tn 2001, with Matthew Broderick as the protagonist, winning, among other things, a record of twelve Tony Awards out of fifteen nominations. In turn, the musical was adapted to the screen in 2005, still with Broderick as the protagonist, but this remake did not meet with the expected success.
 
Per favore non toccate le vecchiette/The producers (di/by Mel Brooks, USA 1967)
 
 
The producers (di/by Susan Stroman, USA 2005)

Nel 1960 Roger Corman diresse The little shop of horrors, una commedia horror che, su toni farseschi, racconta di una commessa di un negozio di fiori che riesce a far crescere una pianta - che si rivela però un mostro che si nutre di sangue umano ... Il film diventò un "cult" grazie al passaparola, alle proiezioni come film "di serie B", ai passaggi televisivi, ed anche, forse, per la presenza di un giovane Jack Nicholson. Il film fu trasposto in un musical rock in teatri off-Broadway nel 1982, per poi passare ai teatri di Broadway e del West End e rimanere nel tempo, grazie anche ad un cast ridotto e a poche pretese di budget, un titolo messo spesso in scena da gruppi scolastici e da compagnie amatoriali. Nel 1986 dal musical fu tratto un nuovo film, con protagonisti, tra gli altri, Rick Moranis e Steve Martin, ma con "comparsate" illustri (Jim Belushi, John Candy, Christopher Guest e Bill Murray). A riprova del successo inter-generazionale del film, nel 2012 fu approntata una director's cut.

In 1960 Roger Corman directed The Little Shop of Horrors, a horror comedy that tells the story of a saleswoman in a flower shop that manages to grow a plant - which proves to be a monster that feeds on human blood. .. The film became a "cult" thanks to word of mouth, theatrical screenings as a B-series film, and frequent television broadcasts, and also, perhaps, due to the presence of a young Jack Nicholson. The film was adapted into a rock musical in Off-Broadway theatres in 1982, and then moved on to Broadway and the West End running for a long time, also thanks to a reduced cast and a low budget (which made it also suitable for staging by school groups and amateur companies). In1986 a new film was adapted from the musical, starring, among others, Rick Moranis and Steve Martin, but with illustrious "cameos" (by the like of Jim Belushi, John Candy, Christopher Guest and Bill Murray). As proof to the inter-generational appeal of the film, a "Director's Cut" was produced in 2012.

La piccola bottega degli orrori/The little shop of horrors (di/by Roger Corman, USA 1960)

 
Little shop of horrors musical - Westside Theatre
 
La piccola bottega degli orrori/The little shop of horrors (di/by Frank Oz, USA 1986)

Un altro successo che ha attraversato i decenni è Hairspray, in origine un film del 1988 diretto dall'acclamato regista, attore, scrittore e artista John Waters, famoso per le sue commedie surreali e post-moderne. Il film non ebbe un gande successo alla sua uscita, ma divenne ben presto un "cult", soprattutto grazie alla distribuzione in home video negli anni '90. Ambientato a Baltimora nel 1962, narra la storia di una teenager "grassoccia", ma molto "grintosa", che intende diventare famosa come ballerina in uno spettacolo di una TV locale, e nel far questo combatte anche contro la segregazione razziale. La versione teatrale debuttò a Broadway nel 2002, vincendo otto Tony Awards, tra cui Miglior Musical l'anno seguente. Inevitabile il remake come film, nel 2007, con un cast stellare tra cui John Travolta, Michelle Pfeiffer, Christopher Walken, James Marsden, Queen Latifah e  Zac Efron. Eccezionale la performance di John Travolta nei panni della madre della protagonista.

Another film that has met with continuous success through the decades is Hairspray, originally a 1988 film directed by the acclaimed director, actor, writer and artist John Waters, famous for his surreal and post-modern comedies. The film did not have a great success at its release, but soon became a "cult", especially thanks to the distribution in home video in the 90s. Set in Baltimore in 1962, it tells the story of a plump, determined teenager, who intends to become famous as a dancer in a local TV show, also fighting against racial segregation. The theatrical version made its debut in Broadway in 2002, winning eight Tony Awards, including Best Musical, the following year. The remake as a film, in 2007, with an all-star cast including John Travolta, Michelle Pfeiffer, Christopher Walken, James Marsden, Queen Latifah and Zac Efron, was inevitable. The film is perhaps best remembered for the exceptional performance by John Travolta in the role of the protagonist's mother.
 
Grasso è bello/Hairspray (di/by John Waters, USA 1988)

 
Hairspray on Tour

Hairspray - Grasso è bello/Hairspray (di/by Adam Shankman, UK/USA 2007)

Ma non sono solo le commedie ad esser trasposte sullo schermo e sul palcoscenico. The color purple era in origine un romanzo di Alice Walker (vincitore del Premio Pulitzer nel 1982), centrato su una teenager afro-americana e la sua crescita nella Georgia rurale degli anni '90, tra violenze domestiche, abusi su minori, povertà, razzismo e sessismo. Quando fu adattato per lo schermo nel 1985 da Steven Spielberg, questo dramma costituì un punto di svolta per il regista, che aveva fino ad allora diretto blockbuster. Il film ebbe ben 11 nomination agli Oscar, pur non vincendone neanche uno (ma la star del film, Whoopy Goldberg, in un ruolo decisivo per la sua carriera, vinse poi un Golden Globe come Migliore Attrice in un Film Drammatico). Il relativo musical debuttò a Broadway nel 2005, ma fu forse il revival del 2015 a diventare più popolare, vincendo due Tony Awards, compreso il premio per il Migliore Revival di un Musical. Infine, nel 2023, fu girato un adattamento cinematografico del musical, con gli stessi produttori del primo film e del musical, tra cui Steven Spielberg.

But it is not only comedies that are adapted for the screen and the stage. The Color Purple was originally a novel by Alice Walker (winner of the Pulitzer prize in 1982), centred on an African-American teenager, growing up in rural Georgia in the 90s, among domestic violenceand abuse, poverty, racism and sexism. When it was adapted for the screen in 1985 by Steven Spielberg, this drama became a turning point for the director, who had hitherto directed mainly blockbusters. The film had eleven Oscar nominations, but won none (although the star of the film, Whoopy Goldberg, in a decisive role for her career, then went on to win a Golden Globe for Best Actress in a Dramatic Film). The musical from the film made its debut in Broadway in 2005, but it was perhaps the 2015 revival to gain more popularity, winning two Tony Awards, including the one for the Best Revival of a Musical. Finally, in 2023, a film adaptation of the musical was shot, backed up by the producers of the first film and the musical, including Steven Spielberg.

Il colore viola/The color purple (di/by Steven Spielberg, USA 1985)

 

Il colore viola/The color purple (di/by Blitz Bazawule, USA 2023)

Ed anche i teen pics, o film su/per teenager, sono stati oggetto di adattamenti e trasposizioni. Mean girls, grande successo del 2004, segue una trama abbastanza scontata per questo genere di film: un'ingenua studentessa proveniente dal Sud Africa, dove è stata educata a casa (homeschooling), si trasferisce in una scuola superiore americana, dove, ultima arrivata, riesce a farsi amica di due "emarginati" e, insieme a loro, architetta un piano per vendicarsi di una odiosa ragazza a capo di un gruppo dominante. La sceneggiatrice, Tina Fey, si ispirò a un libro di aiuto-aiuto (Queen Bees and Wannabees, di Rosalind Wiseman), che affronta il problema del bullismo a scuola e degli effetti che può avere sugli adolescenti. Visto il successo del film, ne fu prodotto un sequel per la televisione (Mean girls 2, nel 2011) e vari altri adattamenti, tra cui un musical che debuttò a Broadway nel 2018. Ma la storia produttiva di Mean girls continua: dal musical fu tratto un nuovo film nel 2024, inizialmente previsto per la distribuzione in streaming sulla piattaforma Paramount; ma, visti i positivi giudizi ricevuti dalle proiezioni di prova (test screenings), ne fu decisa l'uscita nelle sale - con giudizi critici non unanimi ma un buon successo di pubblico.

 

And teen pics, too, or films about/for teenagers, have been the object of adaptations. Mean Girls, a great 2004 success, follows a fairly obvious plot for this kind of film: a naive student from South Africa, where she was educated at home (Homeschooling), moves to an American high school, where, as "the new kid in town", manages to make  friends with two "outcast" students and, together with them, makes plans to take revenge on a hateful girl at the head of a dominant group. The screenwriter, Tina Fey, was inspired by a self-help book (Queen Bees and Wannabees, by Rosalind Wiseman), which deals with the problem of bullying at school and the effects that this can have on teenagers. Given the success of the film, a sequel for television was produced (Mean Girls 2, in 2011) and various other adaptations, including a musical that debuted in Broadway in 2018. But the production history of Mean Girls continues: a new film was adapted from the musical in 2024, initially destined to streaming distribution on the Paramount platform - but, given the positive reactions from "test screenings", was then released in cinemas, with varying degrees of critical consensus but a good box-office record.

Mean girls (di/by Mark Waters, USA 2004)









Mean girls at the 2018 Tony Awards

Mean girls (di/by Samantha Jayne e/and Arturo Perez Jr., USA 2024)

Ancora più sorprendente è come Broadway riesca a trovare materiali per nuove produzioni ricorrendo alle fonti apparentemente più improbabili. Chi avrebbe detto che persino da 8 /12 (di Federico Fellini, Italia/Francia 1963) sarebbe stato tratto un musical? Eppure, la storia del regista Guido Contini che, all'avvicinarsi dei quarant'anni, entra in una profonda crisi professionale ed esistenziale, è stata portata sul palcoscenico, sia pure con un accento sulle avventure galanti del protagonista. E, a testimonianza che l'industria dello spettacolo non si ferma davanti a nessun ostacolo, il titolo del film (8/12), che mal si adattava ad essere inserito in numeri musicali, fu cambiato in ... Nine, ed ambientato a Venezia anzichè Roma! Il musical, nell'interpretazione di Raul Julia, debuttò nel 1983 e vinse comunque cinque Tony Awards. Parecchi anni dopo ne fu tratto un film, con un  cast stellare (tra cui Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penélope Cruz, Judi Dench, Fergie, Kate Hudson, Nicole Kidman e Sophia Loren), che ricevette giudizi critici non uniformi ma ebbe quattro nomination agli Oscar. Il film fu dedicato ad Anthony Minghella, deceduto dopo averne scritto la sceneggiatura (Minghella era stato regista di famosi film come Il paziente inglese e Il talento di Mr. Ripley).

Even more surprising is the way Broadway can find materials for new productions by resorting to apparently improbable sources. Who would have said that even from 8/12 (by Federico Fellini, Italy /France 1963) a musical could be adapted? Yet, the story of director Guido Contini who, when approaching age forty, enters a profound professional and existential crisis, was brought to the stage, albeit with an accent on the protagonist's romantic adventures. And, as evidence that the show industry does not stop in front of any obstacle, the title of the film (8/12), which could hardly be inserted into musical numbers, was changed to ... Nine, and set in Venice instead of Rome! The musical, starring of Raul Julia, made its debut in 1983 and won five Tony Awards. Several years later a film was shot, with an all-star cast (including Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penélope Cruz, Judi Dench, Fergie, Kate Hudson, Nicole Kidman and Sophia Loren). It received mixed critical reviews but had four Oscars nominations. The film was dedicated to Anthony Minghella, who had died just after writing the script (Minghella had been a director of famous films such as The English patient and The talent of Mr. Ripley).







8 1/2 (di/by Federico Fellini, Italia/Italy-Francia/France 1963)

 
Nine - Broadway Center Stage - The Kennedy Center


Nine (di/by Rob Marshall, USA-Italia/Italy 2009)

Chi avrebbe detto che persino da un film di Ingmar Bergman, sia pure una commedia, sarebbe stato tratto un musical? Smiles of a summer night (Svezia 1955), che narra le vicende di alcune coppie che si scambiano i relativi partner una sera d'estate, aveva però forse delle potenzialità, con il suo intrico di vecchi amori, passioni giovanili e rimpianti ... e il talento di Stephen Sondheim, tra i più acclamati compositori del teatro musicale americano, già abituato a trattare argomenti insoliti per il musical tradizionale, era probabilmente il più adatto ad affrontare i temi complessi del film senza perderne la complessità e l'ambivalenza. Il musical, che andò in scena a Broadway nel 1973 col titolo A little night music, riusciva così a combinare atmosfere sofisticate con la brillantezza dei migliori musical. Dal musical fu presto tratto un film, con  protagonista Elizabeth Taylor.

Il titolo dell'opera teatrale (e del relativo film) è la traduzione letterale del titolo della Serenata No. 13, K525, di Mozart (Eine kleine Nachtmusik). Ricordiamo anche per inciso che il film di Bergman ispirò anche A Midsummer Night's Sex Comedy (di Woody Allen, USA 1982). Il musical fu ripreso nel West End londinese e in una nuova produzione a Broadway nel 2009.

Who would say a musical could be adapted even from a film by Ingmar Bergman (albeit a comedy)? Smiles of a Summer Night (Sweden 1955), which tells the events of some couples who exchange the relative partners one summer evening, however, perhaps had some potential, with its network of old love stories, youth passions and regrets ... And the talent of Stephen Sondheim, among the most acclaimed composers of the American musical theatre, already used to dealing with unusual topics for the traditional musical, was probably the most suitable for dealing with the complex themes of the film without losing its complexity and ambivalence. The musical, which went on stage in Broadway in 1973 with the title A Little Night Music, thus managed to combine sophisticated atmospheres with the brilliance of the best musicals. A film was soon shot from the musical, starring Elizabeth Taylor.

The title of the theatrical work (and of the relevant film) is the literal translation of the title of Serenata No. 13, K525, by Mozart (Eine Kleine Nachtmusik). We can also mention in passing the fact that Bergman's film also inspired
A Midsummer Night's Sex Comedy (by Woody Allen, USA 1982). The musical was adapted in the London West End and in a new Broadway production in 2009.


Sorrisi di una notte d'estate/Smiles of a summer night (di/by Ingman Bergman, Svezia/Sweden 1955)

 
A little night music - From Lincoln Center - New York Opera 1990


A little night music (di/by HaroldPrince, USA/West Germany/Austria 1977)


4. Conclusione

Hollywood e Broadway non hanno più oggi la posizione dominante che hanno mantenuto per buona parte del secolo scorso nell'industria dell'intrattenimento (americana, ma anche internazionale). Come abbiamo già più volte sottolineato, il panorama multimediale odierno non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di buona parte del Novecento: sono cambiati, oltre ai media che veicolano contenuti culturali, le modalità finanziarie e produttive, e, fattore non secondario, i profili dei pubblici di riferimento. Le sinergie che hanno legato in modo strettissimo Hollywood e Broadway durante tutta la loro storia continuano, ma sono inserite in contesti produttivi e ricettivi articolati e complessi: film e musical teatrali sono entrati giocoforza in una rete di prodotti multimediali di cui fanno sempre parte, ma che a loro volta generano un'infinità di altri prodotti. Nell'era dell'intrattenimento multimediale globale, tuttavia, Hollywood, e in misura minore Broadway, restano comunque punti di riferimento essenziali, da cui partono - e a cui arrivano o ritornano - tanti altri "formati" produttivi. Chiedersi se Hollywood o Broadway avranno ancora un futuro equivale a domandarsi, come a volte succede, se il cinema in sala (o il teatro) potranno resistere alla pressione di tanti altri prodotti culturali, che però essi continuano ad alimentare, e da cui sono continuamente alimentati. Le sinergie che abbiamo descritto hanno cambiato forme e strutture, ma sono destinate ad espandersi sempre più, e cinema e teatro, se non saranno più al centro di queste galassie multimediali, ne costituiranno probabilmente nuclei di aggregazione importanti.


4. Conclusion

Hollywood and Broadway no longer have the dominant position that have maintained for most of last century in the (American, but also international) entertainment industry. As we have already pointed out several times, today's multimedia panorama is not even remotely comparable to that of most of the twentieth century: in addition to the media that convey cultural content, the financial and productive methods have changed, and, most importantly, the profiles of the reference audiences. The synergies that have closely linked Hollywood and Broadway throughout their history are still in place, but are part of new, complex productive and receptive contexts: films and musicals have necessarily entered a network of multimedia products, which in turn generate an infinite number of other products. In the era of global multimedia entertainment, however, Hollywood, and to a lesser extent Broadway, still remain essential reference points, which are often the starting point - as weel as the destination - of many other production "formats". Wondering if Hollywood or Broadway will still have a future is equivalent to wondering, as sometimes happens, if film theatrical releases will be able to resist the pressure of many other cultural products, which, however, they also continue to feed, and by which, conversely, they are continuously powered. The synergies that we have described have changed shapes and structures, but are destined to expand more and more, and screen and stage, even if perhaps no longer at the centre of these multimedia galaxies, will probably continue to be important aggregation points.
Fine della Terza parte
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End of Part 3
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Back to Part 2: From screen to stage
Bibliografia/Bibliography

* Aylesworth T.G. 1985. Broadway to Hollywood : musicals from stage to screen. New York : Gallery Books, W.H. Smith.
* Druxman M.B. 1980. The musical from Broadway to Hollywood, South Brunswick [N.J.] : A. S. Barnes.
* El-Mahmood S. 2024. 32 Great Broadway musicals based on movies, Cinemablend.
*
Morddern E. 2016. When Broadway Went to Hollywood, Oxford University Press.

* Broadway: The American musical. Film, book, Student cards, Teacher's Guide.
* Broadway to Hollywood musical adaptations, urbanemovies at IMDb.
* The 30 best film-to-musical adaptations, Time Out.

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