Dossier Dossiers |
Hollywood e
Broadway: una storia di sinergie Parte seconda: Dallo schermo al palcoscenico |
Hollywood and Broadway:
a story of synergy Part 2: From screen to stage |
Luciano Mariani info@cinemafocus.eu © 2024 by Luciano Mariani, licensed under CC BY-NC-SA 4.0 |
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Glossario - Tony Awards: premi alle opere teatrali di Broadway assegnati dall'American Theatre Wing e dalla Broadway League - Laurence Olivier Awards: premi alle produzioni teatrali londinesi assegnati dalla Society of London Theatre - Academy Awards: i premi "Oscar" alle produzioni cinematografiche americane e internazionali assegnati dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences - Golden Globe Awards: premi alle migliori opere cinematografiche e televisive assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association - Emmy Awards: premi alle opere televisive americane e internazionali assegnati dalla Television Academy - Grammy Awards: premi per le produzioni musicali assegnati dalla Recording Academy of the Unites States - IMDb: Internet Movie Data Base, la più grande banca dati del cinema mondiale - IBDB: Internet Broadway Data Base, la più grande banca dati sugli spettacoli di Broadway |
Glossary - Tony Awards: awards to Broadway productions presented by The American Theatre Wing and by The Broadway League - Laurence Olivier Awards: awards to London theatre productions presented by The Society of London Theatre - Academy Awards: the "Oscar" awards to American and international film productions presented by The Academy of Motion Picture Arts and Sciences - Emmy Awards: awards to American and international television productions presented by The Television Academy - Golden Globe Awards: awards to the best film and television works presented by the Hollywood Foreign Press Association - Grammy Awards: awards for musical productions presented by The Recording Academy of the Unites States - IMDb: Internet Movie Data Base, the biggest database of world cinema - IBDB: Internet Broadway Data Base, the biggest database of Broadway shows |
1. Introduzione La stretta collaborazione tra Hollywood e Broadway non ha portato soltanto, come abbiamo visto nella Prima parte di questo Dossier, a numerose e frequenti trasposizioni cinematografiche di musical teatrali. E' accaduto anche l'inverso, seppure in misura minore, con film che hanno dato origine a musical messi in scena a Broadway, Questo è avvenuto soprattutto a partire dalla seconda metà del Novecento, ma negli ultimi decenni, con il revival dei musical teatrali, si sono moltiplicati anche i passaggi dallo schermo al palcoscenico. La ragione che ha sempre motivato questi "travasi" è di natura commerciale: così come uno spettacolo di grande successo a Broadway poteva invogliare a produrne una versione filmica, così il gradimento mostrato dal pubblico nei confronti di un film poteva dare origine ad un interesse a sfruttare questo interesse, allargando la fruizione dell'opera anche sul palcoscenico. Da sempre, insomma, le due grandi industrie americane dell'intrattenimento hanno operato in sinergia, cogliendo tutte le opportunità di sfruttamento di un'opera che si rendevano disponibili. Se per lungo tempo gli spettacoli di Broadway si sono rivolti ad un pubblico piuttosto generico, se non proprio "adulto", condizionando così anche le eventuali trasposizioni dal palcoscenico allo schermo, a partire dalla metà del Novecento l'identikit del pubblico è andata rapidamente cambiando. Il cinema, che fino a quel momento si era in modo simile rivolto piuttosto genericamente ad un pubblico adulto, familiare, inter-generazionale, ha cominciato a svolgere in modo più sistematico ricerche di mercato volte ad individuare i gusti di un pubblico che si andava via via differenziando, soprattutto per l'esplosione di generazioni di giovani in grado di spendere in maniera autonoma, scegliendo tra i prodotti disponibili, e che dava quindi origine ad un "mercato" diverso e comunque appetibile all'industria del cinema (come a quella discografica). I film per i "teenager" sono esplosi proprio a partire dalla fine degli anni '50, e la formazione di un pubblico giovanile si è alimentata presto delle spinte al rinnovamento esplose tra gli anni '60 e i primi anni '70. Non a caso, come abbiamo visto nella Prima parte, proprio in questo periodo hanno cominciato ad apparire in modo sempre più frequente film ispirati ad "opere rock" come Jesus Christ Superstar, The Rocky Horror Picture Show o Hair. Anche Broadway venne investita da questo fenomeno di "giovanilizzazione" del pubblico e di apertura ad una nuova scena culturale "popolare", sia pure in misura certamente ridotta rispetto a Hollywood, come testimoniano appunto i titoli dei musical teatrali che abbiamo appena citato. Il movimento inverso, ossia l'adattamento di film di successo al palcoscenico, è stato sicuramente meno vistoso, ma, specialmente negli ultimi decenni, significativo: se negli anni '60 solo il 5% dei musical di Broadway era basato su film, nel 2010 la percentuale è salita al 41% (Nota 1), segno che il pubblico (di giovani, ma non solo) è disposto a spendere per (ri)vedere uno spettacolo che ha già apprezzato al cinema. Questa tendenza si inquadra in un più vasto movimento culturale, che mette a disposizione di tutti vecchi e nuovi media in un dialogo sempre più fitto non solo tra cinema e teatro, ma anche rispetto a tante altre forme di intrattenimento, dai videogames ai fumetti, dalla musica in streaming ai contenuti multimediali su Internet ... e oltre. 2. Cambiamenti nel passaggio dallo schermo al palcoscenico Come si è visto nella Prima parte, l'adattamento di un testo, teatrale o cinematografico, passa attraverso l'aggiustamento a due linguaggi diversi, e quanto si è detto a proposito del trasferimento di un'opera dal teatro al film vale, in senso opposto, anche per il contrario. 2.1. Due ambienti differenti Il cinema è essenzialmente un mezzo visivo, in cui le immagini hanno un peso determinante, e possono essere manipolate per ottenere una varietà di risulati, che veicolano significati anche complessi. Il cinema può avvalersi di riprese in uno studio come in locations reali e autentiche, spesso impossibili o molto difficili da ricreare sul palcoscenico, anche se le tecnologie digitali permettono oggi di simulare ambienti e spazi virtuali spesso molto realistici. In definitiva, ciò che il cinema mostra in modo esplicito può a volte solo essere suggerito a teatro. Anche gli eventi di una storia e lo scorrere del tempo, che il cinema racconta facendo uso di tecniche molto specifiche (come i flashback, le dissolvenze, i vari accorgimenti di montaggio) devono trovare modi diversi di espressione entro i confini fisici del palcoscenico. Anche i cambiamenti nello spazio, come l'alternarsi di scene in ambienti diversi, devono essere resi a teatro con limitate risorse. E mentre i movimenti della macchina da presa e i suoi obiettivi consentono una flessibilità di campi (dal campo lunghissimo al primissimo piano, con la possibilità di utilizzare carrellate e zoom), a teatro la scena ha una profondità di campo limitata e per lo più statica. D'altro canto, il teatro consente di utilizzare la presenza fisica degli interpreti per compensare molte di queste limitazioni: le loro voci possono e debbono essere "proiettate" all'interno della sala in modo da coprire tutto lo spazio disponibile, e, soprattutto, l'interazione fortissima, quasi "fisica", tra interpreti e pubblico permette una prossimità, un'empatia e un'"intimità" del tutto particolari, diverse da quelle che pur si realizzano nel buio di una sala cinematografica. Sugli interpreti gravano quindi responsabilità pesanti, anche maggiori di quelle degli attori/attrici in un film: è per il loro tramite che la vicenda messa in scena diventa viva e "palpabile" da parte del pubblico, e le emozioni e i sentimenti possono essere espressi in modo molto diretto davanti ad un pubblico sempre fisicamente presente. 2.2. Il pubblico cinematografico e il pubblico teatrale La diversa relazione tra spettacolo e pubblico è dunque uno dei fattori che contraddistinguono film e musical teatrale. Alla base di questa relazione c'è il fatto che, sebbene entrambi presentino allo spettatore scene che sono il risultato di scelte molto specifiche operate dal regista, questa selezione opera in modi molto diversi. Il film non lascia molta scelta allo spettatore su cosa e come guardare: la macchina da presa riprende un'inquadratura, cioè una porzione di spazio organizzata, che può cambiare in molti modi differenti: oltre ai movimenti della macchina da presa, che modificano i limiti e i contenuti dell'inquadratura, c'è la possibilità di mettere a fuoco personaggi, oggetti e ambienti utilizzando allo scopo, ad esempio, lo zoom, e variando la scala dei piani: in ogni caso, l'attenzione dello spettatore è indirizzata chiaramente verso ciò che il film (ossia i cineasti: regista, direttore della fotografia, scenografo, ecc.) desidera far vedere (o non far vedere) allo spettatore, la cui "libertà di visione" risulta così fortemente condizionata. Vediamo ciò che ci è concesso di vedere, nulla di più e nulla di meno, e la nostra attenzione (e le nostre emozioni) seguono un percorso in un certo senso "programmato" in partenza. Anche a teatro la scena è predisposta in partenza, ma l'occhio (e l'orecchio) dello spettatore sono liberi di spaziare, entro i limiti di ciò che contiene il palcoscenico, da una visione d'insieme ad un particolare settore della scena, e spetta allo spettatore scegliere chi e che cosa mettere a fuoco: il viso di un personaggio, un particolare oggetto, il movimento di determinati personaggi, e così via. Certamente ciò che avviene sul palcoscenico, per esempio una coreografia in cui sono impegnati dei personaggi, o una canzone intonata da uno o più interpreti, attirano la nostra attenzione in modo selettivo; e illuminare solo una parte della scena, lasciando in ombra il resto, o puntare un riflettore su un personaggio costringono a guardare in modo selettivo. Inoltre, non si può dimenticare che la posizione dello spettatore, seduto nelle prime fila piuttosto che in cima ad una galleria, ossia la sua prossimità al palcoscenico, possono limitare in modo sostanziale la possibilità di mettere a fuoco le espressioni dei volti o i movimenti dei corpi in certi passi di danza. Tutto questo al cinema non avviene: ovunque siamo seduti, lo schermo è normalmente abbastanza ampio da permetterci di "essere sempre in prima fila". 2.3. I limiti e le opportunità del musical teatrale Il musical teatrale possiede dei dispositivi particolari per far fronte alle necessità sceniche rispetto al film. Ad esempio, se quest'ultimo riesce a trasmettere gli stati mentali e le emozioni dei personaggi con una varietà di tecniche (ad esempio, una voce fuori campo che descrive verbalmente ciò che prova un personaggio in un certo momento, dissolvenze incrociate che visualizzano sogni, fantasticherie, allucinazioni, primissimi piani che riescono a trasmettere le emozioni di un personaggio mettyendo a fuoco le sue labbra, i suoi occhi, i movimenti quasi impercettibili dei muscoli del suo volto), a teatro tutto ciò deve essere espresso con modalità differenti. Un personaggio può letteralmente "dar voce" alle sue emozioni mettendosi a cantare, e "far spazio" alle stesse emozioni mettendosi a danzare. Stati d'animo ed emozioni collettive possono essere efficacemente espressi tramite un coro di voci o una coreografia di gruppo. Sappiamo che la musica (e ancor di più quando si abbina alla danza) coinvolge gli spettatori ad un livello profondo, provocando una risposta emotiva immediata. Si tratta di dispositivi e "convenzioni" tipiche dell'azione scenica, e in particolare del musical teatrale, che gli spettatori normalmente accettano senza fare obiezioni. Come abbiamo già notato nella Prima parte, il fatto che un personaggio si metta improvvisamente a cantare o danzare, alternando magari parti recitate e parti cantate/danzate, può essere considerato una mancanza di "realismo", ma il realismo non è quello che conta in uno spettacolo che (come spesso il cinema, d'altronde) si propone di trasportare il pubblico in un'altra "dimensione", dove le regole del mondo "reale" vengono temporaneamente sovvertite. In sintesi, e per concludere questa breve trattazione dei cambiamenti nelle trasposizioni dallo schermo al palcoscenico, dobbiamo ricordare che si tratta in definitiva di due linguaggi e di due ambienti ben distinti, che possono raggiungere gli stessi risultati ma attraverso modalità diverse. Ciò che rimane costante è l'investimento finanziario che si rende indispensabile nell'adattamento, in un senso come nell'altro. Se le produzioni cinematografiche possono essere particolarmente costose, per cui non tutti i progetti potenzialmente trasferibili dal palcoscenico allo schermo trovano poi di fatto una loro concreta realizzazione, anche il procedimento inverso può prevedere investimenti importanti, tali a volte da scoraggiare l'operazione. 3. Il musical classico hollywoodiano sbarca a Broadway Proprio queste considerazioni di carattere finanziario e commerciale spiegano i diversi modi in cui una produzione teatrale può raggiungere Broadway (o il West End londinese). Non sempre un musical può ambire a raggiungere direttamente un grande teatro. Questo non significa che un musical tratto da un film non venga messo in scena più volte nei vari decenni, sia da produzioni amatoriali (ad es. quelle scolastiche o universitarie), sia da compagnie che magari non ambiscono necessariamente a raggiungere Broadway, ma si "accontentano" (per così dire) dei teatri off-Broadway, cioè teatri più piccoli, destinati quindi ad accogliere un pubblico limitato ed anche in un certo senso selezionato. Questo tipo di produzioni "indipendenti" corrisponde ai fringe theatres di Londra, a volte di dimensioni anche molto piccole. Se il numero delle trasposizioni dallo schermo al palcoscenico non può essere comparato con il movimento inverso, vale comunque la pena ricordare qualcuno dei grossi successi della Hollywood "classica" che hanno trovato la via di Broadway, non sempre, però, con esiti felicissimi. Ad esempio, dal film musicale di grande successo Seven brides for seven brothers (1954) fu tratto molto tempo dopo, nel 1978, un adattamento per il palcoscenico che però non incontrò molto favore, tanto da raggiungere a mala pena Broadway. |
1. Introduction The close collaboration between Hollywood and Broadway has not only brought, as we saw in Part 1 of this Dossier, to several film adaptations of syager musicals. The reverse, albeit to a lesser extent, has also occurred: films have given rise to musicals staged in Broadway, starting from the second half of the twentieth century. And in recent decades, with the revival of stage musicals, these transfers steps from screen to stage have also multiplied. The reason that has always motivated these adaptations is commercial in nature: just as a highly successful Broadway show could encourage the production of a film version, so the appreciation shown by audiences for a film could give rise to an exploitation of this interest, widening the use of the work on stage, too. In short, the two large American entertainment industries have always operated in synergy, taking all the opportunities for exploitation of a work that made themselves available. If for a long time Broadway shows have appealed to a rather generic audience, if not exactly "adult", thus also conditioning any adaptation from stage to screen, starting from the mid -twentieth century the identikit of audiences has quickly changed. Cinema, which up to that moment had been aimed at an adult, inter-generational audience (of the "family" type), began to carry out more systematic market research aimed at identifying the tastes of an audience that was becoming ever more differentiated, especially through the "explosion" of generations of young people who could now afford to spend money independently, choosing from among the products available, and which therefore gave rise to a different "market", highly attractive both by the cinema and by the music industries. Films for teenagers boomed precisely from the late 1950s on, and the formation of a youth audience was further encouraged by the new sensibilities between the 1960s and the early 1970s. Not surprisingly, as we saw in Part 1, precisely in this period "rock operas" such as Jesus Christ Superstar, The Rocky Horror Picture Show or Hair began to appear more and more frequently. Broadway, too, was concerned with this phenomenon of "juvenilization" of the audience, opening to a new "popular" cultural scene, albeit to an extent not comparable to Hollywood, as evidenced by the titles of the syage musicals that we have just mentioned. The reverse movement, i.e. the adaptation of successful films to the stage, has certainly been less conspicuous, but, especially in the last decades, significant: if in the 1960s only 5% of Broadway musicals were based on films, in 2010 the percentage rose to 41% (Note 1), a sign that the audience (of young people, but not only) is willing to spend to see a show that has already been appreciated as a movie. This trend is part of a larger cultural movement, which makes available to everybody old and new media in an increasingly dense dialogue not only between cinema and theatre, but also with respect to many other forms of entertainment, from video games to comics, from music streaming to multimedia content on the Internet ... and beyond. 2. Changes in the transition from screen to stage As we saw Part 1, the adaptation of a text, either theatrical or filmic, implies the adjustment to two different languages, and what we said about the transfer of a work from stage to screen can be applied to the opposite movement. 2.1. Two different environments Cinema is essentially a visual medium, in which images have a decisive weight, and can be manipulated to obtain a variety of effects, which can convey even complex meanings. Cinema can use filming in a study or in real and authentic locations, often impossible or very difficult to recreate on the stage, even if digital technologies today often allow the simulation of very realistic environments and virtual spaces. Ultimately, what cinema shows explicitly can sometimes only be suggested on the stage. Even the events of a story and the flow of time, which cinema tells by making use of very specific techniques (such as flashbacks, fades in/out, various editing techniques) must find different ways of expression within the physical boundaries of the stage. Even changes in space, such as the alternation of scenes in different environments, must be rendered on the stage with what are often limited resources. And while camera movements and cinematography allow a rich flexibility (from a very long shot to a big close-up), with the possibility of using travelling and zooming techniques), on the stage the scene has a limited and most static depth of field. On the other hand, the stage allows the use of the physical presence of the players to compensate for many of these limitations: their voices can and must be "projected" inside the theatre in order to cover the whole available space, and, above all, the very strong, almost "physical" interaction between the players and the audience allows a completely particular proximity, an empathy and "intimacy", different from those can be evoked in the darkness of a cinema. The players therefore assume heavy responsibilities, even greater than those of the actors/actresses in a film: it is through their physical presence that the story comes alive and "palpable" on the stage, and emotions and feelings can be expressed in very direct ways in front of an audience which is similarly physically present. 2.2. The film audience and the theatre audience The different relationship between the show and the audience is therefore one of the factors that distinguish films from stage musicals. At the basis of this relationship there is the fact that, although both present scenes that are the result of very specific choices made by the director, this selection operates in very different ways. The film does not leave much choice to the viewer on what and how to watch: the camera records a shot, that is, a portion of organized space, which can change in many different ways: in addition to camera movements, which modify the limits and the contents of the frame, there is the possibility of focusing on characters, objects and environments using, for example, the zoom, and varying the shot scale: in any case, the viewer's attention is clearly directed towards what the film (i.e. the filmmakers: director, director of photography, etc.) wishes to show (or not show). The audience's "freedom of vision" is therefore strongly conditioned. We watch see what we are allowed to watch, nothing more and nothing less, and our attention (and our emotions) follow a path which, in a certain sense, has been "planned" beforehand. On the stage, the scene is set up at the very start, too, but the eye (and the ear) of the viewer are free to range, within the limits of what the stage contains, from an overall vision to a particular sector of the scene. It is up to the viewer to choose who and what to focus on: the face of a character, a particular object, the movement of certain characters, and so on. Certainly what happens on the stage, for example a choreography in which characters are engaged, or a song with one or more interpreters, attract our attention selectively; and lighting up only a part of the scene, leaving the rest in the shade, or pointing a spotlight on a character force the audience to look in a selective way. Furthermore, it cannot be forgotten that the spectators' position, whether sitting in the first rows rather than on the top gallery, that is, their proximity to the stage, can substantially limit the possibility of focusing on the expressions of the faces or the movements of the bodies in certain dance steps. All this does not happen in a cinema: wherever we are sitting, the screen is normally wide enough to allow us to "always be in the front row". 2.3. The limits and opportunities of the stage musical The stage musical has particular devices to cope with the scenic needs compared to the film. For example, if the latter manages to transmit the mental states and emotions of the characters with a variety of techniques (for example, a voice-off that verbally describes what a character feels at a certain moment, cross-fades that display dreams, phantasies, , hallucinations, big closde-ups that manage to convey the emotions of a character, focusing on his lips, his eyes, the almost imperceptible movements of the muscles of his face), on the stage all this must be expressed in different ways. A character can literally "give voice" to his emotions by singing, and "making space" to the same emotions by starting to dance. Mood states of and collective emotions can be effectively expressed through a choir of voices or a group choreography. We know that music (and even more when it is combined with dance) involves spectators on a deep level, causing an immediate emotional response. These are devices and "conventions" typical of the scenic action, and in particular of the stage musical, which spectators normally accept without making objections. As we have already noticed in Part 1, the fact that a character suddenly starts singing or dancing, perhaps alternating pieces of dialogue with singing and dancing, can be considered a lack of "realism", but realism is not what matters in a show that (like cinema, after all) aims to transport the audience to another "dimension", where the rules of the "real" world can be temporarily subverted. In summary, and to conclude this brief discussion of changes in adaptations from screen to stage, we must remember that we are ultimately dealing with two "languages" and two distinct environments, which can achieve the same results but through different means. What remains constant is the financial investment that becomes indispensable in adaptation, in one sense as in the other. If film productions can be particularly expensive, so that not all prospective projects can in fact find their concrete realization, even the opposite procedure can imply important investments, which can sometimes discourage the operation. 3. The classical Hollywood musical lands in Broadway Precisely these financial and commercial considerations explain the different ways in which a theatrical production can reach Broadway (or the London West End). Not always can a musical aspire to directly reach a big theatre. This does not mean that a musical based on a film will not be staged several times, both by amateur (e.g. school or university) productions and by companies that perhaps do not necessarily aspire to reach Broadway, but can be satiusfied with working in an off-Broadway theatre, i.e. a smaller theatre, with limited seating capability and perhaps attracting smaller, "selected" audiences. This type of "independent" productions corresponds to the fringe theatres in London, which are sometimes very small sized. If the number of adaptations from screen to stage cannot be compared with the reverse movement, however, it is worth remembering some of the big "hits" of classical Hollywood that have found the Broadway route, not necessarily with satisfacvtory results. For example, the highly successful musical film Seven Brides for Seven Brothers (1954) was much later, in 1978, adapted for the stage - which however was not very successful. |
Sette spose per sette fratelli/Seven brides for seven brothers (di/by Stanley Donen, USA 1954) |
Seven brides for seven brothers - American Musical Theatre of San Jose (1998) |
Anche la trasposizione di Gigi, famoso musical vincitore di Oscar con un cast di star
come Leslie Caron, Louis Jourdan e Maurice Chevalier, non ebbe grande
fortuna a Broadway nel 1973 (pur vincendo un Tony Award per la migliore
colonna sonora) - ma, come spesso è capitato ad altri musical - fu
ripreso nel West End di Londra nel 1985 ed anche a Washington D.C. e
(per pochi mesi) ancora a Broadway nel 2015. |
Similarly, the adaptation of Gigi, a famous Oscar-winning musical with a cast of stars like Leslie Caron, Louis Jourdan and Maurice Chevalier, had no great fortune in Broadway in 1973 (while winning a Tony Award for the Best Soundtrack) - but, as often happened to other musicals - was taken up in the West End in London in 1985 and also in Washington D.C. and (for a few months) again in Broadway in 2015. |
Gigi (di/by Vincente Minnelli, USA 1958) |
Gigi - Broadway (2015) |
Anche Calamity Jane (1953), un musical ad
ambientazione western, con protagonista Doris Day e prodotto anche in
seguito al grande successo di Annie get your gun (di George Sidney, USA 1950, con le
coreografie, non accreditate, di Busby Berkeley e Charles Walters) dette
origine ad un musical teatrale, che ebbe alterne fortune in produzioni
statunitensi, inglesi e australiane, con l'aggiunta di nuove canzoni, a partire dal 1961. |
Another famous musical film, Calamity Jane (1953), a musical with a western setting, starring Doris Day and produced following the great success of Annie Get Your Gun (by George Sidney, US 1950, with the choreography, not accredited, by Busby Berkeley and Charles Walters) gave rise to a theatrical musical in 1961, and had alternate fortunes in the U.S., English and Australian productions. |
Non sparare, baciami!/Calamity Jane (di/by David Butler, USA 1953) |
Calamity Jane - UK production |
Possono passare però molti anni anni prima che un musical di Hollywood
venga trasposto a Broadway - ma questa è anche una conferma che la
grande tradizione hollywoodiana non viene dimenticata, ed è pronta a
risorgere quando ne ha la possibilità. E' il caso di 42nd Street,
il grande successo del 1933 che, in piena Grande Depressione, cercava di
risollevare gli animi con le sfarzose e strabilianti coreografie di
Busby Berkeley. Il film divenne uno show a Broadway nel 1980, con
l'aggiunta di numerose canzoni e numeri musicali, e vinse dei Tony
Awards come "Miglior musical" e Migliore coreografia", per poi essere
messo in scena anche nel West End di Londra" nel 1984 e vincere un nuovo
Tony Award nella nuova produzione del 2001 come "Miglior revival". |
However, many years can pass before a Hollywood musical is adapted for Broadway - but this is also a confirmation that the great Hollywood tradition is never forgotten, and is ready to take up any opportunity. This is the case of 42nd Street, the great success of 1933 which, during the Great Depression, tried to raise the nation's spirits with Busby Berkeley's sumptuous and amazing coreographies. The film became a Broadway show in 1980, with the addition of several songs and musical numbers, and won Tony Awards for Best Musical and Best Choreography. It was then staged also in the London West End in 1984, winning a Tony Award in the new 2001 production for Best Revival. |
Quarantaduesima strada/42nd Street (di/by Lloyd Bacon, USA 1933) |
42nd Street - Theatre Royal Drury Lane, London |
Gli incroci tra diverse forme di spettacolo continuano ad essere
frequenti a distanza di tempo. Un esempio è il musical Thoroughly
Modern Millie, che aprì a Broadway nel 2002, pur essendo basato sul
film del 1967 con Julie Andrews, che a sua volta si basava su un
musical inglese del 1956. La storia riguarda una ragazza di provincia
che arriva a New York in cerca di un matrimonio per denaro, invece che
per amore - un intento particolarmente raro negli anni '20 del secolo
scorso in cui è ambientata la vicenda - ma anche un'occasione per far
rivivere tutta la spensieratezza e l'eccitazione degli "anni ruggenti". |
The transfer between different forms of entertainment continue to be frequent even in the long run. An example is the musical Thoroughly Modern Millie, which opened in Broadway in 2002, despite being based on the 1967 film with Julie Andrews, which in turn was based on a 1956 English musical. The story concerns a provincial girl who arrives in New York looking for a way to settle down by marrying someone wealthy enough - a particularly rare ambition in the 1920s when the story is set - but also an opportunity to revive all the light-heartedness and excitement of the "roaring twenties". |
Millie/Thoroughly Modern Millie (di/by George Roy Hill, USA, 1967) |
Thoroughly Modern Millie - 2002 Tony Awards |
Ancora più lontani fra loro nel tempo sono il film e il musical di An
American in Paris: ma le intramontabili musiche di Gershwin, con le
coreografie di Gene Kelly, trionfarono anche sul palcoscenico, nello
spettacolo andato in scena a Parigi nel 2014 e poi a Broadway nel
2015, che non faceva rimpiangere il famoso film. Nonostante i quattro Tony Award conquistati, tuttavia, il
musical chiuse i battenti nel 2016, ma venne poi ripreso in diverse
occasioni. |
Even more distant from each other in time are the film and the stage musical of An American in Paris: but Gershwin's timeless music, with Gene Kelly's choreography, triumphed on the stage, in the show staged in Paris in 2014 and then in Broadway in 2015. Despite winning four Tony Awards, however, the musical closed its doors in 2016, but was then revived on several other occasions. |
Un americano a Parigi/An American in Paris (di/by Vincent Minnelli, USA 1951) |
An American in Paris - UK cast |
4. Da Hollywood a Broadway negli ultimi decenni Se si va alla ricerca degli adattamenti da Hollywood a Broadway, si scopre subito che i film musicali prodotti negli ultimi decenni sono stati piuttsto rari, e di conseguenza lo sono state anche le trasposizioni per Broadway. Sono invece aumentati sempre di più gli adattamenti da film non musicali (quasi sempre commedie, ma non solo), il che ha comportato un lavoro di trasposizione spesso massiccio, per la mancanza del patrimonio di canzoni e numeri musicali che invece offrivano i film musicali veri e propri. Come si è detto, anche per questo motivo questo tipo di trasposizione si rivela spesso molto costoso, ma altrettanto spesso l'investimento produce risultati più che soddisfacenti. Più in generale, la trasposizione dallo schermo al palcoscenico si iscrive in un più vasto fenomeno, che potremmo definire transmedialità, a cui abbiamo già accennato, ma che vale la pena di sottolineare nuovamente, ossia lo sfruttamento di un'opera attraverso l'intera gamma dei media oggi disponibili, in primo luogoquelli legati alle nuove tecnologie e a Internet, con, sullo sfondo, i mutamenti sostanziali, futuri ma già oggi in parte visibili, legati all'uso sempre più massiccio dell'Intelligenza Artificiale. 4.1. Dai film "a tema musicale" A conferma di come le opere si muovano agevolmente tra più media diversi, consideriamo il caso di Tommy, in origine una "rock opera" sotto forma di doppio album, pubblicato dal gruppo rock inglese "The Who" nel 1969, che narra le vicende di un ragazzo sordo, muto e cieco (per motivi psicosomatici) che diventa dapprima un campione di "flipper" e poi un leader religioso. L'opera divenne un film prodotto in Inghilterra, per la regia di Ken Russell, nel 1975, con un cast musicale stellare, che comprendeva, oltre al cantante dei "Who", Roger Daltrey, Ann-Margret, Oliver Reed, Eric Clapton, Tina Turner, Elton John, Robert Powell and Jack Nicholson. Dalla stessa opera rock originaria fu tratto un musical che debuttò a Broadway nel 1993, e persino un vero e proprio flipper elettronico (The Who's Tommy Pinball Wizard), messo sul mercato nel 1994, che ingloba le canzoni eseguite dal cast originale del musical di Broadway. Il musical fu ripreso più volte in diverse località negli ultimi decenni. |
4. From Hollywood to Broadway in recent decades If one searches the adaptations from Hollywood to Broadway, it is immediately clear that musical films produced in recent decades have been rare, and consequently their adaptations for Broadway. On the other hand, adaptations from non-musical films (comedies most of the times, but not only) have consistently increased. This has often involved a massive adaptation work, owing to the lack of songs and musical numbers that film musicals instead usually offered. If for this reason this type of adaptation is often very expensive, equally often the investment produces more than satisfactory results. More generally, the adaptation from screen to stage is now part of a wider phenomenon, which we could define as transmediality, which we have already mentioned: the exploitation of a work through the entire range of the media available today, first and foremost related to the new technologies and the Internet, is now meeting the (future but already partially visible today) challenges linked to the increasingly massive use of Artificial Intelligence. 4.1. From "musical theme" films To realize how cultural products move easily among different media, let us consider the case of Tommy, originally a "rock opera" in the form of a double album, published by the English rock group "The Who" in 1969, which tells the events of a boy who (for psychosomatic reasons) is deaf, silent and blind, but who eventually becomes a pinball champion and even a religious leader. The album became a film produced in England, directed by Ken Russell, in 1975, with an all-star musical cast, which included, in addition to the singer of "The Who", Roger Dalrey, Ann-Margret, Oliver Reed, Eric Clapton, Tina Turner, Elton John, Robert Powell and Jack Nicholson. A musical was drawn from the original rock work that premiered in Broadway in 1993, and even a real electronic pinball machine (The Who's Tommy Pinball Wizard) was put on the market in 1994, which incorporates the songs performed by the original cast of the Broadway's musical. The musical was revived several times in different locations in recent decades. |
Tommy (di/by Ken Russell, GB 1975) |
The Who's Tommy - 2024 Broadway revival |
Dunque possono passare lustri e decenni prima che un film trovi la
strada della trasposizione a Broadway. Ma Broadway "non dimentica":
anche a distanza di molto tempo, se un film ha avuto successo ed è magari
entrato nell'immaginario collettivo, può arrivare il momento opportuno
e propizio (innanzitutto dal punto di vista finanziario e commerciale)
per il passaggio dallo schermo al palcoscenico. Consideriamo il caso di Saturday Night Fever, film del 1977 diventato presto un film "di culto" per svariati motivi: la folgorante apparizione di John Travolta sulla pista della discoteca, le scintillanti coreografie, e, elemento essenziale, le musiche dei Bee Gees (ma la colonna sonora comprende molti altri brani, che in un certo senso anticipano la "disco music" degli anni '80) - anche se il film non manca di notazioni sociologiche interessanti, come il riferimento alle tensioni sociali nella working class di Brooklyn, alla vigilia del decennio reaganiano. Dovevano passare però vent'anni prima che il film diventasse un musical, dapprima nel West End londinese (1998) e poi a Broadway l'anno successivo. Sul palcoscenico il film divenne un "jukebox musical", ossia un contenitore delle canzoni dei Bee Gees, a loro volta diventate "di culto", con l'emilinazione dei risvolti sociali come le tensioni etniche, l'uso della droga e la violenza che erano state parte integrante del film. |
Therefore, decades and decades can pass before a film finds the
route to Broadway. But Broadway "does not forget": even after a long
time, if a film has been successful and enters the collective
imagination, there might come the time (first of all from a financial
and commercial point of view) for the transition from screen to stage. Consider the case of Saturday Night Fever, the 1977 film that soon became a "cult movie" for various reasons: the dazzling appearance of John Travolta in the disco, the sparkling choreography, and, last but not least, the "Bee Gees" music (although the soundtrack includes many other songs, which in a certain sense anticipate the "disco music" of the 80s). Interestingly, the film also includes poignant sociological notations, such as the reference to social tensions in the Brooklyn working class on the eve of the Reaganian decade. However, twenty years had to pass before the film became a musical, first in the London West End (1998) and then in Broadway the following year. On the stage the film became a "Jukebox Musical", that is, a container of the songs of the Bee Gees, which in turn had become "cult hits", but avoiding the social implications such as ethnic tensions, the use of drugs and violence that had been an integral part of the film. |
La febbre del sabato sera/Saturday night fever (di/by John Badham, USA 1977) |
Saturday Night Fever - Broadway production 1999 |
Anche Footloose, in origine un film di grande successo (1984) e diventato col tempo un piccolo "cult", e uno
dei primi grandi successi di Kevin Bacon, dovette attendere quasi
quindici anni prima di diventare un musical a Broadway. |
Even Footloose, originally a highly successful film (1984), over time became a small "cult movie", and one of Kevin Bacon's first great successful performances - buit it had to wait almost fifteen years before becoming a musical in Broadway. |
Footloose (di/by Herbert Ross, USA 1984) |
Footloose -The Kennedy Center, Broadway |
Il caso di Anastasia è più complesso e copre diversi decenni
della storia di Hollywood (e di Broadway). All'origine c'era un lavoro
teatrale, che diventò un film di grande successo (1956), con protagonisti Ingrid Bergman (che vinse un Oscar
per questa sua interpretazione) e Yul Brynner. Il film narra le peripezie
di una giovane donna che soffre di amnesia, e che potrebbe però essere
la Gran Duchessa Anastasia Romanov, l'unica scampata alla Rivoluzione
d'Ottobre della famiglia reale russa dei Romanov. Nel 1997 la 20th
Century Fox decise di produrre il suo primo film di animazione e la
scelta cadde proprio sulla storia di Anastasia. Il film (di Don Bluth e
Gary Goldman, USA) reclutava diversi famosi attori di Hollywood per dare
voce ai personaggi animati, tra cui Meg Ryan, John Cusack, Christopher
Lloyd, Kirsten Dunst e Angela Lansbury. Fu un successo, tale da dare
vita ad un film spin-off (ossia una storia derivata da, o
liberamente ispirata a, un prodotto originale) destinato solo al mercato video, ma dovette
aspettare due decenni prima di arrivare a Broadway nel 2017, per poi
essere ripreso (come capita sempre più spesso in questi ultimi decenni)
da varie produzioni indipendenti in giro per il mondo. |
The case of Anastasia is more complex and covers several decades of Hollywood (and Broadway) history. At the origin there was a theatrical work, which became a highly successful film (1956), starring Ingrid Bergman (who won an Oscar for her interpretation) and Yul Brynner. The film tells the vicissitudes of a young woman suffering from amnesia, and who could however be the great Duchess Anastasia Romanov, the only one of the Russian Royal Family of Romanovs who escaped the October Revolution. In 1997 20th Century Fox decided to produce their first animated film and the choice fell precisely on the history of Anastasia. The film (by Don Bluth and Gary Goldman, USA) recruited several famous Hollywood actors to give voice to the animated characters, including Meg Ryan, John Cusack, Christopher Lloyd, Kirsten Dunst and Angela Lansbury. It was a success, such as to give life to a spin-off film (i.e. a story derived from, or freely inspired by, an original product) intended only for the video market, but had to wait two decades before arriving in Broadway in 2017, then to be taken up (as has happened more and more often in the last decades) by various independent productions around the world. |
Anastasia (di/by Anatole Litvak, USA 1956) |
Anastasia on Broadway |
Altri film a soggetto musicale hanno trovato la strada per Broadway più
in fretta. E' il caso di School of rock (2003) su un chitarrista rock, Dewey, che, licenziato dal suo
gruppo, non trova di meglio che lavorare come supplente in un una
prestigiosa scuola. Dopo aver scoperto il talento musicale dei suoi
allievi, e grazie ad una coltissima conoscenza della musica rock, Dewey
decide di prepararli a competere in un concorso (grazie al quale, tra
l'altro, spera di riuscire a pagare il suo affitto ...). Con le musiche
di Andrew Lloyd Webber, School of rock debuttò a Broadway nel
2015 e rimase in cartellone fino al 2019. |
Other musical films have found their way to Broadway faster. This is
the case of School of Rock (2003) on a rock guitarist, Dewey,
who, fired from his group, finds no better than working as a substitute
teacher in a prestigious school. After discovering the musical talent of
his students, and thanks to a very full knowledge of rock music, Dewey
decides to prepare them for a competition (thanks to which, among other
things, he hopes to be able to pay for his rent ... ). With Andrew Lloyd
Webber's music, School of Rock made its debut in Broadway in
2015 and remained on the bill until 2019. |
School of rock (di/by Richard Linklater, USA 2003) |
School of rock - Broadway |
Anche Moulin Rouge! (2001) si
può classificare come un "jukebox musical", in quanto si presenta come
un'antologia di grandi successi della musica pop/rock, eseguiti dagli
stessi interpreti (tra cui Nicole Kidman e Ewan McGregor), in un
pastiche accattivante. Vista la quantità delle canzoni comprese nel
film, si dice che il regista Luhrmann abbia speso due anni e mezzo per
acquisirne i diritti: si va "The show must go on" dei Queen a "Material
Girl" di Madonna, da "Your song" di Elton John a "Roxanne" dei Police in
una versione "tango", solo per citarne alcune. Dopo la mancata presenza
delle due star più importanti nella versione teatrale, il musical vide
finalmente la luce a Boston nel 2018 e a Broadway l'anno successivo,
aggiudicandosi 14 nominations e vincendo 10 premi ai 74th Tony Awards. |
Moulin Rouge!, too, can be classified as a "Jukebox Musical", as it presents itself as an anthology of great hits of pop/rock music, performed by the same interpreters (including Nicole Kidman and Ewan McGregor), in an captivating pastiche. Given the quantity of the songs included in the film, director Baz Luhrmann is said to have spent two and a half years to acquire the rights: "The show must go on" by Queen, "Material Girl" by Madonna, "Your Song" by Elton John and "Roxanne" by The Police in a "tango" version, just to name a few. Even without the two most important stars in the film version, the musical finally saw the light in Boston in 2018 and in Broadway the following year, winning 14 nominations and winning 10 Tony Awards. |
Moulin Rouge! (di/by Baz Luhrmann, Australia/USA 2001) |
Moulin Rouge" - Official West End trailer |
4.2. Dalle commedie La "fame" che Broadway ha sempre nutrito per film che potenzialmente possono diventare show di successo non ha mai avuto limiti, e, come vedremo, ha coinvolto lavori di adattamento anche a distanza di molti decenni dalla produzione di un film. Caso emblematico è Some like it hot, il celeberrimo film con il magnifico trio di interpreti formato da Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon. Il film di Wilder (che, ricordiamolo, era di origine tedesca) era basato su un film francese del 1935 (Fanfare d'amour, di Richard Pottier), già rifatto nel 1951 in Germania Occidentale col titolo Fanfares of love (di Kurt Hoffmann), e con un sequel due anni dopo ... a dimostrazione del fatto che quando una storia è appassionante e ha dato prova di essere molto gradita dal pubblico, può venire ripresa molte volte a distanza di tempo, in paesi diversi, e con registi e interpreti nuovi. Dovevano passare però più di ottant'anni prima che potesse debuttare, a Broadway nel 2022, l'adattamento per il palcoscenico di Some like it hot, con una prduzione di grande successo e nominata tredici volte per i Tony Awards. |
4.2. From comedies Broadway has never set any limits to films that can potentially become successful shows - even if this has meant adaptation work after many decades since the film's production. The emblematic case is Some Like It Hot, the famous film with the magnificent trio of interpreters formed by Marilyn Monroe, Tony Curtis and Jack Lemmon. Wilder's film (who was of German origin) was based on a 1935 French film (Fanfare d'Amour, by Richard Pottier), already remade in Western Germany in 1951 with the title Fanfares of Love (by Kurt Hoffmann), and with a sequel two years later ... showing the fact that when a story is exciting and has proven to be welcome by the audience, it can later be taken up many times, in different countries, and with new directors and interpreters. However, more than eighty years had to pass before the debut, in Broadway in 2022, of the adaptation to the stage of Some Like It Hot, which was a great success and had thirteen Tony Awards nominations. |
A qualcuno piace caldo/Some like it hot (di/by Billy Wilder, USA 1959) |
Some like it hot on Broadway |
Ma anche un altro capolavoro di Billy Wilder, The apartment
(1960), anche in questo caso con interpreti indimenticabili come
Jack Lemmon e Shirley McLane, fu adattato per il palcoscenico, ma molto
più rapidamente. Già nel 1968 debuttò a Broadway (e l'anno dopo nel West
End londinese) l'adattamento, firmato da Neil Simon e con le musiche di
Burt Bacharach e i testi di Hal David, con il titolo Promises,
promises (che, insieme ad un'altra canzone dallo show, "I'll never
fall in love again" sarebbe poi diventato un grande successo
nell'interpretazione di Dionne Warwick). |
Another of Wilder's masterpieces, The Apartment (1960), also in this case with unforgettable interpreters such as Jack Lemmon and Shirley McLane, was adapted for the stage, but much more quickly. The 1968 the adaptation, signed by Neil Simon and with music by Burt Bacharach and lyrics by Hal David, premiered in Broadway with the title Promises, Promises (the song of the same title, plus another song from the show, "I'm Never Fall in Love Again" would then become great hits in Dionne Warwick's interpretation). |
L'appartamento/The apartment (di/by Billy Wilder, USA 1960) |
Promises, promises - A Broadway birthday |
Per una volta, un film originario della Gran Bretagna ebbe fortuna come
show a Broadway: Monty Python and the Holy Grail era
un commedia, scritta e interpretata dal gruppo "Monty Python", già
famosi in televisione quando realizzarono appunto questo film nel 1975(diretto
da due dei protagonisti, Terry Gilliam e Terry Jones). Il film
era una divertente satira della leggenda di Re Artù e della ricerca del
Sacro Graal. Trent'anni dopo Mike Nichols (affermato regista di
Hollywood, autore, tra l'altro, di The graduate) diresse la trasposizione teatrale,
il cui titolo completo (Monty Python's Spamalot: A Musical
(Lovingly) Ripped Off from the Motion Picture Monty Python and the Holy
Grail) ricorda proprio il film originario, nel frattempo diventato
un cult. Lo show ebbe un grande successo, ebbe 14
nomination ai Tony Award e ne vinse tre, tra cui Miglior Musical. E una
piccola curiosità: vista la sua popolarità anche in Inghilterra, fu uno
degli otto musical inglesi ad essere commemorato in un francobollo della
Royal Mail nel 2011. |
For once, a film originally from Great Britain became a great success as a Broadway show: Monty Python and the Holy Grail was a comedy, written and played by the "Monty Python" group, already famous on television when they made this film in 1975 (directed by two of the protagonists, Terry Gilliam and Terry Jones). The film was a satire of the legend of King Arthur and the search for the Sacred Grail. Thirty years later Mike Nichols (affirmed director of Hollywood, author, among others, of The Graduate) directed the theatrical transposition, whose complete title (Monty Python's Spamalot: A Musical (Lovingly) Ripped Off From The Motion Picture Monty Python And the Holy Grail) echoes the original film, which in the meantime had become a cult. The show was a great success, had 14 Tony Award nominations and won three, including Best Musical. Besides, given its popularity in England, too, it was one of the eight British musicals to be commemorated in a Royal Mail stamp in 2011. |
Monty Python and the Holy Grail (di/by Terry Gilliam e/and Terry Jones, GB 1975) |
Spamalot - The musical on Broadway |
Un'altra commedia (fantascientifica) di grande successo, Back to the
future (1985, con due sequels altrettanto
famosi) fu trasposta come opera teatrale, dapprima in Inghilterra nel
2020 e poi a Broadway nel 2023, con le canzoni che già figuravano nel
film a cui ne vennero aggiunte altre. Il musical, tuttora in cartellone,
vinse il "Laurence Olivier Award" come Miglior Musical nel 2022. |
Another (science fiction) comedy of great success, Back to the Future (1985, with two equally famous sequels) was adapted for the stage, first in England in 2020 and then in Broadway in 2023, with the songs that had already appeared in the film, to which others were added. The musical, still on the bill, won the "Laurence Olivier Award" for Best Musical in 2022. |
Ritorno al futuro/Back to the future (di/by Robert Zemeckis, USA 1985) |
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Un altro successo cinematografico degli anni '80, Tootsie, con la strepitosa interpretazione di Dustin
Hoffman nei panni di un attore che, pur di trovare lavoro, si traveste
da donna e diventa l'affermata protagonista di una soap opera televisiva, divenne
un musical nel 2019, con il protagonista che cerca di entrare a far
parte proprio di un musical di Broadway. Lo show chiuse a
Broadway nel 2020, ma numerose altre produzioni lo portarono in tante
altre città di tutto il mondo. |
Another film success of the 80s, Tootsie, with the amazing interpretation of Dustin Hoffman as an actor who, in order to find a job, disguises himself as a woman and becomes the established protagonist of a soap television work, became a musical in the 2019, with the protagonist trying to join a Broadway musical. The show closed in Broadway in 2020, but numerous other productions brought it to many other cities around the world. |
Tootsie (di/by Sydney Pollack, USA 1982) |
Tootsie - Broadway trailer |
Sempre dagli anni '80 arriva Beetlejuice (di Tim Burton,
1988), film diventato di culto nei decenni successivi (e con un sequel,
Beetlejuice Beetlejuice, presentato al Festival di
Venezia nel 2024). E' la storia di una coppia passata a miglior vita, ma
che cerca di spaventare gli abitanti della loro casa, chiamando in aiuto
un "bio-esorcista", interpretato da Michael Keaton nel ruolo forse
più famoso della sua carriera. Il musical (il cui titolo completo è
Beetlejuice The Musical. The Musical. The Musical., in quanto
l'esorcista in questione viene evocato pronunciando tre volte il suo
nome) andò in scena a Broadway nel 2019, ma soffrì della chiusura dei
teatri a causa della pandemia. |
Still back from the 1980s, Beetlejuice (by Tim Burton, 1988), had become a cult in the following decades (and with a sequel, Beetlejuice Beetlejuice, opening at the Venice Festival in 2024). It is the story of a dead couple who tries to frighten the inhabitants of their home, by enlisting the help of a "bio-exorcist", played by Michael Keaton in the perhaps most famous role of his career. The musical (whose complete title is Beetlejuice the musical. The musical. The musical., as the exorcist in question is evoked by pronouncing his name three times) went on stage in Broadway in 2019, but suffered from the closure of theatres owing to the pandemic. |
Beetlejuice - Spiritello porcello/Beetlejuice (di/by Tim Burton, USA 1988) |
Beetlejuice The Musical - "Say my name" clip |
Sister Act (1992), una delle più
spumeggianti interpretazioni di Whoopy Goldberg, nei panni di una
cantante che trova rifugio in un convento dopo aver assistito ad un
omicidio, aveva tutte le caratteristiche, non solo per dare origine ad
un sequel, Sister Act 2: Back in the habit (di Bill Duke, USA
1993), ma anche per essere trasposto come musical, dapprima nel West End
londinese (2006), poi a Broadway ed infine in tante altre produzioni in
tutto il mondo. |
Sister Act (1992), one of Whoopy Goldberg's most loved interpretations in the role of a singer who finds refuge in a convent after witnessing a murder, had all the characteristics, not only to give rise to a sequel, Sister Act 2: Back in the habit (by Bill Duke, USA 1993), but also to be adapted as a musical, first in the London West End (2006), then in Broadway and finally in many other productions all over the world. |
Sister Act - Una svitata in abito da suora/Sister Act (di/by Emile Ardolino, USA 1992) |
Sister act -West End trailer |
Un altro film britannico di grande successo, Kinky Boots (2005) divenne ben presto un musical, con le musiche e
i testi di Cindy Lauper. Basato su una storia vera, racconta di un
proprietario di una fabbrica di scarpe che, per salvarsi dal fallimento,
si associa con una drag queen per iniziare a produrre scarpe
appositamente pensate proprio per le drag queen. Andato in
scena a Broadway nel 2013, rimase in cartellone per sei anni, con ben 13
nomination ai Tony Award e sei vittorie come Miglior Musical, Miglior
Attore (Billy Porter) e Miglior Colonna Sonora per Cindy Lauper al suo
debutto come compositrice a Broadway. La produzione inglese debuttò nel
West End nel 2015, vincendo l'anno successivo tre Laurence Olivier
Awards tra cui Miglior Nuovo
Musical. |
Another highly successful British film, Kinky Boots (2005) soon became a musical, with the music and lyrics by Cindy Lauper. Based on a true story, it tells of an owner of a shoe factory that, to save himself from bankruptcy, finds the help of a drag queen to start producing shoes specially designed for drag queens. Staged in Broadway in 2013, the show remained on the bill for six years, with 13 Tony Award nominations and six wins for Best Musical, Best Actor (Billy Porter) and best soundtrack for Cindy Lauper at her debut as a Broadway composer. The English production made its debut in the West End in 2015, winning three Laurence Olivier Awards including the one for Best New Mmusical. |
Kinky boots - Decisamente diversi/Kinky Boots (di/by Julian Jarrold, GB 2005) |
Kinky Boots - from the West End production |
Anche i teen pics, o film su/per teenager, sono
stati coinvolti nelle trasposizioni teatrali. Un esempio è Bring
it on (2000), ambientato in una high
school (scuola speriore) americana, sulla rivalità tra due gruppi di
cheerleaders (le ragazze che cantano e danzano in sostegno
di una squadra sportiva della loro scuola) in vista della partecipazione ad un concorso nazionale. Il film ebbe un grande successo, tale da
generare ben sei sequel, tra il 2004 e il 2022 (anche se
prodotti per il mercato straight-to-video, cioè destinati ads essere
distribuiti direttamente su DVD/Bly-Ray). Il relativo musical sbarcò
a Broadway nel 2o12, ma rimase in cartellone solo sei mesi. |
Teen pics, or films about/for teenagers, have also been involved in theatrical adaptations. An example is Bring It On (2000), set in an American High School, about the rivalry between two groups of cheerleaders (the girls who sing and dance in support of a sports team in their school) preparing for a national competition. The film had a great success, such as to generate six sequels, between 2004 and 2022 (even if produced for the Straight-to-Video market, i.e. intended to be distributed directly on DVD/Blu-Ray discs). The musical landed in Broadway in 2012, but remained on the bill only six months. |
Ragazze nel pallone - Bring it on/Bring it on (di/by Peyton Reed, USA 2000) |
Bring it on - The musical - London trailer |
Un altro clamoroso successo cinematografico, questa volta
britannico, fu The Full Monty (1997).
Il film narra le vicende di un gruppo di disoccupati di Sheffield
nel nord dell'Inghilterra, che, come fonte alternativa di reddito,
mettono in piedi, tra lo stupore generale della collettività, un
numero di strip-tease maschile, visto il successo che
questo genere di spettacolo sta avendo tra le loro mogli, e lo
fanno, come dice il titolo, "andando fino in fondo" nel loro
spogliarello... Dal film, che non è solo una brillante commedia, ma
presenta risvolti di critica sociale non banali, vennero tratte
delle serie televisive, ma anche un musical americano (in una rara
trasposizione da una cultura ad un'altra), con la storia
trasferita a Buffalo. Il musical andò in scena a Broadway nel 2000, per poi
iniziare un tour nazionale e dare vita anche ad una versione nel
West End londinese nel 2002. |
Another sensational film success was The Full Monty (1997). The film narrates the events of a group of unemployed men living in Sheffield in northern England, who, as an alternative source of income, set up, among the general amazement of the community, a show of male strip-tease, given the success that this kind of show is having among their wives - and they do it, as the title says, "going all the way" in their striptease ... The film, which is not only a brilliant comedy, but presents a number of social implications, spawned a television series, but also an American musical (in a rare adaptation from one culture to another), with the history transferred to Buffalo. The musical went on staged in Broadway in 2000, then started a national tour and also gave life to a version in the London West End in 2002. |
Full Monty - Squattrinati organizzati/The Full Monty (di/by Peter Cattaneo, GB 1997) |
The Full Monty - 2001 Tony Awards |
4.3. Da altri generi: film biografici, drammatici,
thriller/horror I biopic, o film biografici, sono stati una fonte di ispirazione per i musical teatrali. Un esempio è Finding Neverland (2004) sulla vita del commediografo J.M.Barrie ed il suo rapporto con una famiglia, che gli avrebbe ispirato la creazione del personaggio di Peter Pan. Il film, tratto da un'opera teatrale, e con protagonisti celebrità come Johhny Depp, Kate Winslet, Julie Christie e Dustin Hoffman, ebbe sette nomination agli Oscar e ne vinse uno per la Migliore Colonna Sonora. Il relativo musical arrivò a Broadway nel 2015. |
4.3. From other genres: biographical, dramatic, thriller/horror films Biopics, or biographical films, were a source of inspiration for theatrical musicals. An example is Finding Neverland (2004), on the life of playright J.M.Barrie and his relationship with a family, who would inspire him in the creation of the character of Peter Pan. The film, based on a theatrical work, and starring Johhny Depp, Kate Winslet, Julie Christie and Dustin Hoffman, had seven Oscars nominations and won one for the Best Soundtrack. The musical came to Broadway in 2015. |
Neverland - Un sogno per la vita/Finding Neverland (di/by Marc Forster, GB/USA 2004) |
Finding Neverland - Performance Tony Awards 2015 |
Anche la storia di Billy Elliot, il ragazzino che aspira a diventare
un ballerino nonostante l'opposizione della famiglia, e sullo sfondo
degli scioperi dei minatori contro il governo Thatcher negli anni
'80, sembrava fatta apposta per essere trasferita dallo schermo al
palcoscenico. Ma Billy Elliot è anche un ulteriore esempio di
"trasferimenti" tra media diversi: all'origine del film (2000) c'era un testo teatrale (Dancer di Lee Hall) e dal film derivò anche
la stesura di un romanzo (di Melvin Burgess). Il film, dopo l'enorme
successo di pubblico, ebbe 13 nominations ai British Academy Film
Awards e ne vinse uno, quello del giovane protagonista Jamie Bell,
che diventò così il più giovane vincitore del premio come Miglior
Attore in un Ruolo da Protagonista. Il musical, con la colona sonora
scritta da Elton John e diretto dallo stesso regista del film
(Stephen Daldry) debuttò a Londra nel 2005 e a Broadway nel
2008, vincendo premi sia ai Laurence Olivier Awards che ai Tony
Awards, e dando origine a numerose produzioni in diverse lingue in
tutto il mondo. |
The story of Billy Elliot, the boy who aspires to become a dancer despite his family's opposition, against the background of the miners' strikes against the Thatcher government in the 1980s, seemed to be made on purpose to be transferred from screen to stage. But Billy Elliot is also a further example of "transfer" between different media: at the origin of the film (2000) there was a theatrical text (Dancer by Lee Hall) and a novel (by Melvin Burgess) was written from the film's story. The film, after its enormous success, had 13 British Academy Film Award nominations and won one, for the young protagonist Jamie Bell, who thus became the youngest winner of the prize for Best Actor in a Leading Role. The musical, with the soundtrack written by Elton John and directed by the same director of the film (Stephen Daldry) made his debut in London in 2005 and in Broadway in 2008, winning both Laurence Olivier and Tony Awards, and giving rise to several productions in different languages all over the world. |
Billy Elliot (di/by Stephen Daldry, GB 2000) |
"Electricity" performed by Elliott Hanna - Billy Elliot the Musical |
Ma le sorprese in tema di adattamenti non finiscono mai: chi si
sarebbe aspettato che da Grand Hotel, la famosissima commedia
drammatica del 1932, sarebbe stato
tratto un musical a Broadway quasi sessant'anni dopo (nel 1989).
Ancora una volta, la storia produttiva di un film si intreccia alla
storia letteraria e teatrale: alla base c'era infatti un romanzo del
1929, adattato come opera teatrale l'anno successivo. Ma, dopo il
grande successo del film del 1932, la storia venne ripresa in un
film americano (Week-End at the Waldorf, di Roberty Z.
Leonard, USA 1945) e in un remake
tedesco (Menschen im Hotel, di Gottfried Reinhardt,
Repubblica Federale Tedesca/Francia 1959) - e fu proprio quest'ultima versione
che servì da base per il musical teatrale del 1989. Il film del 1932
fu un clamoroso successo, innanzitutto per la presenza delle maggiori
star sotto contratto alla MGM all'epoca (tra cui Greta Garbo, John
Barrymore, Joan Crawford, Wallace Beery, Lionel Barrymore) e poi
per la trama, che racconta storie di diversi personaggi all'incrocio
tra commedia, dramma e melodramma. Il musical, che riprende
l'intreccio delle storie degli eccentrici ospiti di un hotel di
lusso a Berlino nel 1928, ebbe ben dodici nomination ai
Tony Award, vincendone cinque. |
But surprises on the subject of adaptations never end: who would expect a Broadway musical to be made from Grand Hotel, the famous 1932 dramatic comedy, almost sixty years later (in 1989)? Once again, the production history of a film is intertwined with literary and theatrical facts: at the basis there was a 1929 novel, adapted for the stage the following year. But, after the great success of the 1932 film, the story was taken up again in an American film (Weekend at the Waldorf, by Roberty Z. Leonard, USA 1945) and in a German remake (Menschen Im Hotel, by Gottfried Reinhardt, German Federal Republic/France 1959). And it was precisely this last version that served as a basis for the 1989 theatrical musical. The 1932 film was a resounding success, first of all thanks to the presence of all the major stars under contract at the MGM at the time ( including Greta Garbo, John Barrymore, Joan Crawford, Wallace Beer, Lionel Barrymore) and thanks also to the plot, which tells stories of several characters at the intersection of comedy, drama and melodrama. The musical, which tells the intertwining stories of the eccentric guests of a luxury hotel in Berlin in 1928, had twelve Tony Award nominations, winning five. |
Grand Hotel (di/by Edmund Goulding, USA 1932) |
Grand Hotel, the musical at New York City Centre |
Sorte per certi versi simile ebbe il film Sunset Boulevard (1950), che dovette attendere
quasi 45 anni prima di essere
trasposto in un musical, prima nel West End londinese (1993) e poi a
Broadway (nel 1994). Il dramma di una star del cinema muto, interpretata nel film da Gloria Swanson,
che si rifiuta di invecchiare ma nel contempo non sa adattarsi
all'evoluzione dei tempi, non sembrava essere proprio un tema
allettante per Broadway, che tradizionalmente preferisce adattamenti
da commedie, preferibilmente musicali - ed in effetti la colonna
sonora del musical, composta dal grande Andrew Lloyd Webber, e la
presenza di interpreti del calibro dell'attrice Glenn Close e della
cantante Petula Clark, non riuscirono comunque a far rivivere sul
palcoscenico la tragica vicenda del capolavoro di Billy Wilder, che
resta insuperabile. |
A similar fate awaited Sunset Boulevard (1950), which had to wait almost 45 years before being adapted into a musical, first in the London West End (1993) and then in Broadway (in 1994). The drama of a silent cinema star, played in the film by Gloria Swanson, who refuses to age but at the same time cannot adapt to the evolution of the times, did not seem to be an attractive theme for Broadway, which traditionally prefers adaptations from comedies, preferably coming with a musical score - and the soundtrack of the musical, composed by Andrew Lloyd Webber, and the presence of interpreters such as actress Glenn Close and singer Petula Clark were not enough to revive on the stage the tragic story of Billy Wilder's masterpiece, which remains unsurpassed. |
Viale del tramonto/Sunset Boulevard (di/by Billy Wilder, USA 1950) |
"As if we never said goodbye" performed by Glenn Close - Sunset Boulevard - West End production |
Tra le sorprese che riserva la storia degli adattamenti teatrali di
film di successo c'è sicuramente lo psico-thriller-horror The
silence of the lambs
(1991), a sua volta basato sul
best-seller di Thomas Harris, storia di una giovane agente
dell'FBI (Jodie Foster) che, per catturare un serial killer, si
trova a chiedere aiuto ad uno psichiatra (Anthony Hopkins), ora
detenuto per essere a sua volta un serial killer cannibale. Il
musical ebbe origine da un musical su Internet, composto da nove
canzoni, che divenne uno spettacolo teatrale per diventare poi, con
l'aggiunta di ulteriori canzoni, un vero e proprio musical
intitolato Silence! Si trattava in effetti di una parodia
del film, ed ebbe solo una distribuzione nei teatri off-Broadway e
London Fringe a partire dal 1995. |
Among the surprising stage adaptations from successful films, one can certainly mention the psycho-thriller-horror The Silence of the Lambs (1991), in turn based on Thomas Harris's best-seller, the story of a young FBI agent (Jodie Foster) who, to capture a serial killer, is forced to ask for the help of a psychiatrist (Anthony Hopkins), now detained as a cannibal serial killer. The musical originated from a musical on the internet, made up of nine songs, which became a theatrical show and then, with the addition of further songs, a real musical entitled Silence! It was actually a parody of the film, and, starting in 1995, had only a distribution in off-Broadway and London Fringe theatres. |
Il silenzio degli innocenti/The silence of the lambs (di/by Jonathan Demme, USA 1991) |
Silence! The musical - Highlights - New York City |
Un altro thriller-horror di successo che, sorprendentemente, è stato
trasposto per il palcoscenico è American psycho (2000), tratto dal romanzo di Bret Easton Ellis, e
interpetato da Christian Bale. La storia è centrata su un giovane e
ricco bancario di New York che, all'insaputa di tutti, è di fatto un
serial killer. Nel film, una satira dello "yuppismo" e del
consumismo di certi ambienti borghesi, all'alba del "boom" di Wall
Street alla fine degli anni '80, l'uomo alla fine decide di
confessare tutto ai suoi amici ... che non gli credono. Il relativo
musical debuttò a Londra nel 2013 e a Broadway tre anni dopo. |
Another successful thriller-horror that, surprisingly, has been adapted for the stage is American Psycho (2000), based on the novel by Bret Easton Ellis, and starring Christian Bale. The story is centred on a young and rich bank officer who, unbeknownst to everyone, is in fact a serial killer. In the film, a satire of "Yuppism" and the consumerism of certain bourgeois environments, at the dawn of Wall Street's "boom" in the late 80s, the protagonist eventuallly decides to confess everything to his friends ... that don't believe him. The musical made its debut in London in 2013 and in Broadway three years later. |
American psycho (di/by Mary Herron, USA/Canada 2000) |
Americn psycho The musical |
Fine della Seconda parte. Vai alla Terza parte: Dallo
schermo al palcoscenico (e ritorno) |
End of Part 2. Go to Part 3: From screen to stage (and back) |
Note/Notes (1) Colpo A. 2020. Hollywood e Broadway, un amore che torna a far scintille sullo schermo, Dance Hall News, p. 2. |