Dossier Dossiers |
L'omosessualità nella storia del cinema Terza parte: I primi decenni del nuovo secolo |
Homosexuality in
film history Part 3: The first few decades of the new century |
Progetto "Cinema e identità
sessuali e di genere" L'omosessualità nella storia del cinema Prima parte: Dal cinema muto agli anni '70 Seconda parte: Gli anni '80 e '90 Terza parte: I primi decenni del nuovo secolo |
"Cinema and sexual and
gender identities" project Homosexuality in film history Part 1: From silent movies to the 1970s Part 2: The 1980s and 1990s Part 3: The first few decades of the new century |
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Da/From pixabay.com L = lesbica/lesbian; G = gay; B = bisessuale/bisexual; T = transgender; Q = queer o/or questioning (nessun gruppo o insicuri/no group or unsure) Altri gruppi/Other groups: I = intersessuali/intersexual (people with both male and female characters); A = asessuali/asexual (nessuna attrazione/no attraction); P = pansessuali/pansexual (nessuna preferenza per genere o orientamento sessuale/no preference for gender or sexual orientation); K = kink (pratiche sessuali non convenzionali/non-conventional sexual practices); + = più altri eventuali gruppi/plus other possible groups) N.B. Il termine queer, che viene spesso usato per fare riferimento alle persone omosessuali, viene a volte usato in questo Dossier con questo significato/The term queer, which is often used to refer to homosexual people, is sometimes used in this Dossier with this meaning. |
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1. Un panorama culturale in evoluzione Il nuovo secolo ha finalmente visto l'omosessualità e, più in generale, le questioni LGBTQ+, entrare nell'industria cinematografica mainstream con una visibilità e un impatto impensabili solo pochi anni prima. Questo è vero sia in termini di quantità (ovvero il numero di film che si occupano di tali tematiche - anche se nel 2017 solo il 12,8 per cento dei principali film degli studios includeva personaggi LGBT) (Nota 1) - sia soprattutto in termini di qualità (la natura e il significato della rappresentazione di gay e lesbiche sullo schermo). Tuttavia, la situazione nei primi due decenni del 21° secolo è più complessa e sfumata di come potrebbe apparire a prima vista. Tanto per cominciare, questi due decenni hanno assistito a cambiamenti drammatici nello sviluppo dei media e della tecnologia della comunicazione, così che ciò che si poteva, ad es. nel 2010, potrebbe non essere più applicabile solo pochi anni dopo. I film ora possono essere visti in una varietà di modalità oltre che nelle sale, e questo ha causato, non solo la crescita esponenziale di modalità alternative (dalle piattaforme di streaming al web e ai social media), ma, in modo ancora più importante, una diversificazione degli stessi prodotti mediatici, soprattutto in termini di serie tv e web, che sono ormai parte integrante dei contenuti mediatici offerti al pubblico. I problemi LGBTQ+ sono ormai un elemento regolare, non solo dei lungometraggi, ma anche di serie e saghe, alcune delle quali di grande successo. Questo non vuol dire che l'omosessualità abbia finalmente infranto tutti i precedenti limiti, ma significa che ora è ampiamente accettata e tollerata, a volte in ossequio a una posizione "politicamente corretta" - che ovviamente non impedisce ai film di mostrare segni di intolleranza o persino di omofobia, a volte in modalità "nascoste". Ironia della sorte, mentre un tempo l'omosessualità era vietata o ci si riferiva ad essa solo in termini impliciti, ora è l'omofobia che a volte "si insinua" in modi inaspettati, quasi inconsci. Tutto sommato, tuttavia, i personaggi omosessuali sullo schermo sono ora rappresentati con rispetto e persino simpatia, sebbene la tolleranza e l'accettazione siano solo i primi passi verso l'uguaglianza e la fine della discriminazione. L'importanza di introdurre personaggi gay e lesbiche in una storia altrimenti "ordinaria" non può essere sottovalutata, dal momento che affrontare esplicitamente le questioni LGBTQ+ nei film e nelle serie TV è, soprattutto per molti adolescenti, ancora uno dei pochi (se non l'unico) modo in cui possono avere un "primo contatto" con i problemi che potrebbero dover affrontare nella loro vita reale. In altre parole, il cinema come forma di cultura popolare ha sempre riflesso i valori dominanti di una società, ma ha anche contribuito a sfidarli e persino a cambiarli, e questa funzione può rivelarsi ancora più importante e preziosa oggi, soprattutto in aree controverse come il sesso e i ruoli e le identità di genere. 2. Cosa si intende per film "gay/lesbici"? È generalmente e ampiamente accettato che il contenuto "gay/lesbico" qualifichi un film come un particolare tipo di film. Allo stesso modo, tali film sono spesso elencati accanto a western, commedie, musical, ecc. - in altre parole, i film con un contenuto gay/lesbico sembrano qualificarsi come una categoria particolare, se non addirittura un "genere". Eppure sappiamo che personaggi e storie queer compaiono nei film romantici così come nelle commedie, nell'horror come nel dramma. Questa apparente contraddizione è molto significativa, poiché rivela che il sesso e la diversità di genere, e in particolare l'orientamento sessuale, sono ancora considerati il tema di un film, indipendentemente dai suoi personaggi e dalla storia raccontata. Questo per dire che ci si aspetta che il pubblico apprezzi la diversità sessuale come un tema in sé - quando in realtà una storia d'amore, una relazione sessuale, le avventure di un personaggio o gli sviluppi di una trama dovrebbero essere la questione centrale in gioco in un film - indipendentemente dal sesso e dalle identità di genere dei personaggi coinvolti. Il pubblico non dovrebbe, in teoria, preoccuparsi se una coppia è eterosessuale o omosessuale, e una relazione è un incontro umano, che si tratti di un uomo e una donna, o di due uomini, o di due donne. Ma la persistenza di questa contraddizione è importante nel mostrare come la diversità giochi ancora un ruolo centrale nella qualificazione di una storia (e come gli interessi e le aspettative del pubblico "etero" siano percepiti come cruciali). Invece di interessarci all'identità sessuale e all'orientamento dei suoi personaggi, dovremmo chiederci se la storia è buona e se i personaggi sono interessanti. Nonostante la lunga strada che dobbiamo ancora fare per fare della diversità un fatto ordinario (non "straordinario" o "speciale") della vita, bisogna riconoscere che nei primi decenni del nuovo secolo sono stati fatti progressi nel rendere i film "gay/lesbici" di per sé interessanti, con personaggi a tutto tondo che forniscono la motivazione per sviluppare una storia, un tema da esplorare, un contesto per qualificare una trama. |
1. A changing cultural landscape The new century eventually saw homosexuality, and, more generally, LGBTQ+ issues, enter the mainstream film industry with a visibility and an impact that were unthinkable just a few years before. This is true both in terms of quantity (i.e. the number of movies dealing with such issues - although in 2017, only 12.8 percent of major studio films included LGBT characters)(Note 1) - and above all in terms of quality (the nature and significance of gay and lesbian representation on the screen). However, the situation in the first two decades of the 21st century is more complex and nuanced than how it might appear at a first glance. To begin with, these two decades have themselves witnessed dramatic changes in the development of media and communication technology, so that what could be said, e.g. in 2010, may no more apply just a few years later. Movies can now be seen in a variety of modes in addition to going to a cinema, and this has caused, not just the exponential growth of alternative modes (from streaming platforms to the web and social media), but, even more importantly, a diversification of media products themselves, especially in terms of TV and web series, which are now an integral part of the media content offered to audiences. LGBTQA+ issues are now a regular element, not just of feature films, but of series and sagas, some of them extremely successful. This is not to say that homosexuality has finally broken all previous limitations, but it means that it is now widely accepted and tolerated, sometimes in deference to a "politically correct" stance - which of course does not prevent films from showing signs of intolerance or even homophobia, sometimes in a "covert" mode. Ironically, while homosexuality was once banned or referred to only in implicit terms, now it is homophobia which sometimes "creeps in" in unexpected, almost unconscious ways. All in all, however, homosexual characters on the screen are now portrayed with respect and even sympathy - although tolerance and acceptance are just the first steps towards equality and the end of discrimination. The importance of introducing gay and lesbian characters in an otherwise "ordinary" story cannot be underestimated, though, since dealing explicitly with LGBTQA+ issues in movies and TV series is, especially for many teenagers, still one of the few (if not the only) way they can have a "first contact" with the problems they may have to face in their real lives. In other words, cinema as a form of popular culture has always reflected a society's dominant values, but has also contributed to challenging and even changing those values, and this function can prove even more important and valuable today, especially in such controversial areas as sex and gender roles and identities. 2. What is meant by "gay/lesbian" film? It is generally and widely accepted that "gay/lesbian" content qualifies a movie as a particular kind of film. In the same way, such films are often listed alongside westerns, comedies, musicals, etc. - in other words, films with a gay/lesbian content seems to qualify as a particular category, if not a "genre" altogether. And yet we know that queer characters and stories appear in romance films as well as comedies, horror as well as drama. This apparent contradiction is very meaningful, since it reveals that sex and gender diversity, and sexual orientation in particular, is still considered the theme of a film, irrespective of its characters amd the story being told. This is to say that audiences are expected to appreciate sexual diversity as a theme in itself - when in fact a love story, a sexual relationship, the adventures of a character or the developments of a plot should be the central issue at stake in a movie - irrespective of the sex and gender identities of the characters involved. Audiences should not, in theory, be concerned whether a couple is a heterosexual or a homosexual one, and a relationship is a human encounter, whether this is between a man and a woman, or two men, or two women. But the persistence of this contradiction goes a long way in showing how diversity still plays a central role in qualifying a story (and how the interests and expectations of "straight" audiences are perceived as crucial). Instead of being interested in the sexual identity and orientation of its characters, we should ask if the story is a good one and if the characters are interesting. Despite the long way we still have to go to make diversity an ordinary (not an "extra-ordinary" or "special") fact of life, one must recognize that in the first few decades of the new century advances have been made in making "gay/lesbian" films interesting in themselves, with full-rounded characters that provide motivation for a story to develop, a theme to be explored, a context to qualify a plot. |
Il "test Vito Russo" All'interno dei film LGBT, esiste una sottocategoria di film che superano il test "Vito Russo". Questo test ... analizza l'inclusione dei personaggi LGBT al di là della semplice apparizione di un personaggio queer. Affinché il film superi il test, deve soddisfare tre requisiti. Il primo requisito è: "Il film contiene un personaggio che è identificabile come lesbico, gay, bisessuale, transgender e/o queer". Il secondo requisito è: "Questo personaggio non deve essere definito esclusivamente o prevalentemente dal suo orientamento sessuale o identità di genere". Il requisito finale è: "Questo personaggio deve essere legato alla trama in modo tale che la sua rimozione abbia un effetto significativo". Su 20 film considerati inclusivi in termini LGBT nel 2018, 13 hanno superato il "test Vito Russo". (Nota 2) |
The "Vito Russo test" Within LGBT films, there is a subcategory of films that pass the “Vito Russo” test. This test ... analyzes the inclusion of LGBT characters beyond merely putting a queer character on screen. For the film to pass the test, it must fulfill three requirements. The first requirement is, “The film contains a character that is identifiably lesbian, gay, bisexual, transgender, and/or queer.” The second requirement is, “That character must not solely or predominantly defined by their sexual orientation or gender identity.” The final requirement is, “That character must be tied into the plot in such a way that their removal would have a significant effect.” ” Out of the 20 films that were considered LGBT inclusive in 2018, 13 passed the Vito Russo test. (Note 2) |
3. Alcuni stereotipi (vecchi e nuovi) Nella Seconda parte abbiamo visto che negli anni '80, e in misura minore negli anni '90, la diversità sessuale era ampiamente travisata nei film: il problema principale era che i membri della comunità LGBTQ+ erano visti come "persone confuse" la cui principale confusione risiedeva nella loro impossibilità di inserirsi nella tradizionale scelta binaria di genere (maschio vs femmina). Così uomini o ragazzi, anche se identificati come maschi, che erano percepiti come non abbastanza "virili", sono stati etichettati come gay, e donne o ragazze, anche se identificati come donne, ma percepiti come non abbastanza "femminili", sono stati etichettati come lesbiche. Queste persone sono state poi oggetto di bullismo, violenza e altri comportamenti omofobici non solo da amici e compagni di scuola, ma anche da famiglie ed educatori (dopotutto, è stato solo nel 1974 che l'omosessualità in America è stata eliminata dall'elenco di "disturbi mentali"). Di conseguenza, gay e lesbiche sono stati spesso ritratti come individui inclini all'ansia e alla depressione e in molti film il loro destino finale era la morte (spesso per suicidio). Le cose hanno cominciato a cambiare negli anni '90, quando rappresentazioni più realistiche delle persone queer, ora più integrate in un contesto più favorevole e che partecipano a relazioni più ricche e significative, hanno permesso loro di adattarsi meglio, di diventare più consapevoli dei loro problemi e di gestire la loro identità in modi più positivi. Tuttavia, gli stereotipi e la presenza di personaggi "tipici" che possono essere facilmente riconosciuti dal pubblico sono una caratteristica della maggior parte dei film e i film a tema gay o lesbico non fanno eccezione. Quindi nella maggior parte dei film mainstream, specialmente quelli incentrati sugli adolescenti, tendiamo a vedere bei ragazzi e belle ragazze (come se gay e lesbiche avessero bisogno di un grado più alto di attrattiva fisica per controbilanciare altri possibili svantaggi, o, al contrario, per rispetto di rappresentazioni rigorosamente "politicamente corrette"). Queste persone spesso eccellono in alcune attività, in particolare nello sport, ma spesso questo non è sufficiente per impedire loro di essere vittime di bullismo da parte dei compagni di scuola una volta che "si dichiarano" omosessuali, o anche una volta sospettate di essere queer. Spesso affrontano l'ostilità anche delle loro famiglie - le generazioni più anziane hanno difficoltà ad accettare un figlio o una figlia "deviati". Per fortuna, di solito trovano un amico del sesso opposto (cioè una ragazza per un gay, o un ragazzo per una lesbica) che è lui stesso in un modo o nell'altro "diverso", pronto a sostenerli. I temi dell'identità personale, dell'autoidentificazione, della socializzazione e del "coming out", del risveglio sessuale, dell'infatuazione adolescenziale sono comuni, ma nei film più recenti vengono trattati con più equilibrio e discrezione, senza trasformarli in situazioni oppressive e ansiogene. Allo stesso tempo, la lotta che questi personaggi queer devono affrontare per venire a patti con il loro ruolo e status, e per sviluppare relazioni soddisfacenti, è spesso la forza trainante della trama, ma questo non è necessariamente uno stereotipo per lo sviluppo della storia. E queste storie alla fine hanno spesso un "lieto fine" ... 4. Storie "di adulti". Il nuovo secolo ha assistito a un fiorire della cinematografia gay e lesbica sia nel settore mainstream che in quello indipendente, ma, cosa più interessante, con film provenienti da una varietà di paesi, mostrando così una gamma di contesti sociali e di sensibilità culturali abbastanza nuova, e fornendo una diversificazione tanto necessaria nell'affrontare questioni controverse, che sono allo stesso tempo universali e culturalmente condizionate. I segreti di Brokeback Mountain (si vedano i trailer qui sotto), dell'acclamato regista Ang Lee, è stato uno dei primi film del nuovo secolo a fornire una storia realistica, ma tenera e commovente, di una relazione gay e un'analisi di ciò che questo può implicare, in una trama che poteva essere apprezzata da un pubblico più ampio (cioè non solo gay) - e questa è la prova di quanto abbiamo sostenuto finora, ovvero che se la storia è coinvolgente e i personaggi interessanti ed "empatici", allora la questione del loro orientamento sessuale può sicuramente passare in secondo piano. In effetti, questo film è semplicemente una (triste) storia d'amore, tanto più coinvolgente per il contesto in cui si svolge. Ambientando la storia nei primi anni '60 in una zona rurale di montagna del Wyoming, il regista Ang Lee ha fornito gli ingredienti essenziali per far apprezzare a qualsiasi pubblico ciò che poteva significare essere gay e innamorato in un momento simile e in un posto del genere. Due cowboy (Heath Ledger e Jake Gyllenhaal) vengono assunti per radunare le pecore sui pascoli di Brokeback Mountain. Durante le lunghe giornate e notti estive, sviluppano una forte attrazione sessuale, che sorprende entrambi e che negano immediatamente. Tuttavia, questa non è un'infatuazione passeggera e continueranno a vedersi nel corso degli anni, anche dopo essersi sposati e aver messo su famiglia. Il loro amore sarà tenuto segreto - nessun "coming out" per loro - discutono persino su come potrebbero vivere insieme, ma la pressione del contesto sociale si rivela sempre troppo forte ... fino a quando uno dei due muore e l'altro rimane con un acuto senso di rimpianto. Questo è davvero un melodramma, tanto più doloroso e intenso in quanto i personaggi e l'ambientazione (due cowboy in un paesaggio occidentale moderno) alla fine sovvertono gli stereotipi tradizionali ed denunciano la violenza di un oppressivo sistema patriarcale. Il film ha vinto un Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia e tre premi Oscar. |
3. Some stereotypes - old and new In Part 2 we saw that through the 1980s, and to a lesser extent in the 1990s, sexual diversity was largely misrepresented in films, the main issue being that members of the LGBTQA+ community were seen as "confused people" whose most important source of confusion lay in their impossibility to fit into the traditional gender binary (male vs female). Thus men or boys, even if male-identifying, who were perceived as not enough "virile" were labelled gays, and women or girls, even if female-identifying, who were perceived as not enough "feminine" were labelled as lesbians. Such people were then subject to bullying, violence and other homophobic behaviours not just from friends and schoolmates, but also from families and educators (after all, it was only in 1974 that homosexuality in America was dismissed as a "mental disorder"). As a result, gays and lesbians were often portrayed as individuals prone to anxiety and depression, and in many movies their ultimate fate was death (often by suicide). Things began to change in the 1990s, when more realistic portrayals of queer people, now more integrated with a more favourable context and participating in richer, more meaningful relationships, allowed them to be better adjusted, to become more aware of their problems and to manage their identity issues in more positive ways. Yet, stereotypes, and the presence of "typical" characters which can be easily recognized by an audience, are a feature of most films, and gay- or lesbian-themed movies are no exception. Thus in most mainstream movies, especially those focussed on teenagers, we tend to see handsome boys and beautiful girls (as if gays and lesbians needed a higher degree of physical attractiveness to counterbalance other possible disadvantages, or, on the contrary, out of respect for strictly "politically correct" portrayals). Such people often excel in some activities, especially sports, but often this is not enough to prevent them from being bullied by schoolfriends once they "come out" as homosexuals, or even once they are suspected of being queer. They often face hostility from their families too, older generations having trouble in accepting a "deviant" son or daughter. Luckily, they usually find a friend of the opposite sex (i.e. a girl for a gay, or a boy for a lesbian) who is himself/herself "different" in some way or other, ready to support them. Themes of personal identity, self-identification, socialization and "coming out", sexual awakening, adolescent infatuation are common, but in most recent movies they are treated with more balance and discretion, without turning them into oppressive, anxiety-driven situations. Concurrently, the fight these queer characters must face to come to terms with their role and status, and to develop satisfying relationships, is often the driving force of the plot - but this is not necessarily a stereotyped story development. And these stories do eventually often have a "happy end" ... 4. "Adult" stories The new century witnessed a flourishing of gay and lesbian cinematography both in the "mainstream" and the independent sectors, but, more interestingly, from a variety of countries, thus displaying a variety of social contexts and cultural sensibilities that was quite new to the field and provided a much needed diversification in dealing with controversial issues which are at the same time universal and culturally conditioned. Brokeback mountain (watch the trailers below), by much acclaimed director Ang Lee, was one of the first films of the new century to provide a realistic, yet tender and moving story of a gay relationship and an anlysis of what this can imply, in a plot that could be appreciated by a larger audience (i.e. not just a gay one) - and this is proof of what we have been arguing so far, i.e. that if the story is engaging and the characters interesting and sympathetic, then the issue of their sexual orientation can surely take second place. In fact, this film is simply a (sad) love story, all the more engaging because of the context in which it takes place. By setting the story in the early 1960s in a rural mountain area in Wyoming, director Ang Lee provided the essential ingredients to make any audience appreciate what it must have been to be gay, and in love, at such a time in such a place. Two cowboys (Heath Ledger and Jake Gyllenhaal) are hired to herd sheep on grazing pastures on Brokeback Mountain. Through the long summer days and nights, they develop a strong sexual attraction, which comes as a total surprise to both of them, and which they immediately deny. However, this is not a passing infatuation, and they will continue to see each other through the years, even after they get married and start a family. Their love will be kept secret - no "coming out" for them - , they even argue about how they could possibly live together, but the pressure of the social context always proves too strong ... until one of the two dies and the other is left with a piercing sense of regret. This is really a melodrama, all the more painful and intense as the characters and the setting (two cowboys in a modern western landscape) eventually subvert traditional stereotypes and expose the violence of an oppressive patriarchal system. The film won a Golden Lion at the Venice Film Festival and three Academy Awards. |
Trailer italiano Trailer inglese I segreti di Brokeback Mountain/Brokeback Mountain (di/by Ang Lee, USA 2005) |
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Non è un caso che un altro film che racconta una triste storia d'amore e
di morte sia ambientato, ancora una volta, nei primi anni '60, quasi a
ricordarci com'era la vita in un'epoca in cui la discriminazione era
ancora al suo apice e restare "nel ghetto" era la regola piuttosto che
l'eccezione. In A single man, un professore universitario gay di Los
Angeles, George (Colin Firth), è ancora in lutto per la perdita del suo
partner Jim, morto in un incidente d'auto, e lo vediamo all'inizio di
una giornata qualunque, anche se questo è piuttosto un giorno speciale
perché George sta pianificando il suo suicidio.
Lo vediamo fare una lezione ai suoi studenti (si vedano i video qui sotto)
sulle minoranze e su cosa causa la discriminazione sociale: è chiaro,
anche se non ne fa menzione, che parla di varie forme di discriminazione
ma è anche coinvolto personalmente come omosessuale. La giornata si
rivelerà però completamente diversa per George: dopo aver
incontrato la sua più cara amica Charley (Julianne Moore), che si
rammarica profondamente del fatto che George non possa avere una
relazione con lei, George incontra uno dei suoi studenti, Kenny, e passa
una notte con lui (anche se non fanno l'amore). Si addormenta e quando
si sveglia scopre che Kenny, addormentato, tiene in mano la pistola che
George voleva usare per uccidersi. (ATTENZIONE: SPOILER). Mentre George
brucia il suo biglietto d'addio, apparentemente venendo a patti con il
suo dolore, ha un attacco di cuore e muore, con la visione del suo
partner Jim che lo accompagna nei suoi ultimi momenti. |
It is not by chance that another film telling a sad story of love
and death is set, once, again, in the early 1960, as if to remind us of
what life was like at a time when discrimination was still at its
highest and staying "in the closet" was the rule rather than the
exception. In A single man a gay Los Angeles university
professor, George (Colin Firth) is still mourning the loss of his
partner Jim, who died in a car accident, and we see him at the start of
an ordinary day - though this is rather a special day because George is
planning his suicide later in the day. We see him lecturing to his
students (watch the videos below) about minorities and what causes
social discrimination: it is clear, though he does not mention it, that
he is talking about various forms of discrimination but is also
personally involved as a gay man. The day will turn out in quite a
different way for George, though: after meeting his dearest friend
Charley (Julianne Moore), who deeply regrets the fact that George cannot
engage in a relationship with her, George meets one of his students,
Kenny, and spends a night with him (although they don't make love). He
falls asleep, and when he wakes up, he discovers that a sleeping Kenny
is holding the gun George wanted to use to kill himself. (ATTENTION:
SPOILER). As George burns his suicide note, apparently coming to terms
with his grief, he has a heart attack and dies, with visions of his
partner Jim accompanying him in his last few moments. |
Video 1 - Italiano Video 2 - English A single man (di/by Tom Ford, USA 2009) |
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L'esplorazione dell'amore nelle relazioni umane è al centro di Weekend
(si veda il trailer in basso a sinistra), che è allo stesso tempo una
toccante storia d'amore che dura solo un fine settimana, ma che lascia aperte
speranze e opportunità per il futuro. Due giovani gay, Russell (Tom
Cullen) e Glen (Chris New) si incontrano in un bar gay e trascorrono il
fine settimana insieme, facendo sesso, ma soprattutto interrogandosi a
vicenda sulle sfide legate all'instaurazione di una relazione a lungo
termine - attraverso una combinazione di dialogo e piccoli gesti che
costruiscono gradualmente una profonda intimità. Questo si rivela un
dialogo onesto, franco e a volte tenero e toccante tra due persone che si
sentono attratte l'una dall'altra, e che si stanno effettivamente
innamorando, ma allo stesso tempo sono incerte sui propri punti di forza
e di debolezza e sulla propria disponibilità e capacità di affrontare un
più profondo senso di impegno. Questo film "gay" non si focalizza affatto
sull'orientamento sessuale, ma i suoi personaggi si impegnano in una
ricerca di significato che raggiunge un valore universale. Ad esempio,
si veda la parte del dialogo nel video in basso a destra: mentre uno di
loro sostiene la possibilità del matrimonio tra due uomini gay come un
modo per affermare il loro amore e impegno reciproco: "un uomo in piedi con un altro uomo, davanti a tutti, dice che ti amo e voglio sposarmi, penso che ci sia una bella [ __ ] affermazione radicale, voglio dire, alzarsi e dire, voglio passare il resto della mia vita con te, quando tutti li vedono, quando si dice che è sbagliato, è disgustoso, è malato, voglio dire che la gente dice che dovremmo andare all'inferno per questo..." l'altro rifiuta l'idea del "matrimonio" come modo sociale comune di regolare una relazione. Quindi, ciò che è un'esplorazione delle sfide di una relazione gay e di un matrimonio gay si trasforma in una potente indagine su come le relazioni umane sono influenzate dalle pressioni sociali nelle società moderne. "Raramente il cinema gay è stato così coinvolgente, per chi crede nel valore universale e nei diritti dei sentimenti: non c'è barriera di genere, e il film lo dimostra anche eliminando tutti gli stilemi non necessari, affidandosi ai due attori e al valore del dialogo. Questo è puro cinema di emozioni, giusto e necessario" (Nota 3) |
An exploration of love in human relationships is the focus of
Weekend (watch the trailer below left), which is at the same time a
touching love story which lasts just a weekend but leaves open hopes and
opportunities for the future. Two gay young men, Russell (Tom Cullen)
and Glen (Chris New) meet in a gay bar and spend the weekend together,
having sex, but mostly interrogating themselves and each other on the
challenges involved in establishing a long-term relationship - through a
combination of dialogue and small gestures that gradually build a deep
intimacy. This turns out to be an honest, frank and at times tender and
touching dialogue between two people who feel attracted to each other,
and are actually falling in love, but are at the same time uncertain
about their strengths and weaknesses and their willingness and capacity
to face a deeper sense of commitment. This "gay" movie is is not about
sexual orientation at all - rather, its characters engage in a search
for meaning which achieves a universal value. As an example, watch the
portion of dialogue in the video below right: while one of them is
advocating the possibility of marriage between two gay men as a way of
asserting their love and mutual commitment: "Rarely has gay cinema been so engaging, for anybody believing in the universal value and rights of feelings: there is no gender barrier, and the film also proves it by eliminating all unnecessary stylistic devices, relying on the two actors and on the value of dialogue. This is pure cinema of emotions, both right and necessary" (Note 3) |
Trailer Dialogo/Dialogue Weekend (di/by Andrew Haigh, GB 2011) |
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L'azione è ambientata ancora in un passato piuttosto lontano (i primi anni '50) in Carol, del regista Todd Haynes, che aveva già affrontato la discriminazione sociale e razziale negli anni '50 nel suo precedente film Lontano dal paradiso (2002). Questa volta il "divario" sociale (e di età) tra le due protagoniste è così evidente fin dall'inizio che il modo in cui si avvicinano assume una forte intensità emotiva man mano che riempiono quel divario ed entrano in una relazione lesbica. Carol (Cate Blanchett), una donna ricca in attesa di divorzio, incontra per caso una giovane commessa, Therese (Rooney Mara) e riesce a organizzare un incontro in un bar (si vedano i video qui sotto), dove i suoi sottili poteri seduttivi coinvolgono presto la ragazza in una relazione intima. Iniziano un viaggio insieme, ma il marito di Carol assume un investigatore privato per trovare prove contro Carol e ottenere la piena custodia della figlia. Di fronte a questo tipo di ricatto, Carol interrompe la sua relazione con Therese e inizia persino a vedere uno psicoterapeuta per dimostrarsi una "madre esemplare", ma la voglia di rivedere Therese è più forte che mai ... Ancora una volta, questo film non è semplicemente quello che potrebbe essere definito un film "lesbico" - piuttosto, si concentra sulle pressioni sociali di un sistema patriarcale che rende le relazioni umane difficili se non impossibili, ed espone la repressione nascosta imposta alle donne che non sono pronte ad accettare il decoro borghese dell'eterosessualità. |
The action is again set in a rather distant past (the early 1950s)
in Carol, by director Todd Haynes, who had already dealt with
social and racial discrimination in the '50s in his former movie
Far from heaven (2002). This time the social (and age) "gap" between
the two protagonists is so obvious from the start that the way in which
they approach each other takes on a strong emotional intensity as they
gradually fill in that gap and enter into a lesbian relationship. Carol
(Cate Blanchett), a rich woman waiting for a divorce, happens to meet a
young shop assistant, Therese (Rooney Mara) and manages to arrange a
meeting a in bar (watch the videos below), where her subtle seductive
powers soon involve the young girl in an intimate relationship. They
start out on a road trip together, but Carol's husband hires a private
investigator to obtain evidence against Carol and obtain their
daughter's full custody. Faced with this sort of blackmail, Carol breaks
her relationship with Therese and even starts seeing a psychotherapist
in order to prove herself an "exemplary mother", but the urge to see
Therese again is as powerful as ever ... Once again, this movie is not
simply what might be termed a "lesbian" film - rather, it focusses on
the social pressures of a patriarchal system which makes human
relationships difficult if not impossible, and exposes the hidden
repression forced on women who are not ready to accept the middle-class
decorum of heterosexuality. |
Video 1: Italiano Video 2: English Carol (di/by Todd Haynes, GB/USA 2015) |
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Un'altra indagine su come le relazioni amorose siano influenzate dalle
pressioni sociali e psicologiche è offerta in Terra di Dio - God's
own country (si veda il
trailer qui sotto), in cui Johnny (Josh O'Connor) vive nella fattoria di
famiglia nello Yorkshire con suo padre e sua nonna. Nel suo tempo
libero, Johnny si dedica ad ubriacarsi e a incontri sessuali furtivi
con altri uomini. Quando Gheorghe (Alec Secăreanu), un lavoratore
migrante rumeno, viene assunto come aiuto, Johnny è estremamente
diffidente e ostile nei suoi confronti, anche se Gheorghe si dimostra un
lavoratore abile e affidabile. Una lite fisica tra i due uomini si
trasforma in un rapporto sessuale, ma presto le differenze tra i due
uomini emergono chiaramente: Gheorghe resiste alla mossa aggressiva di
Johnny di fare sesso, mostrandogli invece pazientemente che il sesso può
anche essere una relazione tenera e premurosa. Iniziano a progettare una
possibile vita insieme, ma, di fronte ai dubbi di Gheorghe, Johnny
reagisce male, bevendo e tornando ad incontri
sessuali casuali. Di conseguenza, Gheorghe lascia la fattoria. Johnny
ora capisce cosa significa Gheorghe per lui e riesce a ritrovarlo in
Scozia e, in un confronto finale, franco ma commovente (si veda la scena
finale qui sotto), i due uomini alla fine si riconciliano. Il film è
un'esplorazione accurata e precisa di come le questioni sociali ed
etniche, oltre che personali e psicologiche, possono avere un impatto su
una relazione umana. E ancora una volta, il tema "gay" è solo un
ulteriore aspetto della storia, che si concentra principalmente su come
due persone molto diverse debbano attraversare il doloroso processo di
comprensione e apprezzamento come prerequisito per sviluppare
il rispetto e l'accettazione reciproci. |
Another investigation of how love relationships are affected by
social and psychological pressures is offered by God's own country
(watch the trailer below), in which Johnny (Josh O'Connor) lives on
the family farm in Yorkshire with his father and grandmother. In his
free time, Johnny engages in binge drinking and furtive sexual
encounters with other men. When Gheorghe (Alec Secăreanu), a Romanian migrant
worker, is hired as extra help, Johnny is extremely diffident and
unfriendly towards Gheorghe, who, however, proves to be a skilful and
reliable worker. A physical fight between the two men turns into a
sexual intercourse, but soon the differences between the two men stand
out clearly: Gheorghe resists Johnny's aggressive move to have sex,
instead patiently showing him that sex can also be a tender and caring
relationship. they start planning a possible life together, but, faced
with Gheorghe' doubts, Johnny reacts poorly, drinking to excess and
engaging in another random sexual encounter. As a result, Gheorghe
leaves the farm. Johnny now realizes what Gheorghe means for him and
manages to find him in Scotland and, in a final, frank but moving
confrontation (watch the ending scene below), the two men eventually
reconcile. The film is an accurate, precise exploration of how social
and ethnic, as well as personal and psychological, issues can impact on
a human relationship. And once again, the "gay" theme is just an
additional aspect of the story, which mainly focuses on how two very
different people must go through the painful process of understanding
and appreciating each other as a prerequisite for developing mutual
respect and acceptance. |
Trailer italiano English trailer Scena finale/Ending scene Terra di Dio/God's own country (di/by Francis Lee, GB 2017) |
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Una storia in parte simile è raccontata nel film finlandese A moment
in the reeds (si veda il video in basso a sinistra), dove un giovane,
Leevi (Janne Puustinen) torna in Finlandia dai suoi studi universitari a
Parigi per aiutare il padre a ristrutturare la casa di famiglia su un
lago. Leevi non condivide le opinioni conservatrici di suo padre e spera
di ottenere la cittadinanza francese e quindi evitare il servizio
militare. Quando Tareq (Boodi Kabbani), architetto e richiedente asilo
siriano, viene assunto per aiutare con i lavori, tra i due
si stabilisce uno stretto legame. Riconoscono di condividere bisogni e
aspettative, ma anche sfide e un futuro incerto. Il tempo che
trascorreranno insieme durante un'idilliaca estate finlandese non si
trasformerà in una relazione sessuale piena ed esplicita, ma consentirà
loro di conoscersi e aumentare la consapevolezza di quanto sarebbe
difficile, date le circostanze, trascorrere una vita insieme. La loro
attrazione fisica è solo una parte di un più profondo senso di rispetto
e accettazione che due persone di estrazione sociale ed etnica molto
diverse possono sviluppare attraverso una relazione onesta e imparziale. Un altro aspetto dell'omosessualità maschile è esplorato in Sauvage (si veda il video in basso a destra), che descrive la vita "selvaggia" di un giovane prostituto, Léo (Félix Maritaud), che vive ai margini della società, semplicemente sopravvivendo giorno per giorno e non preoccupandosi nemmeno della propria salute. Léo si comporta come un cane randagio, beve acqua dalla grondaia, dorme per strada e mangia spazzatura senza disgusto. Léo però è affamato d'amore, è alla continua ricerca dell'affetto anche dai suoi "clienti" ed è infatti un giovane sensibile e timido. Ma la sua "natura selvaggia" è altrettanto forte, se non più forte, e quando incontra un uomo ricco che lo accoglie nella sua casa e si prende cura di lui, alla fine lo lascia, preferendo non rinunciare alla sua libertà e tornare al suo mondo caotico ma vitale. Il film ha un'atmosfera semi-documentaria, poiché la regista, al suo debutto alla regia, ha voluto ritrarre con realismo un personaggio che non è realmente un emarginato della società quanto una persona che ha deciso di non essere "addomesticato" dalle regole della società stessa. |
A partially similar story is told in the Finnish film A moment
in the reeds (watch the video below left), where a young man, Leevi
(Janne Puustinen) returns to Finland from his university studies in
Paris to help his father renovate the family house on a lake. Leevi does
not share his father's conservative views and hopes to obtain French
citizenship and thus avoid militaru service. When Tareq (Boodi Kabbani),
an architect and a Syrian asylum-seeker, is hired to help with the work,
the two men soon establish a close connection. They recognize that they
share needs and expectations, but also challenges and an uncertain
future. The time they spend together during an idyllic Finnish summer
will not turn into a full, explicit sexual relationship, but will enable
them to get to know each other and heighten their awareness of how
difficult it would be, under the circumstances, to spend a life
together. Their physical attraction is only part of a deeper sense of
respect and acceptance that two people from very different social and
ethnic backgrounds can develop through an honest, unbiased relationship. A different aspect of male homosexuality is explored in Sauvage (watch the video below right), which describes the "wild, untamed" life of a young sex worker, Léo (Félix Maritaud), who lives on the fringe of society, is intent on simply surviving day-by-day and does not really care even for his own health. Léo behaves like a stray dog, drinking water from the gutter, sleeping in the streets, and eating garbage without disgust. However, Léo is hungry for love, is in constant search for affection even from his "clients" and is in fact a sensitive, shy young man. But his "wild nature" is equally strong, if not stronger, and when he meets a rich man who would take him into his household and take care of him, he eventually leaves him, preferring not to give up his freedom and returning to his chaotic but vital world. The film has a semi-documentary feeling, as the director, in her directorial debut, was keen on portraying with realism and a character who is not really an outcast of society as a person who has decided not to be "tamed" by society's own rules. |
A moment in the reeds (di/by Mikko Makela, Finlandia/Finland-UK 2017) |
Sauvage (di/by Camille Vidal-Naquet, Francia/France 2018) |
La dinamica di una relazione duratura e impegnata è esplorata da due uomini gay in End of the century (si veda il trailer in basso a sinistra), ancora una volta non come una situazione "speciale" legata al loro orientamento sessuale, ma come una situazione sfidante più generale e universale, che tutte le relazioni umane prima o poi devono affrontare. Ocho (Juan Barberini), un argentino in vacanza a Barcellona, ha un incontro sessuale casuale con Javi (Ramón Pujol), uno spagnolo di Berlino. Gli uomini si rendono presto conto di essersi già incontrati, 20 anni prima, nel 1999, quando entrambi erano "nascosti" nella loro sessualità e avevano troppa paura per perseguire una relazione l'uno con l'altro (Nota 4). Questo nuovo incontro è un'opportunità per discutere ed esplorare ciò che hanno imparato, ciascuno separatamente, negli ultimi vent'anni (si veda la scena in basso a destra): sollevano domande sulla sessualità, l'impegno, la gelosia e la solitudine, l'effetto del passare del tempo sulle relazioni ... le inevitabili domande che si pongono sono anche un onesto, franco bilancio di ciò che hanno (e non hanno) ottenuto dalla "fine del secolo" ... |
The dynamics of engaging in a long-lasting, committed relationship
is explored by two gay men in End of the century (watch the trailer
below left), once again not as a "special" situation linked with their
sexual orientation, but as a more general, universal challenge that all
human relationships must sooner or later face. Ocho (Juan Barberini), an
Argentinian on vacation in Barcelona, has a casual sexual encounter with
Javi (Ramón Pujol), a Spaniard from Berlin. The men soon realize that
they have met before, 20 years earlier, in 1999, when they were both in
the closet about their sexuality and too afraid to pursue a relationship
with each other (Note 4). This new encounter is an opportunity to
discuss and explore what they have learnt, each of them separately,
during the past twenty years (watch the scene below right): they raise
questions about sexuality, commitment, jealousy and loneliness, the
effect of passin time on relationships ... the inevitable questions that
they feel can also be an honest, frank balance of what they have (and
have not) achieved since "the end of the century" ... |
Video 1: Trailer Video 2: Scene End of the century/Fin de siglo (di/by Lucio Castro, 2019) |
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Una presa di posizione politica ancora più esplicita è quella di Out in the dark (si veda il trailer qui sotto), che è un film straordinario poiché è una produzione israeliana, con un regista israeliano al suo debutto cinematografico, che racconta la relazione tra Roy (Michael Aloni), un avvocato israeliano, e Nimer (Nicholas Jacob), uno studente di psicologia palestinese (il film è quindi parlato in parte in ebraico e in parte in arabo). Genere e questioni politico/culturali si intrecciano con un'intensità e una coerenza raramente riscontrabili nel cinema. Nimer, in particolare, è soggetto a una doppia discriminazione: i palestinesi lo rifiutano a causa del suo orientamento sessuale, mentre gli israeliani tendono a rifiutarlo a causa della sua nazionalità. La storia d'amore raggiunge un punto drammatico quando Nimer scopre che suo fratello nasconde una scorta di armi per i suoi amici militanti. Quando questo viene scoperto dalle autorità, la polizia cerca Nimer come complice. Roy prima lo nasconde e poi fa in modo che venga portato di nascosto in Francia. Sebbene prometta di incontrarlo in futuro, Roy viene arrestato mentre distrae la polizia in modo che Nimer possa scappare. Nimer arriva alla nave e salpa, ignaro di quello che è successo a Roy (Nota 4). Questa toccante storia d'amore è resa ancora più significativa dalle sfumature politiche: Roy e Nimer hanno bisogno di nascondersi sia per la loro omosessualità che per le loro nazionalità opposte. Allo stesso tempo, il film fa appello al potere dell'amore per superare i conflitti e trasformare una relazione in un modo per raggiungere la salvezza, anche a prezzo del sacrificio di sé. |
An even more explicit political stance was taken by Out in the
dark (watch the trailer below), which is a remarkable film since it
was an Israeli production, with an Israeli director at his film debut,
telling the story of the relationship between Roy (Michael Aloni), an
Israeli lawyer, and Nimer (Nicholas Jacob), a Palestinian psychology
student (the film is thus spoken partly in Hebrew and partly in
Arabic). Gender and political/cultural issues intertwine with an
intensity and a coherence rarely seen in cinema. Nimer, in particular,
is subject to a double discrimination: Palestinians reject him because
of his sexual orientation, whereas Israelis tend to reject him due to
his nationality. The love story reaches a dramatic point when Nimer
finds out that his brother is hiding a weapon stockpile for his militant
friends. When this is discovered by the authorities, the police search
for Nimer as an accomplice. Roy first hides him, and then arranges for
him to be smuggled to France. Though he promises to meet him there in
the future, Roy is arrested while distracting the police so that Nimer
can escape. Nimer makes it to his ship and sails away, unaware of what
has happened to Roy (Note 4). This poignant love story is made even more
significant and touching by the political undertones: Roy and Nimer need
to hide both for their homosexuality and their opposite nationalities.
At the same time, the film makes a plea for the power of love to
overcome conflicts and to turn a relationship into a way to achieve
salvation - even at the price of self-sacrifice. |
Out in the dark/Hebrew: עלטה (di/by Michael Mayer, Israel 2012) |
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Non sono solo i giovani che si trovano a fare domande su una relazione e
a gestire tale relazione nel tempo: una storia d'amore romantica e
sessuale pone le stesse sfide a qualsiasi età. Un film notevole in
questo senso è Due (si veda il trailer qui sotto), su due donne
anziane, Nina (Barbara Sukowa) e Madeleine (Martine Chevallier), che
per tutti, comprese le loro famiglie, sono solo vicine di casa, che
vivono in due appartamenti sullo stesso pianerottolo - ma che in realtà
sono amanti da decenni. Questa relazione segreta attentamente
pianificata si trasforma improvvisamente in una situazione drammatica
quando Madeleine subisce un ictus e perde la sua capacità di parola e la
sua libertà di movimento fisico. La figlia di Madeleine inizia
naturalmente a prendersi cura di sua madre e assume una badante, e
all'inizio accetta volentieri le offerte di aiuto di Nina, fino a quando
la presenza di Nina, con il suo desiderio di essere vicino a Madeleine
tutto il tempo, non viene più tollerata. Tuttavia, Nina sa che può
ancora tenersi in contatto con la sua amante anche se quest'ultima non
riesce a parlare e sembra a malapena riconoscerla. E alla fine, la loro
relazione si rivelerà forse l'unico modo per Madeleine di tornare in
contatto con la realtà. Il film è un'esplorazione toccante e tenera
dell'amore e del potere di una relazione impegnata e senza riserve per
affrontare anche le sfide più difficili, al di là delle convenzioni e
dei limiti delle pressioni sociali. |
It is not just young people who find themselves asking questions
about a relationship and managing such relationship through time - a
romantic and sexual love story prompts the same challenges at any age. A
remarkable film in this respect is Two of us (watch the
trailers below), about two elderly women, Nina (Barbara Sukowa) and
Madeleine (Martine Chevallier), who, for everybody including their own
families, are just neighbours, living in two flats across the same
landing - but who in fact have been lovers for decades. This carefully
planned secret relationship suddenly turns into a dramatic situation
when Madeleine suffers a stroke and loses her speech capacity as well as
her freedom of physical movement. Madeleine's daughter naturally starts
caring for her mother and hires a caretaker, and at first willingly
accepts Nina's offers of help - until Nina's presence, with her longing
to be near Madeleine all the time, is no more tolerated. However, Nina
knows that she can still keep in touch with her lover even if the latter
cannot speak and hardly seems to recognize her. And in the end, their
relationship will perhaps prove the only way for Madeleine to get in
touch with reality again. The film is a touching, tender exploration of
love and the power of a committed, unreserved relationship to face even
the hardest challenges, beyond the conventions and limitations of social
pressures. |
Trailer italiano International trailer Due/Deux/Two of us (di/by Filippo Meneghetti, Francia/France-Belgio/Belgium-Lussemburgo/Luxembourg 2019) |
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Un'altra storia, molto diversa, è raccontata in Ritratto della giovane in fiamme (si veda il trailer qui sotto), ambientato in Francia alla fine del XVIII secolo, che parla di una pittrice, Marianne (Noémi Merlant) a cui viene commissionato il ritratto di una giovane aristocratica, Eloisa (Adèle Haenel). Le due donne appartengono a due mondi diversi e la distanza sociale e psicologica tra loro sembra precludere a prima vista ogni possibile contatto al di là del mero interesse professionale. Tuttavia, man mano che il lavoro procede, il ritratto che lentamente prende forma sembra colmare gradualmente questo divario tra loro, ed esse entrano in una relazione più stretta che include un'attrazione sessuale sottilmente condivisa (si vedano i Video 1 e 2 qui sotto). Ma Heloise sta per sposarsi e Marianne ha finito il lavoro che le era stato commissionato. L'intera storia è raccontata in flashback da Marianne, che, alla fine del film, rivela che le due donne si sono incontrate di nuovo per caso in due diverse occasioni, con Heloise chiaramente commossa fino alle lacrime dal ricordo della loro stretta relazione. Questo film a tema lesbico è straordinario in quanto ha vinto il Queer Palm e il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes, diventando il primo film diretto da una donna a vincere il premio Queer. |
Yet another very different story is told by Portrait of a lady
on fire (watch the trailers below), set in France in the late 18th
century, which is about a painter, Marianne (Noémi Merlant) who is
commissioned to paint a portrait of a young aristocrat, Heloise (Adèle
Haenel). The two women belong to two different worlds and the social and
psychological distance between them seems at first to preclude any
possible contact beyond the mere professional interest. However, as the
work progresses, the portrait slowly taking shape seems to gradually
close this gap between them, and they enter into a closer relationship
which includes a subtly shared sexual attraction (watch Videos 1 and 2
below). But Heloise is soon to get married and Marianne has finished the
job which was commissioned to her. The whole story is told in flashback
by Marianne, who, at the end of the film, reveals that the two women
happened to meet again by chance on two different occasions, with
Heloise clearly moved to tears by the remembrance of their close
relationship. This lesbian-themed movie is remarkable as it won
the Queer Palm and the award for Best Screenplauy at Cannes, becoming
the first film directed by a woman to win the Queer award. |
Trailer italiano English trailer Video 1: Italiano Video 2: English Ritratto della giovane in fiamme/Portrait de la jeune fille en feu/Portrait of a lady on fire (di/by Céline Sciamma, Francia/France 2019) |
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5. Storie di adolescenti Le storie con adolescenti come personaggi tendono ad essere meno variegate, anche perché la maggior parte di loro rientra nella categoria del "coming out", ovvero la situazione solitamente difficile, se non drammatica, in cui una ragazza o un ragazzo dichiara apertamente di essere omosessuale. Tuttavia, il processo di "coming out" è ora spesso visto come parte di un più generale processo di "crescita", quando una persona attraversa un periodo durante il quale deve affrontare i propri problemi di identità, inclusi naturalmente sesso e identificazione di genere e orientamento sessuale. Questo processo può creare storie piuttosto interessanti e intriganti, poiché il sesso e l'identità di genere sono una questione controversa ma anche potenzialmente ricca e produttiva da esplorare in un film. I fattori e le implicazioni di tale questione coinvolgono elementi psicologici oltre che sociali e culturali, e questo è sempre più preso in considerazione nei film più recenti. Come abbiamo già accennato, mentre i film per adolescenti a volte tendono a mostrare personaggi e situazioni stereotipati, molti film di diverse cinematografie nazionali e tradizioni culturali diverse ora sono testimoni di un crescente interesse per i problemi della tolleranza, dell'accettazione e persino dell'apprezzamento di stili di vita alternativi. Mentre molti film a tema queer del secolo scorso tendevano ancora a ritrarre problemi e difficoltà nell'identificazione e nell'orientamento sessuale in contesti drammatici, con gli adolescenti che spesso dovevano pagare un prezzo per la loro diversità, i cambiamenti più recenti negli atteggiamenti e nelle aspettative culturali hanno implicato una più ampia gamma di contesti, sia sociali che culturali, e una gamma corrispondentemente più ampia di modi e mezzi per raccontare una storia queer e portarla a una conclusione positiva. Questo fatto si riflette nei "generi cinematografici" che raccontano tali storie, dalle commedie al dramma, spesso fondendo i due ("dramedies"), il che non impedisce che la storia stessa sia trattata in termini seri e onesti, con personaggi queer ora finalmente ritratti come persone "normali" anche se nella situazione di dover affrontare circostanze non così ordinarie. All'inizio del secolo, Quasi niente (conosciuto anche con il suo titolo originale Presque rien, o "quasi niente" - si vedano i trailer qui sotto) è una storia commovente ma molto realistica di due ragazzi, Mathieu (Jérémie Elkaim) e Cédric (Stéphane Rideau), che si innamorano durante una vacanza estiva in Bretagna. Vivono una storia d'amore appassionata e romantica, fino a quando non si separano. Il film alterna i flashback di questa storia d'amore e il presente, che vede Mathieu, un anno e mezzo dopo, riprendersi dallo shock della separazione, che lo ha portato anche a tentare il suicidio. Mathieu torna nella località balneare e rivive i suoi giorni felici con Cédric, cercando di venire a patti con la sua dolorosa solitudine - e forse potrebbe nascere una nuova relazione ... Il film è un ritratto toccante della scoperta dell'amore e della sessualità da parte di un adolescente sensibile, ma anche un richiamo a quanto difficili e dolorosi possano essere il “raggiungere la maggiore età”, l'accettazione di sé e la complessità delle sfide che tutto ciò comporta. |
5. Teenagers' stories Stories with teenagers as characters tend to be less varied, partly because most of them fall into the "coming out" category, i.e. the usually difficult if not dramatic situation in which a girl or boy openly says that she/he is homosexual. However, the "coming out" process is now often seen as part of a more general "coming-of-age" process, when a person goes through a period during which she/he has to face her/his own identity problems, including of course sex and gender identification and sexual orientation. This process can make for quite interesting and intriguing stories, as sex and gender identity is a controversial but also potentially rich and productive issue to be explored in a movie. The factors involved in and the implications of such an issue involve psychological as well social and cultural elements, and this is increasingly taken into consideration in more recent films. As we have already mentioned, while teenpics, or teenage movies, sometimes tend to display stereotyped characters and situations, many films from different national cinematographies and different cultural traditions now are witness to a growing concern with issues of tolerance, acceptance and even appreciation of alternative lifestyles. While many queer-themed movies of the last century still tended to portray problems and difficulties in sexual identifcation and orientation within dramatic contexts, with teenagers often having to pay a price for their diversity, more recent changes in cultural attitudes and expectations have implied a wider range of contexts, both social and cultural, and a correspondingly wider range of ways and means to tell a queer story and to bring it to a positive conclusion. This fact is reflected in the "film genres" that tell such stories, from comedies to drama, often merging the two ("dramedies"), which does not prevent the story itself to be treated in serious, honest terms, with queer characters now at last being portrayed as "ordinary" people even though they might face not-so-ordinary circumstances. At the turn of the century, Come undone (also known with its original title Presque rien, or "almost nothing" - watch the trailers below) is a moving yet very realistic story of two boys, Mathieu (Jérémie Elkaim) and Cédric (Stéphane Rideau), who fall in love during a summer holiday in Brittany. They live a passionate and romantic love story, until they separate. The film alternates between the flashbacks of this love story and the present, which sees Mathieu, a year and a half later, recovering from the shock of the separatio, which also caused him to try to commit suicide. Mathieu goes back to the seaside town and re-lives his happy days with Cédric, trying to come to terms with his painful loneliness - and perhaps a new relationship might be formed ... The film is poignant portrayal of the discovery of love and sexuality by a sensitive adolescent boy, but also a reminder of how difficult and painful can be the "coming of age" the acceptance of oneself as well as of the complexity of the challenges that all this implies. |
Trailer italiano International trailer Quasi niente/Presque rien/Come undone (di/by Sebastien Lifshitz, Francia/France-Belgio/Belgium 2000 ) |
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Nello stesso anno, sempre dalla Francia, giunge Juste une question d'amour
(si veda una scena in basso a sinistra), altra scoperta della sessualità
e dell'amore gay da parte di Laurent (Cyrille Thouvenin), uno studente costretto
a seguire uno stage presso un laboratorio gestito da un giovane
ricercatore, Cédric (Stéphane Guérin-Tillié), che ha dieci anni più di
lui. Mentre la relazione si sviluppa, Cédric insiste affinché Laurent lo
presenti ai suoi genitori, ma Laurent, incerto su ciò che sta accadendo,
continua a vedere la sua amica Carole, che accetta la sua amicizia e
quindi nasconde il "segreto" di Laurent ai suoi genitori. Questa
situazione alla fine fa sì che i due ragazzi si separino, e questo porta
anche i genitori di Laurent a conoscere la verità. Dopo la sua iniziale,
drammatica reazione negativa, il padre di Laurent gli chiede di dargli
il tempo di accettare la situazione, e i due amanti finalmente si
riconciliano. Anche in questo film l'amore sembra cogliere di sorpresa
Laurent, con la richiesta di affrontare sfide che vanno dal venire a patti
con la sua identità e sessualità, ai ruoli che la società si aspetta
dalle persone, al processo che anche i genitori devono intraprendere
per accettare finalmente i ruoli sessuali e di genere dei propri
figli. Un'esplorazione di come gli incontri sessuali possano influenzare la vita delle persone e indurle a compiere scelte difficili, spesso dolorose, è offerta in Mysterious skin (si veda il trailer in basso a destra), in cui il regista Gregg Araki, che aveva già affrontato i lati oscuri di un generazione di adolescenti in bilico tra ribellione e nichilismo in Doom Generation e Nowhere, racconta la storia di due adolescenti che, dopo aver trascorso l'infanzia insieme in una squadra di baseball, hanno intrapreso strade ben diverse: mentre Neil (Joseph Gordon-Levitt) scopre la sua omosessualità e inizia a prostituirsi, Brian (Brady Corbet) sviluppa una storia fantastica in cui è stato rapito dagli alieni quando era bambino per spiegare la lacuna nei suoi ricordi di un pomeriggio dopo una partita. (ATTENZIONE: SPOILER) La verità verrà fuori solo quando, dopo diversi anni, Neil e Brady si incontreranno di nuovo: in un confronto commovente e drammatico, Neil rivela che entrambi sono stati abusati sessualmente dal loro allenatore di baseball - il che spiega, almeno in parte, i loro diversi percorsi di vita. Il film è realistico, a volte anche inquietante, nel descrivere un mondo crudele in cui questi adolescenti sono lasciati soli da adulti che sembrano non prendersi cura di loro e li lasciano soli e disperati. Raccontata dal punto di vista dei ragazzi, il regista Araki non esita a mostrare questa dura realtà, ma lo fa con coraggio e profondo rispetto per i suoi personaggi. |
In the same year, and also coming from France, is Juste une question d'amour (watch a scene below left), another discovery of sexuality and gay love by Laurent (Cyrille Thouvenin), a student who is forced to follow a stage at a laboratory run by a young researcher, Cédric (Stéphane Guérin-Tillié), ten years his senior. As the relationship develops, Cédric insists on Laurent introducing him to his parents, but Laurent, unsure about what is happening, keeps seeing his friend Carole, who accepts his friendship and thus keeps Laurent's "secret" from his parents. This situation eventually causes the two boys to separate, and this also leads to Laurent's parents getting to know the truth. After his initial, dramatic negative reaction, Laurent's father asks him to give him time to accept the situation, and the two lovers finally reconcile. In this film, too, love seems to catch Laurent by surprise, asking him to face challenges that range from coming to terms with his identity and sexuality to the roles that society expects people to play, to the process that parents, too, must go through in order to finally accept their children's sexual and gender roles. An exploration of how sexual encounters can affect people's lives and cause them to make difficult, often painful, choices id offered in Mysterious skin (watch the trailer below right), in which director Gregg Araki, who had already dealt with the dark sides of a generation of teenagers caught between rebellion and nihilism in Doom Generation and Nowhere, tells the story of two teenagers who, after spending their childhood together in a baseball team, have taken quite different paths: while Neil (Joseph Gordon-Levitt) discovers his gayness and starts prostituting himself, Brian (Brady Corbet) develops a fantastic story in which he was kidnapped by aliens when he was a child in order to explain the gap in his memories of an afternoon after a game. (ATTENTION: SPOILER) The truth will come out only when, after several years, Neil and Brady meet again: in a moving, dramatic confrontation, Neil reveals that they were both abused by their baseball coach - which explains, at least in part, their different paths of life. The film is realistic, even disturbing at times, in describing a cruel world where these teenagers are left alone by adults who seem not to care for them and leave them lonely and desperate. Told from the boys' viewpoints, director Araki does not stop from showing this harsh reality, but does it with both courage and a deep respect for his characters.
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Juste une question d'amour/Just a question of love (di/by Christian Faure, Francia/France-Belgio/Belgium 2000) - Il film completo in francese è disponibile qui/The full film in French is available here. |
Mysterious skin (di/by Gregg Araki, USA 2004) |
Dalla Gran Bretagna è arrivato un film drammatico, My summer of love (si veda il trailer in basso a sinistra), che esplora la relazione romantica tra due giovani donne di classi e background diversi. Mona (Natalie Press), ragazza di classe operaia, il cui fratello Phil (Paddy Considine), un tempo "testa calda", è diventato un cristiano "convertitosi" in prigione, incontra Tamsin (Emily Blunt, al suo debutto cinematografico), ragazza dell'alta borghesia che soffre della mancanza di amore nella sua famiglia. Le due ragazze sviluppano una relazione sessuale appassionata e stringono persino un patto suicida se mai dovessero essere separate. Tuttavia, le cose non filano lisce per loro, in parte a causa dell'opposizione del fratello di Mona, Phil, e anche per il fatto che Tamsin ha la tendenza a dire bugie (dice a Mona che sua sorella è morta di anoressia). Nel loro ultimo incontro (si veda la scena in basso a destra), sconsolata, Mona va al fiume dove si sono scambiate per la prima volta un bacio. Tamsin si unisce a lei e dice sprezzantemente a Mona che non avrebbe dovuto essere così credulona. Apparentemente perdonandola, Mona scivola in acqua, invogliando Tamsin a unirsi a lei, e le due ragazze si baciano di nuovo. Mona afferra Tamsin per la gola e la tiene sott'acqua, come per ucciderla, ma alla fine la rilascia e se ne va (Nota 4). My summer of love è un film che mette insieme filoni diversi, dalla ricerca di una sessualità appagante alla complessa relazione tra due ragazze molto diverse, dal divario sociale e culturale che le separa a un bisogno sempre presente di amore e riscatto. |
From Britain came a drama film, My summer of love (watch
the trailer below left), exploring the romantic relationship between two
young women from different classes and backgrounds. Working class Mona
(Natalie Press), whose once-hotheaded brother Phil (Paddy Considine)
became a born-again Christian in prison, meets upper middle class Tamsin
(Emily Blunt, in her film debut) who suffers from a lack of love in her
family. They soon develop a passionate sexual relationship, and even
swear a suicide pact should they ever be separated. However, things do
not run smoothly for them, partly because of the opposition of Mon's
brother Phil, and also due to the fact that Tamsin has a tendency to
tell lies (she tells Mona that her sister died from anorexia). In their
final meeting (watch the scene below right), dejected, Mona goes to the
river where they first shared a kiss. Tamsin joins her there and
dismissively tells Mona that she shouldn't have been so gullible.
Seemingly forgiving her, Mona slips into the water, enticing Tamsin to
join her, and the two girls kiss again. Mona grabs Tamsin by the throat
and holds her under the water, as if to kill her, but eventually
releases her and walks away (Note 4). My summer of love is a
film which draws together different strands, from the search for
satisfying sexuality to the complex relationship between two very
different girls, from the social and cultural gap that separates them to
an ever-present need for love and redemption. |
Trailer Scena finale/Ending scene My summer of love (di/by Pavel Pawlikowski, GB 2004) |
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L'acclamato regista e sceneggiatore tunisino-francese Abdellatif Kechiche ha raccontato una storia esemplare di amore lesbico e di sofferenza in La vita di Adèle (si vedano i trailer qui sotto). Adèle (Adèle Exarchopoulos) è una studentessa delle superiori che, dopo aver lasciato il suo ragazzo, incontra un'eccentrica studentessa di belle arti dai capelli blu, Emma (Léa Seydoux)(si veda il Video 1 qui sotto), che la attira in una calda e appassionata storia d'amore. Adèle ha difficoltà a rivelare il suo orientamento sessuale, soprattutto ai suoi genitori, ma le due ragazze iniziano a convivere. Dopo qualche anno, però, quando Emma scopre che Adèle ha una relazione con un collega maschio (si veda il Video 2), la sua gelosia metterà fine alla loro relazione. Il film è un'analisi ravvicinata del rapporto travagliato tra due persone così diverse tra loro sotto molti aspetti: sociale (Emma viene da una famiglia borghese, Adèle da un contesto operaio repressivo) oltre che personale/psicologico (Emma è molto entusiasta della sua carriera, Adèle è abbastanza felice di essere solo un'insegnante di scuola elementare). Così il tema del film va ben oltre una relazione lesbica altamente erotica e si allarga per fornire un'immagine di un mondo in cui si riesce a malapena a seguire le proprie ambizioni e desideri e alla fine si è condannati alla solitudine. Il film è diviso in 2 "capitoli" (sebbene solo il primo sia esplicitamente identificato come "Capitolo 1"), dove il capitolo 1 è la storia della crescente relazione tra le due ragazze, che culmina in una lunghissima, molto esplicita (e molto discussa) scena d'amore, mentre il capitolo 2 si concentra sui conflitti sociali e culturali che portano alla separazione delle ragazze. Il film ha vinto la Palma d'Oro a Cannes, dove la giuria, presieduta da Steven Spielberg, ha esplicitamente menzionato l'eccezionale prestazione delle due attrici protagoniste. |
Acclaimed Tunisian-French director and screenwriter Abdellatif
Kechiche told an exemplary story of lesbian love and suffering in
Blue is the warmest colour (also known by the original title La
vie d'Adèle, or "Adèle's life" - watch the trailers below). Adèle
(Adèle Exarchopoulos) is a high school student who, after leaving her
boyfriend, happens to meet an eccentric, blue-haired fine arts student,
Emma (Léa Seydoux)(watch Video 1 below), who draws her into a hot,
passionate love affair. Adèle has difficulty in revealing her sexual
orientation, especially to her parents, but the two girls start living
together. After a few years, however, when Emma discovers that Adèle is
having an affair with a male co-worker (watch Video 2 below), her
jealousy will put an end to their relationship. The film is a close
analysis of the troubled relationship between two people who are so
different from each other in many terms: social (Emma comes from a
middle-class family, Adèle from a repressive working class context) as
well as personal/psychological (Emma is very keen on her career, Adèle
is quite happy to be just a primary school teacher). Thus the theme of
the film goes well beyond a highly erotic lesbian affair and widens to
provide a picture of a world where one can hardly follow one's own
ambitions and desires and is eventually doomed to loneliness. The film
is divided into 2 "chapters" (although only the first is explicitly
identified as "Chapter 1"), where Chapter 1 is the story of the growing
relationship between the two girls, culminating in a very lengthy, very
explicit (and much discussed) love scene, while Chapter 2 focusses on
the social and cultural conflicts that lead to the girls' separation.
The film won the Golden Palm at Cannes, where the jury, presided over by
Steven Spielberg, explicitly mentioned the exceptional performance of
the two leading actresses. |
Trailer italiano International trailer |
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Video 1 Video 2 La vita di Adele/La vie d'Adèle/Blue is the warmest colour (di/by Abdellatif Kechiche, Francia/France-Belgio/Belgium-Spagna/Spain 2013) |
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Dal Brasile è arrivata una storia d'amore molto toccante che, ancora una volta, ha molto da dire in termini di minoranze e discriminazione: The way he looks (il titolo originale significa "Oggi voglio tornare da solo" - si veda il trailer in basso a sinistra). Il film è incentrato su uno studente liceale cieco gay, Leonardo (Ghilherme Lobo), che lotta costantemente per la sua indipendenza ("vuole tornare da solo", anche se la sua più cara amica Giovana (Tess Amorim) di solito lo accompagna a casa). Alla coppia si aggiunge un compagno di classe appena arrivato, Gabriel (Fabio Laudi), e i tre diventano amici inseparabili, ma Leo, che soffre di bullismo a scuola, si avvicina presto a Gabriel, che cerca di difenderlo, e i due i ragazzi sviluppano così una profonda amicizia. Durante un campeggio, una ragazza cerca di baciare Gabriel, ma lui rifiuta, e poi ne parla con Leo. Quando finalmente Leo dice a Giovana che è innamorato di Gabriel, lei reagisce con scetticismo all'inizio, ma poi cerca di aiutarli a mettersi di nuovo in contatto. In una scena finale (si veda il video in basso a destra), Gabriel e Leo alla fine riconoscono il loro interesse amoroso. Il film è particolarmente interessante in quanto la relazione gay è solo una parte di una rete di relazioni dove la discriminazione e il bullismo sono ancora più minacciosi a causa della disabilità di Leo, anche se alla fine è il potere dell'amore che aiuta i personaggi ad affrontare le sfide del loro processo di crescita. |
From Brazil came a very touching love story which, once again, has
much to say in terms of minorities and discrimination: The way he
looks (the original title meaning "Today I want to go back alone" -
watch the trailer below left). The film centres on a blind gay high
school student, Leonardo (Ghilherme Lobo), who is constantly struggling
for his independence ("he wants to go back alone", although his dearest
friend Giovana (Tess Amorim) usually walks him home. The couple is soon
joined by a newly-arrived classmate, Gabriel (Fabio Laudi), and the
three become inseparable friends. However, Leo, who suffers from
bullying at school, soon gets very close to Gabriel, who tries to defend
him, and the two boys thus develop a deep friendship. On a camping trip,
a girl tries to kiss Gabriel, but he turns her down, and later talks
about this with Leo. When finally Leo tells Giovana that he is in love
with Gabriel, she reacts with skepticism at first, but then tries to
help them get on touch again. In a final ending scene (watch the Video
below right), Gabriel and Leo eventually acknowledge their love
interest. The film is particularly interesting in that the gay
relationship is just part of a network of relationships where
discrimination and bullying are even more threatening owing to Leo's
disability - although at the end it is the power of love that helps the
characters meet the challenges of their coming-of-age process. |
Trailer Scena finale/Ending scene The way he looks/Hoje eu quero voltar sozinho (di/by Daniel Ribeiro, Brazil 2014) |
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Sempre a proposito di vari tipi di discriminazione, genere e etnia sono gli elementi centrali di Moonlight (vedi video in basso a sinistra), la storia di un ragazzo afroamericano e la sua lotta per conquistare la sua identità etnica e sessuale. Chiron (Ashton Sanders da adolescente, Trevante Rhodes da adulto) è un bambino di dieci anni che è un facile bersaglio dei suoi prepotenti compagni di classe (che lo chiamano "Little") all'interno della comunità afroamericana violenta e omofoba di Miami. Chiron non è né duro né debole, solo un ragazzo gay che non si arrende all'arroganza e all'intolleranza. A causa della sua ribellione finisce in carcere, ma quando esce è una persona diversa - più consapevole del male che lo circonda ma anche incapace di mostrare affetto dopo aver sofferto nell'unico rapporto d'amore instaurato con il suo compagno di classe Kevin. Gli ci vorranno ancora alcuni anni per fare i conti con i suoi problemi e ritrovarsi quando, per caso, incontra di nuovo Kevin. Senza moralismi o ricorso a stereotipi, Moonlight sceglie un tono neutro che è forse uno dei suoi punti di forza. Il film ha avuto otto nomination all'Oscar e ha vinto un Oscar per il miglior film. |
Still in the realm of various kinds of discrimination,
gender and race are the central elements of Moonlight
(see video below right), the story of an African American boy and his struggle to
conquer both his ethnic and sexual identities. Chiron (Ashton
Sanders as teen, Trevante Rhodes as adult) is a
ten-year-old who is an easy target of his bullying classmates
(who call him "Little") within the violent and homophobic
African-American community in Miami. Chiron is neither tough nor
weak - just a gay boy who will not surrender to arrogance and
intolerance. Through his rebellion he ends up in jail, but when
he comes out he is a different person - more aware of the evil
that surrounds him but also unable to show affection after he
has suffered in the only love relationship established with his
classmate Kevin. It will take him some more years to come to
grips with his own problems and finally find himself when just
by chance he meets Kevin again. Without moralizing or recurring
to stereotypes, Moonlight chooses a neutral tone which
is perhaps one of its strongest points. The film had eight Oscar
nominations and won an Academy Award for Best Picture. |
Italiano English Moonlight (di/by Barry Jenkins, USA 2016) |
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Chiamami col tuo nome (si vedano i trailer qui sotto) è stato uno dei successi internazionali al botteghino del 2017. Ha ricevuto quattro nomination agli Oscar, tra cui Miglior film e Miglior attore per il 22enne Timothée Chalamet, e ha vinto l'Oscar per la Migliore Sceneggiatura Non Originale (scritta da James Ivory dall'omonimo romanzo di André Aciman). Si tratta, ancora una volta, di un film ambientato in un passato relativamente recente (l'estate del 1983), in un imprecisato luogo di campagna del nord Italia. Si concentra sulla relazione romantica tra un diciassettenne, Elio (Timothée Chalamet), e Oliver (Armie Hammer), uno studente laureato americano di 24 anni assistente del padre di Elio, Samuel (Michael Stuhlbarg), un professore di archeologia. Il film è composto da una serie di scene che raccontano gradualmente la crescente attrazione tra Elio e Oliver, che culmina in un'appassionata storia d'amore. Un soffuso tono sensuale permea queste scene, dove l'elemento erotico viene introdotto sia verbalmente che attraverso gesti ed espressioni facciali, costruendo un classico idillio estivo. Quando alla fine Oliver parte per gli Stati Uniti, il padre di Elio, osservando la sua profonda tristezza (si vedano i Video 1 e 2 qui sotto), gli dice che era consapevole della sua relazione con Oliver e confessa di aver quasi avuto una relazione simile nella sua stessa giovinezza. Esorta Elio a imparare dal suo dolore e a crescere, invece di andare avanti troppo in fretta. Pochi mesi dopo, durante una vacanza invernale, la famiglia torna alla casa di campagna. Oliver chiama al telefono la famiglia di Elio per dire loro che è fidanzato e sta per sposarsi. Un Elio sconvolto chiama Oliver per nome e Oliver risponde con il suo (come avevano deciso che avrebbero fatto durante un'appassionata scena d'amore); dice anche che ricorda tutto. Dopo la chiamata, Elio si siede vicino al camino (si veda il Video 3 sotto) e fissa le fiamme, ricordando in lacrime il suo amore perduto (Nota 4). La storia è chiaramente una storia di "maturazione gay", ma i temi che il film trasmette vanno ben oltre. Questo è un film sull'auto-riconoscimento e il riconoscimento da parte degli altri, sulla bellezza del desiderio (spesso rimandato: "Più tardi", dice spesso Oliver), sul rivelare e condividere, piuttosto che nascondere, i propri sentimenti, sull'accettare i propri stati emotivi, compreso il dolore, e sull'imparare anche dalla sofferenza. |
Call me by your name (watch the trailers below) was one of the
international box-office hits of 2017. It received four Academy Awards
nominations, including Best Picture and Best Actor for 22-year-old
Timothée Chalamet, and won for Best Adapted Screenplay (written by James
Ivory from the novel by the same title by
André Aciman). Once again,
this is a film which is set in the (relatively recent) past (the summer
of 1983), in an unspecified countryside location in northern Italy. It
focusses on the romantic relationship between a 17-year-old, Elio
(Timothée Chalamet), and Oliver (Armie Hammer), an American 24-year-old
graduate-student assistant to Elio's father Samuel (Michael Stuhlbarg),
an archaeology professor. The film is made up of a series of scenes
which gradually chronicle the increasing attraction between Elio and
Oliver, which culminates in a passionate love affair. A suffused sensual
tone permeates these scenes, where the erotic element is introduced both
verbally and through gestures and facial expressions, building up a
classical summer idyll. When Oliver finally leaves for the USA, Elio's
father, observing his deep sadness (watch Videos 1 and 2 below), tells
him he was aware of his relationship with Oliver and confesses to almost
having had a similar relationship in his own youth. He urges Elio to
learn from his grief and grow, instead of just moving on too quickly. A
few months later, during a winter holiday, the family come back to the
country house. Oliver calls Elio's family to tell them he is engaged to
be married. An upset Elio calls Oliver by his name and Oliver responds
with his (as they had decided they would do during a passionate love
scene); he also mentions that he remembers everything. After the call,
Elio sits down by the fireplace (watch Video 3 below) and stares into the flames, tearfully
reminiscing his lost love (Note 4). The story is clearly a gay
"coming-of-age" one, but the themes that the films conveys go well
beyond that. This is a movie about self-recognition and recognition by
others, about the beauty of desire (often postponed: "Later", says
Oliver), about revealing and sharing, rather than hiding, one's
feelings, about accepting one's emotional states, including sorrow and
grief, and learning from them. |
Trailer italiano English trailer |
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Video 1: Dialogo col padre Video 2: Dialogue with father Video 3: Scena finale/Ending scene Chiamami col tuo nome/Call me by your name (di/by Luca Guadagnino, Italia/Italy-USA-Francia/France-Brasile/Brazil 2017) |
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Dal noto regista André Téchiné, che aveva già affrontato il tema
dell'omosessualità anni prima (vedi la Seconda parte) è arrivato un altro studio
realistico e complesso sulle relazioni adolescenziali nell'ambito del
"coming out" e del "coming-of-age": Quando hai 17
anni (si vedano i trailer qui
sotto). Damien (Kacey Mottet-Klein) è uno studente di diciassette anni
che vive con la madre Marianne, una dottoressa. Suo padre, Nathan, è un
pilota militare in missione all'estero. Al liceo, Damien incontra il
compagno di classe Thomas (Corentin Fila), figlio adottivo di
una coppia di allevatori di pecore e bovini, che, vivendo sui monti, deve camminare
per un'ora e mezza e prendere
un autobus per raggiungere la scuola. I due ragazzi trovano
spesso motivi per litigare. Quando la madre di Thomas, rimasta incinta,
ha bisogno di essere ricoverata in ospedale, Marianne invita Thomas a
stare con la sua famiglia. Per i due ragazzi è un'occasione per
conoscersi meglio. Damien riesce a confessare la sua omosessualità a
Thomas ("Ho bisogno di sapere se mi piacciono i ragazzi o solo te") e
tenta persino di baciarlo - ma Thomas lo respinge. La morte di
Nathan in missione fa precipitare la situazione: Marianne entra in una
fase di depressione, ma allo stesso tempo i due ragazzi si rendono conto
che c'è davvero un'attrazione tra di loro. Mentre Marianne si riprende,
Damien e Thomas, ora pienamente consapevoli della loro relazione,
possono sperare in un futuro più felice insieme. Il film affronta il
tema del "coming out" con un tocco delicato ma realistico, e il tema
dell'orientamento sessuale viene introdotto e affrontato nel contesto di
una relazione travagliata, che include differenze sociali ed etniche.
Allo stesso tempo, la scoperta dell'orientamento sessuale, e, più in
generale, della propria identità sessuale e di genere, procede per tappe
e con modalità diverse per i due ragazzi, la cui scoperta dell'amore e
del sesso deve passare attraverso vissuti dolorosi, compresa
l'accettazione della diversità e una relazione più aperta ed empatica
con "l'altro". |
From well-known director André Téchiné, who had already dealt with
the theme of homosexuality years before (see Part 2)
came another realistic and complex study of teenager relationships in
the context of "coming out" and "coming-of-age: Being 17 (watch
the trailers below). Damien (Kacey Mottet-Klein) is a seventeen-year-old
student who lives with his mother Marianne, a doctor. His father,
Nathan, is a military pilot on a mission abroad. In high school, Damien
meets classmate Thomas (Corentin Fila), who is the biracial adopted son
of a couple of sheep and cattle farmers and has to walk and bus for 90
minutes to reach the school. The two boys often find reasons to fight.
When Thomas's mother become pregnant and needs to be hospitalised,
Marianne invites Thomas to stay with her family. It is an opportunity
for the two boys to get to know each other better. Damien manages to
confess his homosexuality to Thomas ("I need to know if I'm into guys or
just you") and even tries to kiss him - but Thomas pushes him away. The
death of Nathan in a mission precipitates the situation: Marianne enters
a phase of depression, but at the same time the two boys realize that
there is indeed an attraction between them. As Marianne recovers, Damien
and Thomas, now fully aware of their relationship, can look forward to a
happier future together. The film approaches the theme of "coming out"
with a delicate yet realistic touch, and the issue of sexual orientation
is introduced and dealt with in the context of a troubled relationship,
which includes social and ethnic differences. At the same time, the
discovery of sexual orientation, and, more generally, of one's sexual
and gender identity, proceeds through different steps and in different
ways for the two boys, whose discovery of love and sex has to go through
some painful experiences, including the acceptance of diversity and a
more open, empathetic relationship with "the other". |
Trailer italiano International trailer Quando hai 17 anni/Quand on a 17 ans/Being 17 (di/by André Téchiné, France 2016) |
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Il regista franco-canadese e gay Xavier Dolan, già affermato e acclamato "autore" nel cinema internazionale, ha esplorato in tutte le sue opere i temi della sessualità, ma anche dei rapporti problematici all'interno della famiglia. Uno dei trattamenti più chiari di tali questioni è Matthias et Maxime (si vedano i trailer qui sotto), che non è realmente una storia di amore gay, ma un attento esame dei segnali comunicativi sottili e quasi impercettibili che favoriscono l'instaurazione e lo sviluppo di un relazione. Matthias (Gabriel D'Almeida Freitas) e Maxime (Xavier Dolan) sono due amici di lunga data, poco più che ventenni, che vivono a Montreal. Matthias è un lavoratore motivato e di successo, con una ragazza attraente e premurosa, Sarah, mentre il più tranquillo e gentile Maxime è un barista che passa il tempo a prendersi cura della madre alcolizzata e violenta. Matthias è pronto per una promozione nel suo lavoro mentre Maxime si prepara a trasferirsi in Australia per cercare nuove opportunità (Nota 4). Quando Erika, una loro amica e studentessa di cinema, chiede loro di recitare in suo film, dicendo che il loro ruolo richiederà che si bacino, i due amici accettano di farlo (si veda il Video 3 qui sotto). Questo ha un profondo effetto su entrambi i ragazzi, poiché "mette alla prova" il loro interesse per le ragazze. A una festa, litigano, anche se in seguito finiscono per avere un breve incontro sessuale. Tuttavia, Matthias si allontana, lasciando Maxime ferito e confuso. Ma quando Matthias si reca in aeroporto, pronto a partire per l'Australia, scopre che Maxime è lì, ad aspettarlo ... Ancora una volta, il "coming out" dei due protagonisti è un viaggio di scoperta, e la loro confusione e il loro disorientamento spiegano le loro reazioni e comportamenti, mentre affrontano tratti nascosti della loro personalità e, allo stesso tempo, riconoscono, in modo onesto e veritiero, che la loro intima identità è messa in discussione in modi inaspettati. |
French Canadian and gay director Xavier Dolan, already an
established and acclaimed "author" in international cinema, explored the
themes of sexuality, but also of problematic relationships within the
family, in all of his works. One of the clearest treatment of such
issues is Matthias et Maxime (watch the trailers below), which
is not really a story of gay love, but a close examination of the subtle
and almost imperceptible communicative signals that make up the
establishment and development of a relationship. Matthias (Gabriel
D'Almeida Freitas) and Maxime (Xavier Dolan) are two lifelong friends in
their late twenties living in Montreal. The motivated but uptight
Matthias is a successful business worker with an attractive and caring
girlfriend, Sarah, while the quieter, gentler Maxime is a bartender who
spends time taking care of his abusive, alcoholic mother. Matthias is
primed for a promotion at his job while Maxime is preparing to move to
Australia for work opportunities (Note 4). When Erika, a friend of
theirs and a film student, asks them to play in her student film,
telling them that their role will require them to kiss, they agree a
share a kiss (watch Video 3 below). This "performance" has a profound
effect on both boys, since it challenges their interest in girls. At a
party, they get into a fight, although later they end up with a brief
sexual encounter. However, Matthias breaks away, leaving Maxime hurt and
confused. But when Matthias goes to the airport, ready to leave for
Australia, he finds that Maxime is there, waiting for him ... Once
again, the "coming out" of the two protagonists is a journey of
discovery and the confusion and disorientation that it involves explain
their reactions and behaviours, as they come to grips with hidden traits
of their personality and, at the same time, must acknowledge, in an
honest, truthful way, that their intimate identity is challenged in
unexpected ways. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: International trailer Video 3: Scena Matthias et Maxime (di/by Xavier Dolan, 2019) |
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Un grande successo al botteghino del 2018, Tuo, Simon merita di essere
discusso più a lungo perché mostra chiaramente il progresso degli
atteggiamenti culturali nel cinema mainstream nel nuovo secolo,
e ai tempi di Internet. Le
tematiche omosessuali sono ora apertamente incluse nei film e nelle
serie TV, tanto da rischiare di diventare uno dei soliti stereotipi che
Hollywood (e il cinema mainstream occidentale) è sempre così scaltro
nello sfruttare. Tuo, Simon appartiene a un genere
cinematografico che è stato a lungo definito "teen pictures" (o
film per adolescenti), ma che ora è comunemente definito come genere
per "giovani adulti" (il che significa che il pubblico di riferimento,
anche se
assolutamente non esclusivo, sono gli adolescenti), e in particolare
"dramedy", o commedie-dramma di tipo romantico. Tali film condividono un tono
leggero e ottimista, che può alternare momenti di umorismo, colpi di
scena più drammatici, tocchi sentimentali e suscitare un alto grado di
empatia da parte del pubblico - ma certamente non situazioni tragiche o
altamente drammatiche che, come abbiamo visto, sono state per molto
tempo il punto fermo dei film sull'omosessualità. L'inizio del film rende questo tono molto chiaro (si vedano i trailer qui sotto), con Simon (Nick Robinson), uno studente delle superiori, che descrive la sua vita, la sua famiglia, i suoi amici come molto normali ("Sono proprio come te" ): conduce una vita abbastanza normale, ha una famiglia premurosa e buoni amici, eppure ha un segreto: è gay. La questione dell'identità sessuale si pone così fin dall'inizio come "uno dei fatti della vita", un fatto che vale la pena affrontare non per il suo valore eccezionale ma semplicemente come un elemento interessante che può esaltare il fascino di un personaggio e la sviluppo della trama. Il trattamento dell'omosessualità è diventato oggi così ordinario da poter essere persino oggetto di ironia e "rovesciamenti": il film, ad esempio, solleva la questione del perché il "coming out" sia riservato ai gay e non agli eterosessuali, e abbiamo una divertente serie di scene (si vedano i Video 1 e 2 qui sotto) in cui adolescenti di entrambi i sessi "si rivelano" ai loro genitori come "eterosessuali", provocando loro uno shock ... Simon ha avviato una romantica web chat con uno studente sconosciuto e quando questo segreto rischia di essere svelato, le cose iniziano a farsi un po' più difficili per lui. Tuttavia, sebbene le famiglie non siano, per definizione, i luoghi più facili dove discutere di tali questioni (e gli adulti risultano ignari dei veri guai dei propri figli), riesce, in primo luogo, a rivelare la sua omosessualità ai suoi genitori, senza conseguenze drammatiche, e poi ricevere l'accettazione incondizionata e la simpatia di sua madre ("Ora puoi essere te stesso" - si vedano i Video 3 e 4 qui sotto). Inoltre, sebbene il suo "coming out" con gli amici non sia del tutto privo di problemi (soprattutto perché Simon aveva una "fidanzata" che lo amava davvero), alla fine può contare sulla comunità premurosa ed empatica dei suoi amici: loro faranno effettivamente in modo che incontri il suo amante segreto, che sarà una sorpresa sia per Simon che per il pubblico (si veda la scena finale nel Video 5 qui sotto). Il primo lungometraggio gay di un importante studio di Hollywood, Tuo, Simon ha ricevuto il plauso della critica per il suo "cuore grande, il cast vario e talentuoso e la sua normalità rivoluzionaria", descrivendolo come "tenero, dolce e commovente" ed "estremamente affascinante per il pubblico" perchè "divertente, pieno di calore e di vita" (Nota 4). Una serie televisiva intitolata Love, Victor, ambientata nello stesso contesto di Tuo, Simon, ha iniziato a essere prodotta nel 2020, con Simon, ora un personaggio gay completamente integrato, che funge da narratore della serie e da una sorta di "consigliere" per gli studenti che stanno attraversando le sue stesse esperienze. |
A big box-office hit of 2018, Love, Simon deserves to be
discussed at greater length because it clearly shows the progress of
cultural attitudes in mainstream cinema in the new century, and in the
Internet era. Homosexual
issues are now openly included in films and TV series, so much so that
they risk becoming one of the usual stereotypes that Hollywood (and
western mainstream cinema) is always so clover at exploiting. Love,
Simon belongs to a film genre that was for a long time termed "teen
pics" (or films for teenagers), but are now commonly referred to as
"young adult" movies (meaning that their primary, but absolutely not
exclusive, targets are adolescents), and particularly "dramedies", or
(romantic) comedy-dramas. Such films share a light, upbeat tone, which
may alternate moments of humour, more dramatic twists and turns,
sentimental touches and eliciting a high degree of empathy from
the audience - but certainly no tragic or highly dramatic situations
which, as we have seen, were the staple of movies dealing with
homosexuality for a very long time. The beginning of the film makes this tone very clear (watch the trailers below), with Simon (Nick Robinson), a high school student, describing his life, his family, his friends as very ordinary ("I'm just like you"): he leads quite a normal life and has a caring family and good friends - yet he has a secret: he is gay. Thus the issue of sexual identity is introduced right from the start as "one of the facts of life", a fact that is worth dealing with not for its exceptional value but simply as an interesting element which can enhance the appeal of a character and the development of the plot. The treatment of homosexuality has become so ordinary nowadays that it can even be the subject of irony and "reversals": the film, for example, raises the question of why "coming out" is reserved for gays and not for heterosexuals, and we have a funny series of scenes (watch Video 1 and 2 below) in which teenagers of both sexes "come out" to their parents as "heterosexuals", causing them a shock ... Simon has started a romantic web chat with an unknown student, and when this secret risks being exposed, things start getting a bit more difficult for him. However, although families are not, by definition, the easiest places where to discuss such issues (and adults turn out to be unaware of their children's real troubles), he manages, first, to reveal his gayness to his parents, with no dramatic consequences, and then to receive his mother's unconditioned acceptance and sympathy ("Now you can be yourself" - watch Videos 3 and 4 below). In addition, although his "coming out" to his friends is not altogether without problems (especially since Simon used to have a "girlfriend" who really loved him), in the end he can count on his friends' caring and empathic community: they will actually arrange for him to meet his secret lover, who will come as a surprise for both Simon and the audience (watch the ending scene in Video 5 below). The first feature gay film from a major Hollywood studio, Love, Simon received critical appraisal for its "big heart, diverse and talented cast, and revolutionary normalcy", describing it as "tender, sweet, and affecting" and a "hugely charming crowd-pleaser" that is "funny, warm-hearted and life-affirming" (Note 4). A television series titled Love, Victor, set in the same context as Love, Simon, started being produced in 2020, with Simon, now a fully integrated gay character, acting as the series' narrator and a sort of "counsellor" for students going through his same experiences. |
Trailer italiano English trailer |
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Video 1 (Italian) Video 2 (English) |
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Video 3 (Italian) Video 4 (English) |
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Video 5: Scena finale/Ending scene Tuo, Simon/Love, Simon (di/by Greg Berlanti, USA 2018) |
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Dopo l'enorme successo di Tuo, Simon, Alex Strangelove (si vedano i
trailer qui sotto) ha cercato di far tesoro del modello originale.
Alex Truelove (Daniel Doheny) ha una ragazza, Claire, con la quale ha
intenzione di fare sesso appena possibile, quando incontra Elliot, un adolescente
apertamente gay che sviluppa una cotta per lui. Ovviamente segue la
confusione nella mente di Alex, che riesce persino a baciare Elliott ...
Quando finalmente decide di "rivelarsi" a Claire, decidono comunque di
andare al "ballo di fine anno" insieme. Questa, tuttavia, si rivela una
sorpresa, dal momento che Claire ha invitato Elliott per "far coppia"
con Alex, cercando così di favorire le cose per i
ragazzi. Al ballo di fine anno, Alex è all'inizio preoccupato e ansioso,
ma poi decide che il suo "vero amore" è proprio Elliott e lo bacia... Il
film non ha le qualità di Tuo, Simon, ma rimane un
chiaro testimone del fatto che il "romanticismo gay tra adolescenti" può
ora essere una risorsa molto redditizia nel cinema "per giovani adulti". |
Following the huge success of Love, Simon, Alex
Strangelove (watch the trailers below) tried to capitalize on the
original model. Alex Truelove (Daniel Doheny) has a girlfriend, Claire,
with whom he plans to have sex soon - when he happens to meet Elliot, an
openly gay teenager who develops a crush on him. Confusion obviously
follows in Alex's mind, and he even gets to kiss Elliott ... When he
finally decides to "come out" with Claire, they still decide to go to
"prom" together. This,
however, turns out to be a surprise, since Claire has invited Elliott as
Alex's actual date, thus trying to ease things out for the boys. At the
prom, Alex is worried and anxious at the start, but then decides
his "true love" is indeed Elliott and kisses him ... The film has
nowhere the qualities of Love, Simon, but remains a clear
witness to the fact that "teenage gay romance" can now be a very
profitable asset in "young adult" cinema. |
Trailer italiano English trailer Alex Strangelove (di/by Craig Johnson, USA 2018) |
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Un tono più drammatico appare in Estate 85 (si vedano i trailer qui
sotto) di un altro "autore" gay francese di fama mondiale, François
Ozon. Una vera storia d'amore strettamente intrecciata con la perdita e
la morte, il film è ambientato, ancora una volta, in un passato non così
lontano, l'estate del 1985 in Normandia. La storia inizia mostrando
Alexis (Félix Lefebvre), un sedicenne, formalmente accusato di aver
infranto la legge ballando sulla tomba del suo migliore amico. I
flashback raccontano le ragioni di questo strano comportamento. Veniamo
quindi a sapere che Alexis è stato salvato in mare da David (Benjamin
Voisin), un ragazzo che ha due anni più di lui. Questo evento li ha
portati a diventare amici e poi a impegnarsi in una travagliata storia
d'amore. Alexis, in particolare, ha sviluppato un forte affetto per David -
al punto di stringere un "patto": andare a ballare sulla tomba di colui che
sarebbe morto per primo. Quando Alexis apprende che il suo amante è
andato a letto con una ragazza, tra i due segue una feroce
discussione. David rivendica la sua libertà dalle costrizioni,
affermando che "si stava annoiando con lui" e "aveva bisogno di un
cambiamento - uno non era abbastanza - non sarò posseduto, da nessuno,
mai" - sentimenti e atteggiamenti che Alexis non può accettare, poiché
il suo amore implica fedeltà e impegno reciproco. Al culmine della
discussione, Alexis scappa via. Più tardi nel corso della giornata,
apprende che David è morto in un incidente di moto, apparentemente
mentre stava cercando di trovarlo. Diviso tra il suo amore e il suo
senso di colpa, Alexis decide di portare a termine il "patto" - e questo
lo ha portato a ballare sulla tomba di David. Come si può vedere, Estate 85 non è un film sull'amore "gay" ma sull'amore stesso come esperienza
umana, cosa le persone intendono con questa parola, cosa si aspettano,
come influisce sui legami che si formano in una relazione. Infine, un
film "gay" che non parla di persone "speciali" ma di persone tout court, e
l'orientamento sessuale non è il tema centrale ma solo un fattore
casuale, proprio come in una storia d'amore eterosessuale. Con film come
questo, l'omosessualità e le questioni LGBTQA+ stanno finalmente
"diventando maggiorenni". |
A more dramatic tone features in Summer of '85 (watch the
trailers below) by another gay French "author" of worldwide renown,
François Ozon. A true love story closely intertwined with loss and
death, it is set, once more, in a not-so-distant past, the summer of
1985 in Normandy. The story begins by showing Alexis (Félix Lefebvre), a
sixteen-year-old, who is formally accused of breaking the law by dancing
on his best friend's grave. Flashbacks tell the reasons for this strange
behaviour. We then learn that Alexis was rescued at sea by David
(Benjamin Voisin), a boy two years his senior. This event caused them to
become friends and then engage in a troubled love affair. Alexis in
particular developed a strong affection for David - they even formed a
"pact": to go and dance on the grave of the one who would die first.
When Alexis learned that his lover had slept with a girl, a fierce
argument followed between the two. David claimed his freedom from
constraints, stating that he was "getting bored with him" and "needed a
change - one was not enough - I won't be owned, not by anyone, ever" -
feelings and attitudes that Alexis could not accept, since his love
implied fidelity and a mutual engagement. At the height of the argument,
Alexis had run away. Later in the day, he learned that David had died in
a motorcycle accident, apparently while he was trying to find him. Torn
between his love and his sense of guilt, Alexis decided to carry out the
"pact" - and this led to him dancing on David's grave. As can be seen,
Summer of '85 is not a film about "gay" love but about love
itself as a human experience, what people mean by it, what they expect
from it, how it affects the bonds that are formed in a relationship. At
last, a "gay" movie is not about "special" people but about people
tout court, and the sexual orientation is not the central
theme but only a casual factor, just as in a heterosexual love story.
With such films as this, homosexuality and LGBTQA+ issues are finally
"coming of age" themselves. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer Video 3: The argument Estate 85/Eté 85/Summer of 85 (di/by François Ozon, Francia/France 2020) |
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Un interessante esempio di film proveniente da una cinematografia diversa, e che fornisce ampio materiale per una discussione su questioni razziali e di genere, è Beyto (si veda il trailer in basso a sinistra), film svizzero ambientato nella Svizzera tedesca e nella comunità turca immigrata (le lingue parlate sono lo svizzero tedesco e, principalmente, il turco). Beyto (Burak Ates), figlio di immigrati turchi, è uno studente impegnato che si sta anche allenando per i campionati di nuoto. Il suo "coming out" sorprende anche lui stesso: gli capita di innamorarsi di Mike (Dimitri Syapfer), il suo allenatore di nuoto (si veda la scena in basso a destra) e tutte le sue precedenti certezze crollano. Quel che è peggio, per "curarlo" e mettere a tacere ogni possibile sospetto, la sua famiglia lo manda in Turchia, facendogli credere che sua nonna sia gravemente malata, e lo fa sposare con Seher (Ecem Aydin), un'amica d'infanzia. Così Beyto si trova in una situazione molto imbarazzante, con pressioni sociali e culturali che apparentemente non gli lasciano scampo. Eppure il film è interessante per la peculiare (anche se forse un po' forzata) soluzione che propone: il vero motore è Saher, che conosce bene la situazione ma, invece di sottomettersi alle decisioni delle famiglie, diventa consapevole del proprio diritto di fare scelte personali e scegliere il proprio compagno, e alla fine accetta di vivere insieme ai due ragazzi in pace e armonia - un lieto fine piuttosto sorprendente considerando i drammatici problemi coinvolti (e il fatto che la regista fosse una donna non è certo di secondaria importanza...). |
An interesting example of a film coming from a different
cinematography, and providing ample material for discussion of racial
coupled with gender issues, is Beyto (watch the trailer below left), a
Swiss film set in the German part of Switzerland and in the Turkish
immigrant community (languages spoken are Swiss German and, mostly,
Turkish). Beyto (Burak Ates), the son of immigrant Turks, is a committed
student who is also training for swimming championships. His "coming
out" comes as a surprise even to himself: he happens to fall for
Mike(Dimitri Syapfer), his swimming coach (watch the scene below right)
and all his previous certainties collapse. What is worse, to "cure" him
and silence all possible suspicions, his family sends him to Turkey, by
making him believe that his grandmother is seriously ill, and marry him
to Seher (Ecem Aydin), a childhood friend. Thus Beyto finds himself in a
most embarrassing situation, with social and cultural pressures
apparently leaving him no way out. And yet, the film is interesting for
the peculiar (although perhaps a little forced) solution that it puts
forth: the real driving force becomes Saher, who is well aware of the
situation but, instead of simply submitting to the families' decisions,
becomes conscious of her own right to make personal choices and choose
her own partner, and eventually accepts to live together with the two
boys in peace and harmony - a rather surprising happy ending considering
the dramatic issues involved (and the fact that the director was a woman
is certainly of no secondary importance ...). |
Trailer Scene: Are you gay? Beyto (di/by Gitta Gsell, Svizzera/Switzerland 2020) - Il film, in lingua originale con sottotitoli, è disponibile qui/The full film, in the original version with subtitles, is available here. |
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Un film piuttosto curioso su una coppia lesbica determinata a ottenere un vero matrimonio è raccontato in Elisa e Marcela (si vedano i trailer qui sotto). Il film è basato sulla storia vera di Elisa Sánchez Loriga (Natalia de Molina) e Marcela Gracia Ibeas (Greta Fernandez), amiche fin dall'infanzia, ma poi coinvolte in una chiara storia d'amore omosessuale. Nonostante una relazione piuttosto travagliata, e per sfuggire all'inevitabile omofobia, riuscirono a sposarsi nel 1901 (con Elisa vestita da uomo), secondo il rito della chiesa cattolica, nel primo matrimonio omosessuale mai registrato in Spagna. (Il loro inganno verrà poi scoperto e per questo dovranno pagare un prezzo alto.) Il film è stato selezionato nella competizione ufficiale del Festival Internazionale del Cinema di Berlino e ha ricevuto recensioni contrastanti. |
A rather curious film about a lesbian couple determined to get a
proper marriage is told in Elisa and Marcela (watch the trailers below).
The film is based on the true story of Elisa Sánchez Loriga (Natalia de
Molina) e Marcela Gracia Ibeas (Greta Fernandez), who have been friends
since their childhood but have then become involved in a clear
homosexual love story. Despite a rather troubled relationship, and in
order to escape the inevitable homophobia, they managed to get married
in 1901 (with Elisa dressing like a man), according to the ritual of the
Catholic church, in the first homosexual marriage ever recorded in
Spain. (Their deceit will in fact be discovered, and they will have to
pay a high price for it.) The film was selected in the official
competition at the International Berlin Film Festival and opened to
mixed reviews. |
Trailer italiano English trailer Elisa e Marcela/Elisa y Marcela/Elisa and Marcela (di/by Isabel Coixet, Spagna/Spain 2019) |
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6. Ricordi (francesi) della tragedia dell'AIDS La tragedia dell'AIDS era già stata oggetto di diversi film alla fine degli anni '80 e '90 (vedi la Seconda parte) - il più famoso dei quali è Philadelphia, con cui il cinema hollywoodiano aveva finalmente cominciato a fare i conti, non solo con la tragedia stessa, ma anche con gli atteggiamenti sociali e culturali che ancora pervadevano l'opinione pubblica nei confronti di persone (in particolare omosessuali) ritenute il principale veicolo del contagio. Nel nuovo secolo, il cinema francese è stato particolarmente pronto a riprendere la questione, con una rinnovata sensibilità e un nuovo approccio al tema e, soprattutto, ai suoi protagonisti. Il regista André Téchiné, già noto per il suo interesse per le storie d'amore gay e le loro implicazioni personali e sociali, come testimoniato dai film di cui abbiamo parlato nella Seconda parte, si è concentrato su un ricordo di quegli anni dolorosi in I testimoni (si veda il video in basso a sinistra), dove, nel lontano 1984, seguiamo la tragica storia di Manu (Johan Libereau), un ragazzo che si trasferisce a Parigi, dove studia la sorella. Ben presto inizia una relazione con un medico, Adrien (Michel Blanc), che lo tratta quasi come un figlio, e una storia d'amore più appassionata con un poliziotto, Mehdi (Sami Bouajila). Queste persone subiranno una serie di tradimenti e reazioni gelose, ma il fattore devastante sarà l'AIDS, che colpirà Manu. Tutte queste persone sono "testimoni" della drammatica prima ondata dell'epidemia, ma il film non si sofferma sulle sofferenze che la malattia comporta, né sui giudizi morali o sul senso di colpa così comuni all'epoca. Si tratta invece di una storia d'amore struggente e tesa, che va ben oltre pregiudizi e stereotipi, non condanna i comportamenti e gli orientamenti sessuali, ma allo stesso tempo non fornisce certezze o risposte facili: gli unici valori fondamentali sono la forza della vita e il diritto di amare e di essere amati. Ambientato ancora una volta nella Francia dei primi anni '90, Plaire, aimer et courir vite (si veda il video in basso a destra) è la storia tenera e toccante di uno scrittore quarantenne, gay e sieropositivo, Jacques (Pierre Deladonchamps) che vive la sua difficile situazione con deliberata consapevolezza, seguendo le terapie prescritte ma anche godendo di una vita sessuale libera e prendendosi cura anche del suo giovane figlio. Quando incontra Arthur (Vincent Lacoste), un ventenne dalle chiare tendenze gay nonostante abbia una ragazza, i due uomini si innamorano, ma le condizioni di Jacques rendono difficile lo sviluppo di una vera storia d'amore, nonostante la sua scelta di vivere quante più esperienze possibili nel tempo che gli è rimasto. E quando Jacques alla fine deciderà di porre fine alla sua sofferenza, questo avverrà con Arthur lontano da lui. Questa è sia la storia di un uomo che una storia corale che coinvolge altri personaggi, tutti implicati nelle terribili condizioni causate dall'epidemia di AIDS. Il tono alterna commedia e dramma, rispecchiando l'intreccio di motivi diversi, anche contrastanti: l'amore è legato alla sopravvivenza ma anche alla morte, e i piaceri della vita non possono essere cancellati da un destino imminente. La storia ha forti elementi autobiografici, che riflettono le vere esperienze del regista, sebbene i riferimenti storici siano mantenuti piuttosto vaghi, come per conferire alla storia un fascino più universale. |
6. (French) Recollections of the AIDS tragedy The AIDS tragedy had already been the subject of several films in the late 1980s and 1990s (see Part 2) - the most famous of them being Philadelphia, with which Hollywood cinema finally came to terms, not just with the tragedy itself, but also with the social and cultural attitudes which still pervaded public opinion against people (particularly homosexuals) who were thought to be the main vehicle of the infection. In the new century, French cinema has been particularly ready to take up the issue again, with a renewed sensibility and a fresh approach to the theme and, above all, to its protagonists. Director André Téchiné, already well known for his interest in gay love stories and their personal and social implications, as witnessed by the films we discussed in Part 2, focussed on a recollection of those painful years in The witnesses (watch the video below left), where, back in 1984, we follow the tragic story of Manu (Johan Libereau), a boy who moves to Paris, where his sister is studying. He soon enters a relationship with a doctor, Adrien (Michel Blanc), who treats him almost like a son, and a more passionate love story with a policeman, Mehdi (Sami Bouajila). These people will go through a series of betrayals and jealous reactions, but the devastating factor will be AIDS, which will hit Manu. All these people are "witnesses" to the dramatic first wave of the epidemic, but the film does not linger on the sufferings that the disease implied nor on the moral judgements or the sense of guilt that were so common at the time. Instead, this is a poignant and tense story of love, which goes well beyond prejudice and stereotypes, does not condemn sexual behaviours and orientations, but at the same time does not provide any certainties or easy answers - the only basic values being life's strength and the right to love and be loved. Once again set in France in the early 1990s, Plaire, aimer et courir vite (watch the video below right) is the tender and touching story of a forty-year-old writer, gay and HIV positive, Jacques (Pierre Deladonchamps) who lives his difficult situation with deliberate consciousness, following the prescribed therapies but also enjoying a free sexual life and also taking good care of his young son. When he meets Arthur (Vincent Lacoste), a twenty-year-old who has clear gay tendencies despite having a girlfriend, the two men fall in love - but Jacques's condition makes it difficult for a true love story to develop, despite his choice to live as many experiences as possible in the time left to him. And when Jacques will eventually decide to put an end to his suffering, this will take place with Arthur far away from him. This is both the story of a man and a choral story involving other characters, all caught up in the terrible condition caused by the AIDS epidemic. The tone alternates between comedy and drama, mirroring the weaving together of different, even contrasting motifs: love is linked to survival but also with death, and the pleasures of life cannot be cancelled by an impending fate. The story has strong autobiographical elements, reflecting the director's true experiences, although historical references are kept rather vague - as if to give the story a more universal appeal. |
I testimoni/Les témoins/The witnesses (di/by André Téchiné, Francia/France 2007) |
Plaire, aimer et courir vite/Sorry angel (di/by Christophe Honoré, Francia/France 2018) |
La fase più drammatica dell'epidemia di AIDS in Francia è descritta in 120 battiti al minuto (si veda il trailer qui sotto), che documenta il periodo in cui sia il governo che le aziende farmaceutiche sembravano in ritardo rispetto alle legittime aspettative dei pazienti affetti da HIV. Ciò aveva portato i gay a riunirsi e formare movimenti come quello di ACT UP, ad organizzare manifestazioni e a fare pressione sulle organizzazioni per far valere i loro diritti alla salute (e al sesso sicuro). Il film intreccia la vita pubblica e quella privata di diverse persone coinvolte nel movimento, mostrando come la paura della malattia non possa impedire loro di lottare contro i pregiudizi e per il riconoscimento dei propri diritti. Seguiamo così la storia d'amore tra Sean (Nahuel Pérez Biscayart) e il nuovo arrivato Nathan (Arnaud Valois), e la loro relazione fino alla morte del primo. Questo non è solo un documento prezioso di valore storico, che ritrae la disperazione, ma anche il coraggio, di una generazione che affronta una tragedia sconosciuta, ma anche un toccante melodramma su un rapporto umano destinato al dolore e alla perdita. |
The most dramatic phase of the AIDS epidemic in France is staged in
120 beats per minute (watch the trailers below), which
documents the period when both the government and the pharmaceutical
companies seemed to lag behind the legitimate expectations of
HIV-infected patients. This led gay people to come together and form
movements like the ACT UP one, to organize demonstrations and put
pressure on organizations in order to assert their rights to health (and
safe sex). The film weaves together the public and private lives of
several people involved in the movement, showing how the fear of the
disease could not prevent them from fighting against prejudice and for
the recognition of their rights. Thus we follow the love story between
Sean (Nahuel Pérez Biscayart) and the newly-arrived Nathan (Arnaud
Valois), and their relationship until the death of the former. This is
not only a precious document of historical value, portraying the
desperation, but also the courage, of a generation facing an unknown
tragedy, but also a touching melodrama on a human relationship doomed to
pain and loss. |
Trailer italiano International trailer 120 battiti al minuto/120 battements par minute/120 beats per minute (di/by Robin Campillo, Francia/France 2017) |
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7. Fuori dal ghetto, ma ancora in lotta La nuova visibilità delle tematiche LGBTQA+ non ha significato la scomparsa dei problemi per gay e lesbiche, né il completo capovolgimento delle convinzioni e degli atteggiamenti socio-culturali che hanno afflitto il ruolo e lo status di queste persone fino al recentissimo passato (e in qualche modo ancora oggi). Il cinema del 21° secolo ha così raccontato, non solo il successo di gay e lesbiche nell'essere accettati e apprezzati da ampi settori della società, ma anche le lotte che devono ancora affrontare per veder riconosciuti i propri diritti e il proprio benessere personale contro ogni forma di comportamento omofobico o di pregiudizio sociale, culturale o religioso. Prayers for Bobby (si veda il trailer nel Video 1 qui sotto) è un film toccante e drammatico basato sulla vita reale di Bobby Griffith, un adolescente gay suicidatosi nel 1983 fondamentalmente a causa dell'omofobia di sua madre, e delle azioni successive intraprese dalla donna per promuovere la causa dei gay. Mary Griffith (Sigourney Weaver) è una devota cristiana che alleva i suoi quattro figli secondo i severi insegnamenti della sua chiesa presbiteriana locale. Quando viene a sapere che Bobby (Henry Czerny) è gay, si propone di "convertirlo", prima mandandolo da uno psichiatra, poi coinvolgendolo nelle attività della Chiesa, e rinnovando la sua relazione con il padre, che però è non molto favorevole alle aspirazioni di Bobby di diventare uno scrittore. Anche parlando con suo fratello maggiore, Bobby non riesce a trovare una via d'uscita alla sua difficile situazione (si veda il Video 2 qui sotto). Di fronte al suo comportamento, Mary gli dice cose come "l'omosessualità è un peccato e i gay sono destinati a trascorrere l'eternità all'inferno", oltre a chiamarlo "malato", "pervertito" e "un pericolo per i nostri figli". La depressione e il disgusto di sé da parte di Bobby aumentano al punto che una notte si lancia da un ponte su un'autostrada. Devastata da questa perdita, Mary inizia a mettere in discussione le sue convinzioni e quelle della sua chiesa. Entrando in contatto con i gruppi di sostegno locali di genitori, famiglie e amici di lesbiche e gay, comincia a rendersi conto della vera natura dei sentimenti di Bobby e alla fine finisce per tenere un toccante discorso a una riunione del consiglio comunale (si veda il Video 3 qui sotto) sostenendo la realizzazione di una "giornata gay" in diretta televisiva. La proposta viene respinta, ma Mary e la sua famiglia si recano a San Francisco e partecipano a una parata del gay pride: d'ora in poi, la sua vita sarà dedicata a "spargere la voce" dell'accettazione incondizionata, della tolleranza e dell'amore per i propri figli, a prescindere dal loro orientamento sessuale. Sigourney Weaver ha ricevuto una nomination ai Golden Globe per la sua interpretazione. |
7. Out of the closet, but still fighting The new visibility of LGBTQA+ issues has not meant a disappearance of problems for gay and lesbian people, or the complete reversal of the socio-cultural beliefs and attitudes that have plagued the role and status of these people until the very recent past (and, in some ways, still do). 21st century cinema has thus portrayed, not just the success of gays and lesbians in being accepted and appreciated by large sectors of society, but also the fights they still have to engage in in order to have their rights and personal well-being recognized against all forms of homophobic behaviour or social, cultural or religious prejudice. Prayers for Bobby (watch the trailer in Video 1 below) is a touching, dramatic movie based on the real life of Bobby Griffith, a gay teenager who killed himself in 1983 basically due to his mother's homophobia, and of the subsequent actions taken by his mother to further the cause of gay people. Mary Griffith (Sigourney Weaver) is a devout Christian who raises her four children according to the strict teachings of her local Presbyterian church. When she learns that Bobby (Henry Czerny) is gay, she sets out to "convert" him, first by sending him to a psychiatrist, then by involving him in Church activities, and by renewing his relationship with his father, who, however, is not very supportive of Bobby's aspirations to become a writer. Even talking to his elder brother, Bobby cannot find a way out of his plight (watch Video 2 below). Faced with his behaviour, Mary tells him things like "homosexuality is a sin and gays are doomed to spend eternity in hell," as well as calling him "sick," "perverted," and "a danger to our children." Bobby's depression and self-loathing increase to the point that one night he free falls off of a bridge onto a highway. Devastated by this loss, Mary starts questioning her beliefs and those of her church. By getting in touch with local support groups of parents, families and friends of lesbians and gays, she now realizes the true nature of Bobby's feelings and eventually ends up giving a touching speech at a local council meeting (watch Video 3 below) supporting a local "gay day" live on television. The measure is rejected, but Mary and her family travel to San Francisco and walk in a gay pride parade: from now on, her life will be devoted to "spread the word" of unconditioned acceptance, tolerance and love for one's children, no matter their sexual orientation. Sigourney Weaver received a Golden Globe nomination for her performance. |
Video 1: Trailer inglese con sottotitoli italiani/English trailer Video 2: Bobby e il fratello/Bonny and his brother Video 3: Discorso finale della madre di Bobby/Bobby's mother's final speech Prayers for Bobby (di/by Russell Mulcahy, USA 2009) - Il film completo, in inglese con sottotitoli, è disponibile qui/The full film is available here. |
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Il ruolo svolto dai gruppi religiosi negli USA, soprattutto di destra,
nell'affrontare l'omosessualità, è stato oggetto di numerosi film,
che documentano le pratiche di "conversione" attuate dai cosiddetti
"specialisti" con l'obiettivo di “curare” adolescenti gay e
lesbiche e riportarli alla “normalità” (cioè a comportamenti eterosessuali
sanciti da valori patriarcali e credenze religiose). Tuttavia, fortunatamente non tutte le chiese adottano questa rigida politica intollerante, e talvolta gli adolescenti possono far fronte alla loro identità e alle difficoltà sessuali se trovano un ambiente che li aiuta a venire a patti con la loro sessualità, risolvendo allo stesso tempo il conflitto con le loro famiglie e comunità locali. Tali, ad esempio, sono le storie raccontate dal regista Stephen Cone, che si è spesso concentrato su gruppi di adolescenti appartenenti a una particolare comunità ecclesiale. in The wise kids (si veda il Video in basso a sinistra) alcuni studenti delle scuole superiori sono amici intimi e membri, come lo sono le loro famiglie, della locale chiesa battista. Il film ripercorre le incertezze, i dubbi e le sofferenze di diversi membri della Chiesa, che stanno attraversando una crisi religiosa e hanno anche problemi con la loro identità sessuale. Più o meno lo stesso accade in Henry Gamble's birthday party (si veda il Video in basso a destra), che descrive un giorno nella vita di Henry, un giorno speciale poiché compie 17 anni. La festa è un'occasione per l'incontro di più personaggi e per il racconto di storie diverse, spesso segnate dallo scontro tra i valori religiosi sostenuti dalla comunità e i problemi reali che devono affrontare i suoi membri: ci sono problemi di rottura dei matrimoni e di verginità perdute, dei conseguenti sensi di colpa, della crisi della fede, dell'omosessualità e della sua accettazione (Henry stesso è alle prese con la propria identità sessuale. Il tono del film è tutto sommato leggero e raramente raggiunge un'intensità drammatica - queste persone sembrano, alla fine, fondamentalmente aperte a nuove esperienze, e anche se il "coming out" di alcuni personaggi ha un impatto evidente sulle famiglie, c'è un generale senso di tolleranza e alla fine trionfa lo sforzo per superare le difficoltà sottolineando i valori umani essenziali. |
The role played by religious groups in the USA, especially
right-wing ones, in dealing with homosexuality, has been the subject of
several films, which document the practices of "conversion" carried out
by so-called "specialists" with the aim of "treating" and "curing" gay
and lesbian teenagers and bring them back to "normalcy" (i.e.
heterosexual behaviours sanctioned by patriarchal values and religious
beliefs). However, fortunately not all churches adopt this strict intolerant policy, and sometimes teenagers can cope with their identity and sexual difficulties if they find an environment which helps them to come to terms with their sexuality while at the same time resolving the conflict with their families and local communities. Such, for example, are the stories told by director Stephen Cone, who has often focussed on groups of teenagers belonging to a particular church community. In The wise kids (watch the Video below left) some high school seniors are close friends and members, as their families are, of the local Baptist church. The film traces the uncertainties, doubts and sufferings of several church members, who are experiencing a religious crisis and are also having problems with their sexual identity. Much the same happens in Henry Gamble's birthday party (watch the Video below right), which describes a day in the life of Henry, a special day since it is his 17th birthday. The party is an opportunity for several characters to come together, and a variety of stories unfold, often marked by the clash between the religious values held by the community and the actual problems faced by its members: there are problems of breaking marriages, of lost virginity and subsequent senses of guilt and crises of faith, of homosexuality and its acceptance (Henry himself is struggling with his own sexual identity. The tone of the film is altogether light and rarely achieves dramatic intensity - these people seem, in the end, basically open to new experiences, and even if the "coming out" of some characters has an obvious impact on the families, there is a general sense of tolerance and the effort to overcome difficulties by stressing essential human values triumphs at the end. |
The wise kids (di/by Stephen Cone, USA 2011) |
Henry Gamble's birthday party (di/by Stephen Cone, USA 2015) |
Non tutte le storie di adolescenti omosessuali alle prese con le loro
esperienze di "coming out" scorrono così bene, però, e due film recenti,
La diseducazione di Cameron Post e Boy erased - Vite
cancellate, trattano della difficile situazione rispettivamente di una
ragazza e di un ragazzo, documentando la pratica perversa, ancora molto
adottata in alcune comunità, di "correggere" quelle che vengono
considerate identità "deviate". In La diseducazione di Cameron Post (si vedano i trailer qui sotto), quando l'adolescente Cameron (Chloe Grace Moretz) viene scoperta a praticare pratiche sessuali con un'altra ragazza, sua zia decide di "convertirla" mandandola in un centro religioso per la "conversione" di omosessuali ("La promessa di Dio") gestita da un gay "convertito" e da sua sorella, una fanatica religiosa molto severa. Il "trattamento" consiste principalmente in preghiere e nello sviluppo di sentimenti di disgusto per se stessi, da parte degli "ospiti" adolescenti, per riscattarli dalla loro attrazione per lo stesso sesso. Sebbene Cameron faccia amicizia con diversi giovani al centro, condividendo con loro la sua repulsione per i "metodi" dell'istituto, sua zia rifiuterà di lasciarla tornare a casa e Cameron dovrà gestire la propria vita e prendere le proprie decisioni. Dopo il tentato suicidio di un ragazzo gay, rifiutato dal padre per i suoi atteggiamenti effeminati, Cameron troverà finalmente il coraggio di lasciare il centro insieme a due amici. Ancora una volta il film è ambientato nel passato (nel 1993), ma è evidente il suo riferimento alle più recenti ondate femministe e alle battaglie LGBTQA+, così come all'opposizione piuttosto superficiale tra gli adolescenti gay e lesbiche, visti come vittime indifese, e il mondo degli adulti, descritto come composto da individui incapaci e/o non disposti a fornire amore ed empatia. |
Not all stories of homosexual teenagers grappling with their
"coming out" experiences run so smoothly, though, and two recent
films,
The miseducation of Cameron Post and Boy erased
(see the videos below), dealing with a girl's and a boy's plight
respectively, document the perverse practice, which is still very much
adopted in some communities, of "correcting" what are thought of as "deviant"
identities. In The diseducation of Cameron Post (watch the trailers below) when teenager Cameron (Chloe Grace Moretz) is discovered engaging in sexual practices with another girl, her aunt decides to "convert her" by sending her to a religious centre for the "conversion" of homosexuals ("God's Promise") run by a "converted" gay man and his sister, a religious and very strict fanatic. The "treatment" consists mainly of prayers and the development of self-loathing feelings, by the teenager "guests", to redeem them from their attraction to the same sex. Although Cameron makes friends with several young people at the centre, sharing with them her repulsion for the "methods" of the institution, her aunt will refuse to let her come back home and Cameron will have to manage her own life and make her own decisions. After the attempted suicide of a gay boy, who had been refused by his father for his effeminate attitudes, Cameron will eventually find the courage to leave the centre together with two friends. Once again, the film is set in the past (in 1993), but its reference to the more recent feminist waves and LGBTQA+ battles is clear, as is the rather superficial opposition between the gay and lesbian teenagers, who are seen as helpless victims, and the adult world, which is described as made up of individuals unable and/or unwilling to provide love and empathy. |
Trailer italiano English trailer La diseducazione di Cameron Post/The miseducation of Cameron Post (di/by Desiree Akhavan, USA 2018) |
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Una storia simile è raccontata in Boy erased - Vite cancellate
(si vedano i
trailer qui sotto),in cui l'adolescente Jared (Lucas Hedges),
figlio di un pastore battista (Russell Crowe), dopo aver
rivelato a suo padre e sua madre (Nicole Kidman) la sua
omosessualità, è inviato a (o meglio, "rinchiuso" in) una comunità
religiosa ("Love in Action"), per prendere parte a un programma
di "conversione" gestito da un severo terapeuta (Joel Edgerton).
Jared è costantemente umiliato, come tutti gli altri
adolescenti, dai metodi del programma, ma si sforza di
sopportare la situazione, principalmente per il bene di sua
madre. Tuttavia, dopo il suicidio di un ragazzo gay, decide di
ribellarsi al programma e riesce a scappare con l'aiuto della
madre, che è arrivata ad accettare il suo orientamento sessuale.
Suo padre, invece, non può fare lo stesso e anche dopo qualche
anno, quando Jared sarà diventato giornalista e deciderà di
raccontare la sua storia sul "New York Times", non potrà
cambiare le proprie idee. Ancora una volta, come in La
diseducazione di Cameron
Post, questo film denuncia il fanatismo e la violenza di queste
istituzioni di "conversione", stimolando l'indignazione del pubblico,
ma le ragioni che stanno dietro a problemi così radicati nella
società americana come il fanatismo religioso e il pregiudizio
razziale ricevono, tutto sommato, un trattamento piuttosto
superficiale. |
A similar story is told in Boy erased (watch the
trailers below), where teenager Jared (Lucas Hedges), the son of
a Baptist pastor (Russell Crowe), after revealing to both his
father and mother (Nicole Kidman) his homosexuality, is sent to
(or rather, "locked in") a religious community ("Love in
Action"), to take part in a "conversion" program run by a strict
therapist (Joel Edgerton). Jared is constantly humiliated, as
are all the other teenagers, by the methods of the program, but
tries hard to put up with the situation, mainly for his mother's
sake. However, after the suicide of a gay boy, he decides to
rebel against the program and manages to escape with the help of
his mother, who has come to accept his sexual orientation. His
father, on the other hand, cannot do the same and even after a
few years, when Jared has become a journalist and decides to
tell his story in the "New York Times", he will not be able to
change his own ideas. Once again, as in The miseducation of Cameron Post,
this film exposes the fanaticism and violence of these
"conversion" institutions, to the indignation of its audience,
but the reasons which lie behind such deeply-seated problems in
American society as religious fanaticism and racial prejudice
receive, all in all, a rather superficial treatment. |
Trailer italiano English trailer Boy erased - Vite cancellate/Boy erased (di/by Joel Edgerton, USA 2018) |
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Un'analisi più sottile dei problemi affrontati da una donna omosessuale di fronte a un tradizionale ambiente patriarcale è offerta in Disobedience (si vedano i trailer qui sotto). Ronit (Rachel Weisz) torna da New York a Londra per il funerale di suo padre, un rabbino ebreo, con il quale aveva perso tutti i contatti. Ronit è vista come una ribelle nella comunità ebraica ortodossa che aveva abbandonato anni prima, e ora fa amicizia con David (Alessandro Nivola), il nuovo rabbino capo, che nel frattempo ha sposato la vecchia amica di Ronit, Esti (Rachel McAdams). Ronit ed Esti erano già state amanti in passato e la loro rinnovata relazione è motivo di profonda preoccupazione e disapprovazione nella comunità. Quando Esti chiede al marito di lasciarla andare, David affronta una profonda crisi personale e spirituale, ma alla fine, alla cerimonia funebre del padre di Ronit, David stesso si dimostrerà più aperto e tollerante di quanto si possa immaginare. La relazione omosessuale tra le due donne ha implicazioni ben più ampie di una semplice questione familiare; diventa un'opportunità per esplorare sia i vincoli di una rigida comunità tradizionale sui sentimenti dei suoi membri sia la possibilità di libertà contro il pregiudizio sociale e culturale, ma non a costo di rifiutare le proprie radici originarie. |
A subtler analyis of the problems faced by a homosexual woman faced
with a traditional patriarchal environment is offered by
Disobedience (watch the trailers below). Ronit (Rachel Weisz) comes
back from New York to London for the funeral of her father, a Jewish
rabbi, with whom she had lost all contacts. Ronit is seen as a rebel in
the Jewish orthodox community which she had abandoned years before, and
now she befriends David (Alessandro Nivola), the new Chief rabbi, who in
the meantime has married Ronit's old friend Esti (Rachel McAdams). Ronit
and Esti had already been lovers in the past, and their renewed
relationship is cause for deep concern and disapproval in the community.
When Esti asks her husband to let her go, David faces a deep personal
and spiritual crisis, but in the end, at Ronit's father's funeral
ceremony, David himself will prove more open-minded and tolerant than
could be imagined. The homosexual relationship between the two women has
far wider implications than a simple family matter; it becomes an
opportunity to explore both the constraints of a rigid traditional
community on the feelings of its members and the possibility of freedom
against social and cultural prejudice, but not at the cost of rejecting
one's own original roots. |
Trailer italiano English trailer Disobedience (di/by Sebastian Lelio, GB-USA-Irlanda/Ireland 2017) |
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Il nuovo secolo ha anche offerto alcuni resoconti "politici" delle lotte delle persone LGBTQA+ per ottenere visibilità pubblica e quindi ampliare la portata dei loro sforzi per cambiare le convinzioni e gli atteggiamenti culturali. Questo viene spesso fatto spostando l'azione nel passato e dando così ai film una prospettiva storico/biografica. Milk (si vedano i trailer qui sotto), ad esempio, documenta le attività politiche di Harvey Milk (Sean Penn), un quarantenne gay che, all'inizio degli anni '70 a San Francisco, si trasferisce nel quartiere queer di Castro e inizia a fare campagna per i diritti degli omosessuali, riuscendo finalmente ad essere eletto in consiglio comunale come primo membro omosessuale. Questo ha un enorme impatto sulla comunità, come testimoniano i discorsi pubblici di Milk (si vedano i Video 3 e 4 qui sotto). Tuttavia, il suo collega conservatore Dan White metterà presto fine alla sua carriera uccidendolo, insieme al sindaco della città. Il film è un chiaro "manifesto" per i diritti dei gay e fornisce una descrizione accurata delle molte forme di advocacy praticate all'epoca (sebbene ciò non impedisca al film di cedere ad alcuni stereotipi), ma non dimentica il lato personale della vita di Milk, e in particolare la sua prima vera romantica storia d'amore (con Scott Smith, interpretato da James Franco). |
The new century has also offered some "political" accounts of the
fights of LGBTQA+ people to gain public visibility and thus widen the
scope of their efforts to change cultural beliefs and attitudes. This is
often done by switching the action to the past and thus give the films a
historical/biographical perspective. Milk (watch the trailers
below), for example, documents the political activities of Harvey Milk
(Sean Penn), a gay forty-year-old who, in early '70s San Francisco,
moves to the queer district of Castro and starts campaigning for gay
rights, finally managing to be elected at the local council as the first
homosexual member. This has an enormous impact on the community, as
witnessed by Milk's public speeches (watch Videos 3 and 4 below). However,
his conservative colleague Dan White will soon end up his career by
killing him, together with the City Mayor. The film is a clear
"manifesto" for gay rights and gives an accurate description of the many
forms of advocacy that were practised at the time (although this does
not prevent the movie from giving in to some stereotypes), but does not
forget the personal side of Milk's life, and particularly his first real
romantic love story (with Scott Smith, played by James Franco). |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Video 3: Discorso al Gay Pride Rally Video 4: Speech at the Gay Pride Rally Milk (di/by Gus Van Sant, USA 2008) |
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Un'altra storia di attivismo gay, insieme alla protesta sociale e politica, è raccontata da Pride (si vedano i trailer qui sotto), che, nel Galles del 1984, nel pieno dell'era di Margaret Thatcher, racconta come alcuni attivisti dei movimenti gay decisero di sostenere i minatori gallesi nel raccogliere fondi a sostegno dei loro scioperi contro la chiusura delle miniere decisa dal governo conservatore. Questo patto del tutto "insolito" ha sottolineato la solidarietà tra due parti così diverse, basata su un sentimento di solidarietà tra le persone che lottano contro il "sistema". Il neonato gruppo "Lesbians and Gays Support the Miners" ha ovviamente incontrato l'iniziale sentimento di diffidenza dei minatori e i primi contatti sono stati venati di imbarazzo, ma man mano che le attività hanno avvicinato i due gruppi, e i sentimenti di tolleranza e accettazione da parte delle mogli e delle madri dei minatori sono stati la chiave del buon esito dell'iniziativa. Il film è una piacevole descrizione dei rapporti spesso umoristici tra i due gruppi, con tocchi di satira ma anche un tono costante di onestà e rispetto, alternando commedia e dramma. Eppure le questioni in gioco erano numerose e di diverso genere: il processo di "coming out", la tragedia dell'AIDS, le contraddizioni di una cultura operaia che a volte si rivela ancora più conservatrice di quella di governo. Il principio di solidarietà è stato il fattore che ha fatto la differenza alla fine, come dimostrano i discorsi dell'incontro conclusivo (si vedano i Video 3 e 4 qui sotto). Il film termina citando due fatti importanti che furono il risultato di questa iniziativa: i minatori che aprirono il Gay Pride Rally di Londra nel 1985, e il riconoscimento (1986) dei diritti degli omosessuali attraverso una legge promossa dal Partito Laburista con il sostegno dei sindacati dei minatori. |
Another story of gay activism, coupled with social and political
protest, is told by Pride (watch the trailers below), which,
back in 1984 Wales, in the full swing of Margaret Thatcher's era,
recounts how some activists of the gay movements decided to support the
Welsh miners collecting funds in support of their strikes against the
closing of the mines decided by the Conservative government. This quite
"unusual" pact stressed the solidarity between two such different
parties based on a feeling of solidarity among people fighting
against the "system". The newly formed "Lesbians and Gays Support the
Miners" group obviously met with the miners' initial feeling of
diffidence, and the first contacts were tinged with embarrassment, but
as the activities drew the two groups closer, the miners' wives and
mothers' feelings of tolerance and acceptance were the key to the
successful outcome of the initiative. The film is an enjoyable
description of the often humorous relationships between the two groups,
with touches of satire but also a constant tone of honesty and respect,
alternating comedy and drama. And yet the issues at stake were numerous
and of different kinds: the "coming out" process, the tragedy of AIDS,
the contradictions of a working class culture which is at times proves
to be even more conservative than the government's. The principle of
solidarity was the factor that made the difference at the end, as the
speeches at the final meeting prove (watch Videos 3 and 4 below). The
films ends by mentioning two important facts that were the result of
this initiative: the miners opening the Gay Pride Rally in London in
1985, and the recognition (1986) of the rights of homosexuals through a
law promoted by the Labour Party with the support of the miners' unions. |
Video 1: Trailer italiano Video 2: English trailer |
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Video 3: Discorso finale Video 4: Final speech Pride (di/by Matthew Warchus, GB 2014) |
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Note/Notes
(1) Dye S. 2020. "Representing Sexuality: An Analysis of Coming Out in Contemporary Film", Elon Journal of Undergraduate Research in Communications, Vol. 11, No. 2, p. 51.
(2) Dye, op. cit., p. 52-53.
(3) Il Mereghetti. Dizionario dei film. Baldini & Castoldi, Milano.
(4) Adattato da/Adapted from www.wikipedia.org
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